La Divina Commedia

Ma perché paia ben ciò che non pare, pensa chi era, e la cagion che l mosse, 93 quando fu detto Chiedi , a dimandare. Non ho parlato sì, che tu non posse ben veder ch el fu re, che chiese senno 96 acciò che re suffic ente fosse; non per sapere il numero in che enno li motor di qua sù, o se necesse 99 con contingente mai necesse fenno; non si est dare primum motum esse, o se del mezzo cerchio far si puote 102 tr angol sì ch un retto non avesse. Onde, se ciò ch io dissi e questo note, regal prudenza è quel vedere impari 105 in che lo stral di mia intenzion percuote; e se al surse drizzi li occhi chiari, vedrai aver solamente respetto 108 ai regi, che son molti, e buon son rari. Con questa distinzion prendi l mio detto; e così puote star con quel che credi 111 del primo padre e del nostro Diletto. E questo ti sia sempre piombo a piedi, per farti mover lento com uom lasso 114 e al sì e al no che tu non vedi: ché quelli è tra li stolti bene a basso, che sanza distinzione afferma e nega 117 ne l un così come ne l altro passo; perch elli ncontra che più volte piega l oppin on corrente in falsa parte, 120 e poi l affetto l intelletto lega. Vie più che ndarno da riva si parte, perché non torna tal qual e si move, 123 chi pesca per lo vero e non ha l arte. E di ciò sono al mondo aperte prove Parmenide, Melisso e Brisso e molti, 126 li quali andaro e non sap an dove; sì fé Sabellio e Arrio e quelli stolti che furon come spade a le Scritture 129 in render torti li diritti volti. Non sien le genti, ancor, troppo sicure a giudicar, sì come quei che stima 132 le biade in campo pria che sien mature; ch i ho veduto tutto l verno prima lo prun mostrarsi rigido e feroce, 135 poscia portar la rosa in su la cima; e legno vidi già dritto e veloce correr lo mar per tutto suo cammino, 138 perire al fine a l intrar de la foce. Non creda donna Berta e ser Martino, per vedere un furare, altro offerere, vederli dentro al consiglio divino; 142 ché quel può surgere, e quel può cadere . ne) fu senza uguali? . Ma perché appaia chiaro quello che è ancora oscuro, pensa chi era e quale motivo lo spinse a chiedere (la sapienza) quando gli fu detto (da Dio): Chiedi . 94-102 Non ho parlato in modo che tu non possa capire che egli fu re, che chiese la saggezza per essere capace di adempiere (suffic ente) il suo ufficio; non per sapere quante sono le intelligenze motrici, o per conoscere se una premessa necessaria (necesse) e una contingente portano a una conseguenza necessaria (necesse fenno); non per sapere se è possibile (est) ammettere (dare) che esista un primo moto o se in un semicerchio si può costruire (far) un triangolo che non sia rettangolo. 103-111 Quindi, se esamini (note) quello che ho detto prima ( Paradiso X, 114) e ciò che ho appena detto (questo), quel vedere impareggiabile (impari), a cui mirava (percuote) l intenzione delle mie parole, è il senno del re; e se rifletti con mente limpida (occhi chiari) sulla parola surse , vedrai che si riferiva solo ai re, che sono molti, pur essendo rari quelli buoni. Interpreta con questa precisazione le mie parole; e così esse potranno accordarsi con quello che tu credi di Adamo (primo padre) e di Cristo (nostro Diletto). (vv. 112-142) Monito di Tommaso alla prudenza nel giudicare 112-120 E questo ti insegni a procedere sempre con i piedi di piombo, per andare cauto come un uomo stanco e nell affermare (al sì) e nel negare (al no) ciò che non puoi distinguere chiaramente; perché è davvero da porre all ultimo grado della stoltezza colui che afferma e nega senza fare le necessarie distinzioni sia nell uno come nell altro caso; perché accade che spesso un giudizio affrettato (corrente) inclini (piega) all errore e che poi l attaccamento alla nostra opinione non lasci più libero l intelletto. 121-129 Peggio che inutilmente si allontana dalla riva chi va a cercare la scienza (pesca per lo vero) senza averne la capacità, perché non ritorna nella condizione in cui era partito. E di ciò offrono al mondo chiara testimonianza Parmenide, Melisso e Brisone e molti altri, i quali andarono e non sapevano dove; così fecero Sabellio e Ario e tutti quegli eretici che distorsero le Sacre Scritture come le spade deformano i lineamenti regolari dei volti. 130-138 Gli uomini non siano inoltre troppo corrivi a fare previsioni sul futuro (giudicar), come colui che calcola il valore della messe quando è ancora nel campo, prima che sia matura; perché io ho visto durante tutto l inverno il pruno apparire secco e spinoso; poi produrre una rosa sulla cima; e vidi già una nave (legno) percorrere sicura e veloce il mare per tutto il viaggio che doveva compiere, e infine naufragare in ultimo proprio all imboccatura del porto. 139-142 Non credano donna Berta e ser Martino, per il fatto di vedere uno rubare (furare), un altro fare offerte (offerere), di poterli considerare come già giudicati da Dio (dentro al consiglio divino); perché quello può pentirsi e salvarsi, e l altro può peccare e dannarsi . Paradiso La dottrina della creazione 655

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato