La Divina Commedia

692 Canto XVIII 45-51 E al nome del nobile Maccabeo (Giuda) vidi muoversi un altro (lume) girando su se stesso, (come) una trottola (paleo) la cui frusta (ferza) è pura gioia. Così per Carlo Magno e per Orlando il mio sguardo attento seguì due (luci), come l occhio (del falconiere) segue il suo falcone mentre vola. Poi Guglielmo (d Orange) e Rinoardo e il duca Goffredo (di Buglione) e Roberto il Guiscardo rapirono il mio sguardo traendolo lungo i bracci della croce. Infine, essendosi mossa (mota) per riunirsi (mista) alle altre luci, l anima che mi aveva parlato mi dimostrò (riprendendo a cantare) quale artista fosse tra gli altri cantori celesti. (vv. 52-114) Ascesa al Cielo di Giove e l immagine dell aquila 52-69 Io mi voltai verso destra per vedere in Beatrice quale fosse il mio dovere, indicato da sue parole o gesti; e vidi i suoi occhi così puri (mere), così felici, che il suo aspetto superava gli altri (precedenti) e l ultimo (ineffabile e sublime all inizio del canto). E così come, sentendo maggior piacere nell agire rettamente, l uomo si accorge di giorno in giorno che la sua virtù si accresce, così, vedendo quella miracolosa bellezza (di Beatrice) risplendere ancora di più, io mi accorsi che il mio ruotare con il cielo compiva ora un arco maggiore. E quale è il mutamento di colore (trasmutare), in un breve lasso (picciol varco) di tempo, in una donna dalla carnagione candida, quando il suo volto depone (si discarchi) il rossore provocato dalla vergogna, lo stesso cambiamento avvenne davanti ai miei occhi, non appena mi volsi (a guardare il cielo), per il bianco splendore dell armonioso (temprata) sesto pianeta, che mi aveva accolto dentro di sé (il colore bianco di Giove, dunque, contrasta vivamente con il rosso di Marte). 70-87 In quella stella (facella) di Giove (giovial) io vidi lo sfavillio delle amorose luci dei beati che si trovavano lì a disegnare davanti ai miei occhi il nostro linguaggio umano. E come gli uccelli innalzati in volo dalla sponda del fiume, quasi rallegrandosi a vicenda per il pasto di cui si sono nutriti, formano in cielo (fan di sé... schiera) ora un cerchio, ora un altra figura geometrica, così all interno dei loro involucri di luce, volteggiando (volitando) e cantando, gli spiriti beati formavano in figura ora una D, ora una I, ora una L. Dapprima, cantando, si muovevano al ritmo del loro stesso canto; poi, essendosi disposti in figura di una di queste lettere, si fermavano un poco e tacevano. O Musa (diva Pegasea) che rendi gloriosi e prolunghi la fama nei secoli degli ingegni poetici, ed essi con il tuo aiuto (teco) rendono tali le città e i regni, illuminami con la tua luce, cosicché io possa rappresentare quelle loro figure così come le ho impresse (concette) in me: la tua potenza (possa) si manifesti (paia) in questi versi così inadeguati a esprimere una tale visione (brevi)! 88-99 (Le anime sante) si mostrarono dunque in trentacinque (cinque volte sette) vocali e consonanti; e io annotai mentalmente le lettere (parti) così come mi vennero dettate in figura. E al nome de l alto Macabeo vidi moversi un altro roteando, 42 e letizia era ferza del paleo. Così per Carlo Magno e per Orlando due ne seguì lo mio attento sguardo, 45 com occhio segue suo falcon volando. Poscia trasse Guiglielmo e Rinoardo e l duca Gottifredi la mia vista 48 per quella croce, e Ruberto Guiscardo. Indi, tra l altre luci mota e mista, mostrommi l alma che m avea parlato 51 qual era tra i cantor del cielo artista. Io mi rivolsi dal mio destro lato per vedere in Beatrice il mio dovere, 54 o per parlare o per atto, segnato; e vidi le sue luci tanto mere, tanto gioconde, che la sua sembianza 57 vinceva li altri e l ultimo solere. E come, per sentir più dilettanza bene operando, l uom di giorno in giorno 60 s accorge che la sua virtute avanza, sì m accors io che l mio girare intorno col cielo insieme avea cresciuto l arco, 63 veggendo quel miracol più addorno. E qual è l trasmutare in picciol varco di tempo in bianca donna, quando l volto 66 suo si discarchi di vergogna il carco, tal fu ne li occhi miei, quando fui vòlto, per lo candor de la temprata stella 69 sesta, che dentro a sé m avea ricolto. Io vidi in quella giov al facella lo sfavillar de l amor che lì era 72 segnare a li occhi miei nostra favella. E come augelli surti di rivera, quasi congratulando a lor pasture, 75 fanno di sé or tonda or altra schiera, sì dentro ai lumi sante creature volitando cantavano, e faciensi 78 or D, or I, or L in sue figure. Prima, cantando, a sua nota moviensi; poi, diventando l un di questi segni, 81 un poco s arrestavano e taciensi. O diva Pegas a che li ngegni fai glor osi e rendili longevi, 84 ed essi teco le cittadi e regni, illustrami di te, sì ch io rilevi le lor figure com io l ho concette: 87 paia tua possa in questi versi brevi! Mostrarsi dunque in cinque volte sette vocali e consonanti; e io notai 90 le parti sì, come mi parver dette.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato