La Divina Commedia

672 Canto XVI 40-48 Io e i miei antenati nascemmo nel luogo dove per chi corre il vostro palio (gioco) annuale incomincia l ultimo sestiere (sesto). Dei miei antenati ti basti sapere questo: chi essi fossero e da dove siano venuti qui a Firenze, è più opportuno tacere che dire. Tutti coloro che a quel tempo erano atti alle armi a Firenze nella zona tra Ponte Vecchio e il Battistero erano la quinta parte di quelli che ora sono nella città. (vv. 49-72) Decadenza di Firenze 49-57 Ma la popolazione, che ora è mescolata con gente di Campi, Certaldo e Figline, appariva pura fino al più umile artigiano. Oh quanto sarebbe (fora) meglio che quelle genti di cui ho parlato fossero rimaste confinanti, e che voi aveste mantenuto i limiti del territorio fiorentino al Galluzzo e a Trespiano, piuttosto che averle al suo interno e sostenere il fetore del contadino di Aguglione, di quello di Signa, che certo ha l occhio pronto a cogliere ogni occasione di baratteria! 58-66 Se la gente di Chiesa, che oggi nel mondo è quella che più devia dal retto cammino (traligna) non fosse stata ostile come una matrigna (noverca) all imperatore (Cesare), ma si fosse comportata come una madre piena d amore verso il figlio, qualcuno, che è diventato fiorentino ed esercita il cambio e la mercatura, invece sarebbe rimasto a Semifonte, dove l antenato (avolo) esercitava la vendita al minuto (a la cerca); Montemurlo sarebbe ancora sotto il dominio dei conti Guidi; i Cerchi sarebbero ancora nella parrocchia (piovier) di Acone, e forse i Buondelmonti ancora in Val di Greve. 67-72 La mescolanza (confusion) delle stirpi è sempre stata causa di rovina delle città, come causa di male per il vostro corpo è il cibo che si sovrappone a quello non ancora digerito; e un toro cieco cade più velocemente (avaccio) di un agnello cieco; e molte volte una sola spada ferisce più e meglio di cinque spade. (vv. 73-154) Le principali famiglie fiorentine 73-87 Se consideri come sono andate in rovina Luni e Orbisaglia, e come si stanno spegnendo sulle loro orme Chiusi e Senigallia, non ti sembrerà strano né arduo da capire l udire che si spengono anche le famiglie, dal momento che la vita delle città è soggetta alla rovina. Le cose terrene, così come per voi uomini, sono tutte soggette alla morte, ma essa sembra non manifestarsi (celasi) in alcune cose che durano a lungo, d altra parte la vita umana è breve. E come il girare del Cielo della Luna copre e scopre continuamente i litorali (con le acque del mare), così il Destino fa di Firenze: perciò non deve stupire ciò che dirò dei Fiorentini nobili, la fama dei quali è coperta dall oblio (nascosa) del tempo. 88-99 Io vidi gli Ughi, i Catellini, i Filippi, i Greci, gli Ormanni e gli Alberichi, quando erano illustri, benché già in decadenza (nel calare); e vidi famiglie la cui potenza era pari nell antichità, dei Sannella, Li antichi miei e io nacqui nel loco dove si truova pria l ultimo sesto 42 da quei che corre il vostro ann al gioco. Basti d i miei maggiori udirne questo: chi ei si fosser e onde venner quivi, 45 più è tacer che ragionare onesto. Tutti color ch a quel tempo eran ivi da poter arme tra Marte e l Batista, 48 erano il quinto di quei ch or son vivi. Ma la cittadinanza, ch è or mista di Campi, di Certaldo e di Fegghine, 51 pura vediesi ne l ultimo artista. Oh quanto fora meglio esser vicine quelle genti ch io dico, e al Galluzzo 54 e a Trespiano aver vostro confine, che averle dentro e sostener lo puzzo del villan d Aguglion, di quel da Signa, 57 che già per barattare ha l occhio aguzzo! Se la gente ch al mondo più traligna non fosse stata a Cesare noverca, 60 ma come madre a suo figlio benigna, tal fatto è fiorentino e cambia e merca, che si sarebbe vòlto a Simifonti, 63 là dove andava l avolo a la cerca; sariesi Montemurlo ancor de Conti; sarieno i Cerchi nel piovier d Acone, 66 e forse in Valdigrieve i Buondelmonti. Sempre la confusion de le persone principio fu del mal de la cittade, 69 come del vostro il cibo che s appone; e cieco toro più avaccio cade che cieco agnello; e molte volte taglia 72 più e meglio una che le cinque spade. Se tu riguardi Luni e Orbisaglia come sono ite, e come se ne vanno 75 di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, udir come le schiatte si disfanno non ti parrà nova cosa né forte, 78 poscia che le cittadi termine hanno. Le vostre cose tutte hanno lor morte, sì come voi; ma celasi in alcuna 81 che dura molto, e le vite son corte. E come l volger del ciel de la luna cuopre e discuopre i liti sanza posa, 84 così fa di Fiorenza la Fortuna: per che non dee parer mirabil cosa ciò ch io dirò de li alti Fiorentini 87 onde è la fama nel tempo nascosa. Io vidi li Ughi e vidi i Catellini, Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, 90 già nel calare, illustri cittadini;

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato