La Divina Commedia

66 Canto IV 43-45 Un gran dolore mi strinse il cuore quando lo udii, perché in questo Limbo riconobbi sospese molte persone di grande virtù. (vv. 46-63) Cristo e i patriarchi 46-50 «Dimmi, maestro mio, dimmi, signore , cominciai io per voler essere certo con quella sicurezza che vince ogni dubbio (errore): «qualcuno mai uscì da qui, per merito suo o di qualcun altro, per poi essere beato? . 51-54 Ed egli, che comprese il mio parlare per allusioni (coverto), rispose: «Io ero da poco in questa condizione, quando vidi arrivare qui un potente (Cristo) mostrando un segno di vittoria. 55-63 Portò via da qui l anima del primo genitore (Adamo), di Abele suo figlio, e quella di Noè, di Mosè legislatore e obbediente a Dio (liberò il popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto e lo guidò verso la Terra Promessa, la Palestina); il patriarca Abramo e il re Davide, Israele (Giacobbe) con il padre e con i figli e con Rachele, per la quale aveva fatto tanto, e molti altri, e li fece beati. E voglio che tu sappia che, prima di loro, non era stato salvato nessuno spirito umano . (vv. 64-144) Il castello degli spiriti magni 64-66 Non smettevamo di camminare mentre parlava, ma continuavamo ad attraversare la selva, la selva, intendo dire, delle anime fitte. 67-72 Non avevamo ancora percorso un lungo tratto da quando mi ero svegliato quando vidi un fuoco che superava un emisfero di tenebre. Eravamo ancora abbastanza lontani, ma non tanto da non poter distinguere, almeno in parte, che gente onorevole (orrevol) risiedeva in quel luogo. 73-75 «O tu che onori scienza e arte, chi sono questi che hanno così grande onore che li distingue dalla condizione degli altri? . 76-78 E quegli mi rispose: «L onorevole fama che risuona ancora su nel mondo dove tu vivi, in cielo acquista una grazia che così li privilegia . 79-81 Intanto da me fu udita una voce: «Onorate l altissimo poeta, torna la sua anima che si era allontanata . 82-84 Poi che la voce fu interrotta e spenta del tutto, vidi quattro grandi ombre venire verso di noi: avevano un aspetto né triste né lieto. 85-90 Il buon maestro cominciò a dire: «Guarda colui che, con in mano quella spada, avanza davanti ai tre come un re: egli è Omero, il sommo poeta; l altro che viene è il poeta satirico Orazio (satiro), Ovidio è il terzo, e per ultimo Lucano. 91-93 Dato che ciascuno di loro ha in comune (si convene) con me il nome di poeta, come ha detto la voce sola, mi rendono onore, e fanno bene . Gran duol mi prese al cor quando lo ntesi, però che gente di molto valore 45 conobbi che n quel limbo eran sospesi. «Dimmi, maestro mio, dimmi, segnore , comincia io per volere esser certo 48 di quella fede che vince ogne errore: «uscicci mai alcuno, o per suo merto o per altrui, che poi fosse beato? . 51 E quei che ntese il mio parlar coverto, rispuose: «Io era nuovo in questo stato, quando ci vidi venire un possente, 54 con segno di vittoria coronato. Trasseci l ombra del primo parente, d Abèl suo figlio e quella di Noè, 57 di Mo sè legista e ubidente; Abraàm patr arca e Davìd re, Israèl con lo padre e co suoi nati 60 e con Rachele, per cui tanto fé, e altri molti, e feceli beati. E vo che sappi che, dinanzi ad essi, 63 spiriti umani non eran salvati . Non lasciavam l andar perch ei dicessi, ma passavam la selva tuttavia, 66 la selva, dico, di spiriti spessi. Non era lunga ancor la nostra via di qua dal sonno, quand io vidi un foco 69 ch emisperio di tenebre vincia. Di lungi n eravamo ancora un poco, ma non sì ch io non discernessi in parte 72 ch orrevol gente possedea quel loco. «O tu ch onori sc enz a e arte, questi chi son c hanno cotanta onranza, 75 che dal modo de li altri li diparte? . E quelli a me: «L onrata nominanza che di lor suona sù ne la tua vita, 78 graz a acquista in ciel che sì li avanza . Intanto voce fu per me udita: «Onorate l altissimo poeta; 81 l ombra sua torna, ch era dipartita . Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand ombre a noi venire: 84 sembianz avevan né trista né lieta. Lo buon maestro cominciò a dire: «Mira colui con quella spada in mano, 87 che vien dinanzi ai tre sì come sire: quelli è Omero poeta sovrano; l altro è Orazio satiro che vene; 90 Ovidio è l terzo, e l ultimo Lucano. Però che ciascun meco si convene nel nome che sonò la voce sola, 93 fannomi onore, e di ciò fanno bene .

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato