La Divina Commedia

«Perché la faccia mia sì t innamora, che tu non ti rivolgi al bel giardino 72 che sotto i raggi di Cristo s infiora? Quivi è la rosa in che l verbo divino carne si fece; quivi son li gigli 75 al cui odor si prese il buon cammino . Così Beatrice; e io, che a suoi consigli tutto era pronto, ancora mi rendei 78 a la battaglia de debili cigli. Come a raggio di sol, che puro mei per fratta nube, già prato di fiori 81 vider, coverti d ombra, li occhi miei; vid io così più turbe di splendori, folgorate di sù da raggi ardenti, 84 sanza veder principio di folg ri. O benigna vertù che sì li mprenti, sù t essaltasti, per largirmi loco 87 a li occhi lì che non t eran possenti. Il nome del bel fior ch io sempre invoco e mane e sera, tutto mi ristrinse 90 l animo ad avvisar lo maggior foco; e come ambo le luci mi dipinse il quale e il quanto de la viva stella 93 che là sù vince come qua giù vinse, per entro il cielo scese una facella, formata in cerchio a guisa di corona, 96 e cinsela e girossi intorno ad ella. Qualunque melodia più dolce suona qua giù e più a sé l anima tira, 99 parrebbe nube che squarciata tona, comparata al sonar di quella lira onde si coronava il bel zaffiro 102 del quale il ciel più chiaro s inzaffira. «Io sono amore angelico, che giro l alta letizia che spira del ventre 105 che fu albergo del nostro disiro; e girerommi, donna del ciel, mentre materia del sacrato poema è unica e straordinaria; ora Dante è reso più temerario (ardita prora), perché più vicina è la meta della visione di Dio; di qui l immagine del capitano della nave che non deve risparmiare le forze. 73-75. rosa ... cammino: la Madonna è la rosa mistica in cui s incarnò Cristo, il Verbo divino (espressione evangelica di Giovanni I, 14). I gigli sono gli apostoli, i santi e i martiri cristiani, poiché il giglio è fiore puro per eccellenza. Le immagini della rosa, del giardino celeste, dei fiori, dell odor dei gigli sono comuni nella letteratura mistica (Cantico dei cantici II, 1; VI, 3; Ecclesiaste XXXIX) e nel linguaggio di san Bernardo di Chiaravalle (XII sec.), personaggio cui Dante affida il compito di guidarlo alla visione di Dio nell ultimo canto del Paradiso. (vv. 70-111) Il giardino celeste dei beati 70-75 «Perché il mio volto ti attrae tanto che non rivolgi gli occhi al bel giardino (di anime) che sboccia alla luce di Cristo? Qui si trova la rosa (Maria), in cui si fece carne il Verbo divino e qui sono i gigli (gli apostoli), al cui profumo (la predicazione) l uomo intraprese il cammino della fede . 76-84 Così (disse) Beatrice e io, che ero sempre attento ai suoi consigli, di nuovo ritornai al combattimento che dovevano sostenere i miei deboli occhi. Come talvolta essi, protetti dall ombra, videro un prato fiorito sotto un raggio di sole che chiaro filtrava da una nube squarciata, così io vidi molte schiere di splendori illuminati dall alto da raggi ardenti, senza poter vedere l origine di quella luce. 85-87 O benevola virtù (di Cristo), che così imprimi la tua luce su queste anime, ti sollevasti (verso l Empireo) per lasciare la possibilità di vedere ai miei occhi, che non erano capaci di guardarti. 88-96 Il nome del bel fiore (Maria), che io sempre invoco (nelle preghiere) mattino e sera, fece concentrare tutta la mia anima a cercare di vedere la luce più intensa (quella di Maria); e appena mi si rifletterono negli occhi la qualità e la quantità della viva luce (di Maria), che lassù è superiore (allo splendore degli altri beati) come fece sulla Terra, attraverso il cielo scese una fiaccola di forma circolare, simile a una corona (l arcangelo Gabriele), che la recinse e girò attorno a lei. 97-102 Qualunque canto che sulla Terra risuoni più soavemente e attiri a sé l animo sembrerebbe il tuono di una nube squarciata a paragone del suono di quel dolce canto che incoronava Maria, lo splendido zaffiro di cui si adorna il cielo più luminoso (l Empireo). 103-108 «Io sono amore angelico, che giro intorno alla beatitudine profonda che emana dal grembo che accolse Gesù, nostro desiderio; e continuerò a girare, o signora del cielo, finché tu non seguirai tuo Figlio e renderai più luminoso il cielo supremo con il tuo entrarvi . 79-80. mei ... fratta: sono due latinismi: mei è il congiuntivo presente del verbo meare, discendere; fratta è il participio di frango, spezzare, squarciare. 85. mprenti: imprentare è un verbo che Dante usa sempre con riferimento a Dio e significa «dare la propria impronta . 86-87. sù t essaltasti ... possenti: Cristo si è innalzato per dare la possibilità a Dante di vedere le schiere dei beati. 88-89. Il nome ... sera: ogni buon cristiano invoca nelle sue preghiere il nome di Maria (bel fior, metafora che sta per «la mistica rosa ) tutte le mattine e le sere. 90. lo maggior foco: la metafora indica Maria, lo splendore più grande fra tutti i beati. 92. stella: nella liturgia, insieme a rosa mistica, un appellativo molto diffuso per Maria è anche stella (stella maris, stella matutina). 94. facella: la fiaccola che si avvicina a Maria è l arcangelo Gabriele, che annunciò alla Madonna la nascita di Gesù. 97-100. Qualunque ... lira: qualunque canto terreno sarebbe inferiore e rozzo come un rombo di tuono paragonato con il canto delicato e soave dell arcangelo Gabriele. La lira, strumento musicale a corde, qui allude per metonimia al suono particolarmente dolce che emette. 101-102. zaffiro ... inzaffira: dopo rosa e stella, la metafora raffinata dello zaffiro, simbolo di purezza, indica la Madonna. 106-107. mentre ... dia: Maria, incoronata della luce dell arcangelo Gabriele, si prepara a seguire Cristo nell Empireo; dia è un latinismo e sta per «diva : divina, sublime. Paradiso Il trionfo di Cristo e della Madonna 713

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato