La Divina Commedia

Benigna volontade in che si liqua sempre l amor che drittamente spira, 3 come cupidità fa ne la iniqua, silenzio puose a quella dolce lira, e fece qu etar le sante corde 6 che la destra del cielo allenta e tira. Come saranno a giusti preghi sorde quelle sustanze che, per darmi voglia 9 ch io le pregassi, a tacer fur concorde? Bene è che sanza termine si doglia chi, per amor di cosa che non duri 12 etternalmente, quello amor si spoglia. Quale per li seren tranquilli e puri discorre ad ora ad or sùbito foco, 15 movendo li occhi che stavan sicuri, e pare stella che tramuti loco, se non che da la parte ond e s accende 18 nulla sen perde, ed esso dura poco: tale dal corno che n destro si stende a piè di quella croce corse un astro 21 de la costellazion che lì resplende; né si partì la gemma dal suo nastro, ma per la lista rad al trascorse, 24 che parve foco dietro ad alabastro. Sì p a l ombra d Anchise si porse, se fede merta nostra maggior musa, 27 quando in Eliso del figlio s accorse. «O sanguis meus, o superinfusa grat a De , sicut tibi cui 30 bis unquam celi ian a reclusa? . Così quel lume: ond io m attesi a lui; poscia rivolsi a la mia donna il viso, 33 e quinci e quindi stupefatto fui; ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso tal, ch io pensai co miei toccar lo fondo 36 de la mia gloria e del mio paradiso. 1-6. Benigna volontade ... tira: nelle due ter- zine è rappresentata l immagine dei beati che, spinti dal desiderio di carità, si fermano lungo la croce luminosa e zittiscono, per rispondere alle domande di Dante. Nella carità dei beati si manifesta la volontà di Dio come emerge dalla metafora della lira, strumento musicale di cui i beati sono le corde che Dio modula secondo la propria volontà; liqua è un latinismo, da liquet: «si risolve . 7-9. Come saranno ... concorde?: i beati, guidati dalla mente di Dio, agiscono in perfetta sintonia e la loro carità nei confronti di Dante testimonia che essi ascoltano le giuste preghiere degli uomini. Le anime, immateriali e pure, sono dette sustanze; la «sustanza è l essenza dell uomo, l anima; invece il corpo è un involucro temporaneo e corruttibile. Il termine concorde deriva dal latino concordes, di cui è una contrazione. 10-12. Bene ... spoglia: chi ha rinunciato ai beni eterni del cielo per amore dei beni tran- (vv. 1-30) Uno spirito saluta Dante 1-6 La volontà di fare il bene, nella quale sempre si manifesta l amore (di Dio) che ci guida sulla retta via, come l avidità si manifesta nella volontà di fare il male, fece tacere quella dolce lira (il coro dei beati) e fece fermare quelle sante corde (le anime) che sono tese e allentate dalla mano di Dio. 7-12 Come potrebbero essere sorde alle giuste preghiere (degli uomini) quelle anime che tacquero all unisono, per invitarmi a interrogarle? giusto che soffra per l eternità chi, per amore di una cosa che non dura per sempre, si priva dell amore di Dio. 13-24 Come attraverso cieli tranquilli e limpidi sfreccia una luce improvvisa, attirando lo sguardo che prima era fermo, e sembrerebbe una stella che si sposta (in cielo), se non fosse per il fatto che dalla parte dove essa si è accesa non scompare nessun astro, e inoltre quella dura poco; così, dal braccio (della croce) che si allunga verso destra si spostò rapidamente fino ai suoi piedi una luce (un anima) della costellazione che lì brilla; e quella luce preziosa non si staccò dalla fascia della croce, ma sfrecciò lungo la striscia luminosa formata dai suoi raggi, così che sembrò una luce dietro una lastra (trasparente) di alabastro. 25-30 Così affettuosa l anima di Anchise andò incontro al figlio quando lo riconobbe nei Campi Elisi, se possiamo credere al nostro massimo poeta (Virgilio). «O sangue mio, o sovrabbondante Grazia di Dio, a chi come a te è mai stata aperta per due volte la porta del cielo? . (vv. 31-69) L invito a porgli domande 31-36 Così (disse) quella luce, per cui io mi rivolsi a lei, poi guardai Beatrice e da ambedue le parti fui inondato di stupore, perché nei suoi occhi splendeva una tale gioia che io pensai di toccare con i miei il limite della beatitudine e della letizia. sitori del mondo soffrirà eternamente le pene dell Inferno. questo un concetto espresso da san Tommaso (Summa theologiae III). 13-24. Quale per li seren ... alabastro: una delle luci dei beati è paragonata alla stella cadente: nello spazio infinito del cielo sereno un astro luminoso e fuggente attira lo sguardo. - v. 15 sicuri: Parole in chiaro. Un beato si muove lungo la striscia luminosa della croce greca, curva ad angolo retto verso il basso e si ferma ai piedi di essa. L accostamento con il fuoco che si muove dietro un oggetto di alabastro trasparente e con la gemma preziosa comunica l affettuosa sollecitudine di Cacciaguida nei confronti di Dante. 25-30. Sì p a ... reclusa?: l animazione del beato richiama quella del troiano Anchise quando incontrò il figlio Enea nei Campi Elisi, l oltretomba degli spiriti eletti immaginato da Virgilio (Eneide VI, 684-686). Anche l esordio in latino (sanguis meus) ricorda il discorso di Anchise a Enea (Eneide VI, 835) e conferisce una importanza particolare a questo incontro. Dante è ora consapevole della sua purificazione interiore che l ha reso degno di salire al cielo come Enea e san Paolo (l unico entrato due volte in Paradiso da vivo e dopo morto), mentre all inizio del poema egli non si sentiva di imitarne l esempio (Inferno II, 13-33). Si noti che, nei vv. 28-30, l uso del latino (la lingua dell Impero romano e della Chiesa) e l aggettivo superinfusa, ricalcato sulle Sacre Scritture, intrecciano l Eneide con la Commedia, che è poema biblico e classico a un tempo. 33-36. e quinci ... mio paradiso: Dante è pieno di ammirazione e stupore sia (quinci, da una parte) per le parole dell anima, di cui non conosce l identità, sia (quindi, dall altra parte) per l accresciuto splendore di Beatrice, il cui riso, segnale di letizia, aumenta di Cielo in Cielo. Ora al poeta sembra di aver raggiunto il massimo della beatitudine. Paradiso Cacciaguida 661

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato