La Divina Commedia

Poi che le sponsalizie fuor compiute al sacro fonte intra lui e la Fede, 63 u si dotar di mut a salute, la donna che per lui l assenso diede, vide nel sonno il mirabile frutto 66 ch uscir dovea di lui e de le rede; e perché fosse qual era in costrutto, quinci si mosse spirito a nomarlo 69 del possessivo di cui era tutto. Domenico fu detto; e io ne parlo sì come de l agricola che Cristo 72 elesse a l orto suo per aiutarlo. Ben parve messo e famigliar di Cristo: che l primo amor che n lui fu manifesto, 75 fu al primo consiglio che diè Cristo. Spesse f ate fu tacito e desto trovato in terra da la sua nutrice, 78 come dicesse: Io son venuto a questo . Oh padre suo veramente Felice! oh madre sua veramente Giovanna, 81 se, interpretata, val come si dice! Non per lo mondo, per cui mo s affanna di retro ad Ost ense e a Taddeo, 84 ma per amor de la verace manna in picciol tempo gran dottor si feo; tal che si mise a circ ir la vigna 87 che tosto imbianca, se l vignaio è reo. secondo la quale la madre del santo, prima che egli nascesse, sognò un cane bianco e nero (i colori dell abito domenicano) che portava in bocca una torcia (simbolo della fede ardente di san Domenico) con cui incendiava il mondo. repleta è un latinismo biblico, da repletum, ricolmo (Luca I, 5). 61-62. sponsalizie Fede: le nozze fra san Domenico e la Fede durante il suo battesimo si ricollegano parallelamente alle nozze fra san Francesco e la Povertà (Paradiso XI, 58-63). Sponsalizie: dal latino spondeo, promettere. 64-66. la donna ... e de le rede: Dante cita un altra delle numerose leggende sulla vita di san Domenico: la sua madrina di battesimo sognò il bambino con una stella in fronte, simbolo della luminosa missione affidata a lui e ai suoi seguaci per guidare gli uomini alla salvezza (Acta sanctorum). 67-70. qual era in costrutto ... fu detto: costrutto ha il significato di «vocabolo (Purgatorio XXVIII, 147), quindi Dante allude all ispirazione venuta dal cielo ai genitori del santo, perché anche nel «nome (costrutto) fosse qual era di fatto. Domenico è il possessivo di Dominus, «appartenente al Signore . Nel Medioevo si attribuiva grande importanza al nome, in cui si credeva fossero racchiuse le caratteristiche principali dell individuo o della cosa che lo portava (nomina sunt consequentia rerum). 71-72. sì come ... per aiutarlo: la simi- 61-72 Quando fu compiuta l unione fra lui e la Fede al fonte battesimale, dove si diedero in dote la reciproca salvezza, la madrina, che per lui acconsentì (ai voti battesimali), vide in sogno i meravigliosi frutti che sarebbero derivati da lui e dai suoi eredi (le rede); e perché fosse anche nel nome qual era nell animo, dal cielo (quinci, di qui) discese un ispirazione che lo fece chiamare con il termine possessivo al quale egli apparteneva (era tutto). Fu chiamato Domenico, e io ne parlo come dell agricoltore che Cristo scelse per rendere prospero il suo orto. 73-81 Giustamente parve un inviato e un servo di Cristo: perché il primo sentimento che si manifestò in lui fu quello rivolto al primo insegnamento di Cristo (l amore per la povertà). Spesso la sua nutrice lo trovò disteso in terra, silenzioso e sveglio, come se volesse dire: «Io sono nato per questo fine . Suo padre fu davvero Felice! davvero Giovanna fu sua madre, se il nome va inteso in senso etimologico (grazia di Dio). 82-87 Non per gli onori terreni, per cui ora ci si affanna, seguendo le opere dell Ostiense (teologia) e di Taddeo (medicina), ma per amore della vera sapienza (manna) in breve tempo diventò sommo sapiente (di teologia); così che cominciò a difendere la vigna del Signore (la Chiesa), che presto rinsecchisce, se il vignaiolo è trascurato. litudine è frequente nelle parabole evangeliche (Matteo XX, 1-16), imperniate sulla figura del buon contadino, che sa rendere fertile e produttivo il suo campo. Allo stesso modo san Domenico operò per far prosperare spiritualmente la Chiesa. Un particolare degno di nota è nella rima fra il v. 71, il v. 73 e il v. 75: Dante nella Commedia fa rimare il nome «Cristo solo con la sua stessa ripetizione (Paradiso XIV e XIX, 104 ss.; XXXII, 83 ss.), non ritenendo altra parola degna di accostarvisi (Pagliaro). 75. l primo amor ... Cristo: il primo consiglio è probabilmente un allusione alla prima delle Beatitudini («Beati i poveri di spirito ), cioè all umiltà, anche se alcuni commentatori, fra cui il Buti, intendono la povertà, riferendosi a un passo evangelico (Matteo XIX, 21). Le due interpretazioni, comunque, si ricollegano alla terzina seguente (vv. 76-78), in cui la povertà viene intesa come umiltà di spirito. Il primo amor è il sentimento di attrazione verso tale primo consiglio, l umiltà. 76-78. Spesse f ate ... a questo: l episodio, riportato nelle biografie di san Domenico, riferisce come egli spesso fosse sorpreso, da bambino a dormire per terra, atteggiamento che simboleggia il suo rifiuto degli agi e l istintivo amore per l umiltà e la povertà, d eco evangelica (Marco I, 38). Il fatto richiama la morte di san Francesco sulla nuda terra (Paradiso XI, 115-117). 79-81. Oh ... si dice!: Dante sottolinea nuo- vamente il significato particolare dei nomi di battesimo: Giovanna (latino Domini gratia) vuol dire «piena di grazia del Signore e Felice (latino felix) vuol dire «fortunato (Buti). 82-83. Non per lo mondo ... a Taddeo: l affermazione si ricollega alla riprovazione contro le vane cure umane che apriva il canto XI (vv. 1-9), secondo cui gli uomini si affannano per ottenere onori e vantaggi materiali. In questo caso essi cercano tali obiettivi seguendo il diritto canonico, simboleggiato da Enrico di Susa, cardinale di Ostia (Ost ense), morto nel 1271, docente di teologia a Bologna e a Parigi e autore di una Summa. Dante polemizza contro gli uomini di Chiesa che si dedicano alle speculazioni dottrinali e alle leggi ecclesiastiche a fine di lucro, trascurando i loro doveri morali e spirituali. Taddeo simboleggia, invece, la medicina, ed è per alcuni Taddeo d Alderotto (1215-1295), medico fiorentino, e per altri Taddeo Pepoli, poeta e giureconsulto bolognese, contemporaneo di Dante. 84. verace manna: è il cibo che Dio elargì agli Ebrei nel deserto durante l esodo dall Egitto ( Parole in chiaro, p. 396): qui significa la sapienza delle cose divine, la teologia. 86-87. tal ... è reo: è qui introdotta una parabola evangelica (Matteo XX, 1-16), che si ricollega alla precedente immagine dell agricoltore e dell orto, e paragona san Domenico al vignaiolo che ben coltiva la sua vigna, cioè la Chiesa. Paradiso San Domenico 645

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato