La Divina Commedia

Nel Cielo di Saturno, il cielo degli spiriti contemplativi, Dan te incontra Pier Damiani. Il monaco benedettino, una figura molto importante nel monachesimo dell XI secolo, promosse un azione di moralizzazione della Chiesa, fu un personaggio di grande cultura, esimio latinista e autore di scritti mistici sulla vita ascetica e di opere polemiche. A lui Dante affida Già eran li occhi miei rifissi al volto de la mia donna, e l animo con essi, 3 e da ogne altro intento s era tolto. E quella non ridea; ma «S io ridessi , mi cominciò, «tu ti faresti quale 6 fu Semelè quando di cener fessi: ché la bellezza mia, che per le scale de l etterno palazzo più s accende, 9 com hai veduto, quanto più si sale, se non si temperasse, tanto splende, che l tuo mortal podere, al suo fulgore, 12 sarebbe fronda che trono scoscende. Noi sem levati al settimo splendore, che sotto l petto del Leone ardente 15 raggia mo misto giù del suo valore. Ficca di retro a li occhi tuoi la mente, e fa di quelli specchi a la figura 18 che n questo specchio ti sarà parvente . Qual savesse qual era la pastura del viso mio ne l aspetto beato 21 quand io mi trasmutai ad altra cura, conoscerebbe quanto m era a grato ubidire a la mia celeste scorta, 24 contrapesando l un con l altro lato. Dentro al cristallo che l vocabol porta, cerchiando il mondo, del suo caro duce 27 sotto cui giacque ogne malizia morta, di color d oro in che raggio traluce vid io uno scaleo eretto in suso 30 tanto, che nol seguiva la mia luce. Vidi anche per li gradi scender giuso tanti splendor, ch io pensai ch ogne lume 33 che par nel ciel, quindi fosse diffuso. E come, per lo natural costume, le pole insieme, al cominciar del giorno, 36 si movono a scaldar le fredde piume; poi altre vanno via sanza ritorno, altre rivolgon sé onde son mosse, 39 e altre roteando fan soggiorno; tal modo parve me che quivi fosse in quello sfavillar che nsieme venne, 42 sì come in certo grado si percosse. E quel che presso più ci si ritenne, si fé sì chiaro, ch io dicea pensando: 45 Io veggio ben l amor che tu m accenne. la deplorazione del vergognoso stato di decadenza delle gerarchie ecclesiastiche che si sono allontanate dalla primitiva vita di povertà per rifugiarsi nel lusso delle ricchezze terrene. Gli attuali prelati, grassi e indolenti, sono descritti in maniera grottesca e sprezzante. Nel silenzio del Cielo di Saturno, all invettiva del santo monaco segue il grido conclusivo dei beati. (vv. 1-24) Nel Cielo di Saturno 1-3 Già i miei occhi erano tornati a fissare il volto della mia donna, e con essi anche tutta la mia attenzione che si era distaccata da ogni altro oggetto di interesse (intento). 4-18 Lei non sorrideva, ma iniziò a dirmi: «Se io sorridessi, tu diventeresti cenere (di cener fessi) come Semele (quando vide il dio Giove): perché la mia bellezza, che diventa più intensa, come hai già osservato, quanto più si sale lungo i gradini del palazzo celeste, se non si moderasse, splenderebbe tanto che le tue facoltà mortali, di fronte al suo splendore, sarebbero come un ramo abbattuto dal fulmine. Siamo saliti al settimo Cielo (splendore) di Saturno, che in congiunzione (sotto l petto) con l infuocato Leone sta ora irradiando sulla Terra il suo influsso misto con quello del Leone. La tua attenzione segua i tuoi occhi e fai che in essi si specchi quell immagine che ti apparirà in questo pianeta luminoso . 19-24 Chi sapesse qual era il diletto provato dai miei occhi (del viso mio) nell ammirare l aspetto di Beatrice beata quando mi rivolsi a guardare in altra direzione saprebbe quanto mi era gradito ubbidire alla mia guida celeste controbilanciando l una cosa con l altra. (vv. 25-42) La scala d oro 25-33 Dentro il cielo (cristallo) che, girando attorno alla Terra, porta il nome dell eccellente re terrestre Saturno sotto il cui regno fu estinta ogni malvagità, io vidi una scala del colore dell oro su cui si riflette un raggio di sole, rivolta tanto verso l alto che i miei occhi non riuscivano a vederla. Vidi anche lungo i gradini scendere delle luci tanto numerose che credetti che ogni stella che appare nel cielo si fosse riversata (fosse diffuso) su quella scala. 34-42 E come, per istinto naturale, le cornacchie (pole) all alba si muovono insieme per scaldarsi le piume intirizzite; poi alcune se ne vanno senza più tornare, altre tornano al luogo da cui sono partite, e altre volteggiando sostano sul luogo; un comportamento simile mi sembrò di vedere nelle anime sfavillanti che erano scese insieme, appena toccarono un certo gradino. (vv. 43-72) Colloquio con Pier Damiani 43-45 E l anima che si fermò più vicina a noi, si illuminò a tal punto che dicevo mentalmente: Ben vedo l amore che mi dimostri. Paradiso Pier Damiani 703

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato