La Divina Commedia

Lo ben che tutto il regno che tu scandi volge e contenta, fa esser virtute 99 sua provedenza in questi corpi grandi. E non pur le nature provedute sono in la mente ch è da sé perfetta, 102 ma esse insieme con la lor salute: per che quantunque quest arco saetta disposto cade a proveduto fine, 105 sì come cosa in suo segno diretta. Se ciò non fosse, il ciel che tu cammine producerebbe sì li suoi effetti, 108 che non sarebbero arti, ma ruine; e ciò esser non può, se li ntelletti che muovon queste stelle non son manchi, 111 e manco il primo, che non li ha perfetti. Vuo tu che questo ver più ti s imbianchi? . E io: «Non già; ché impossibil veggio 114 che la natura, in quel ch è uopo, stanchi . Ond elli ancora: «Or dì: sarebbe il peggio per l omo in terra, se non fosse cive? . 117 «Sì , rispuos io; «e qui ragion non cheggio . «E puot elli esser, se giù non si vive diversamente per diversi offici? 120 Non, se l maestro vostro ben vi scrive . Sì venne deducendo infino a quici; poscia conchiuse: «Dunque esser diverse 123 convien di vostri effetti le radici: per ch un nasce Solone e altro Serse, altro Melchisedèch e altro quello 126 che, volando per l aere, il figlio perse. La circular natura, ch è suggello a la cera mortal, fa ben sua arte, 129 ma non distingue l un da l altro ostello. Quinci addivien ch Esaù si diparte per seme da Iacòb; e vien Quirino 132 da sì vil padre, che si rende a Marte. Natura generata il suo cammino simil farebbe sempre a generanti, 135 se non vincesse il proveder divino. Or quel che t era dietro t è davanti: ma perché sappi che di te mi giova, 138 un corollario voglio che t ammanti. Sempre natura, se fortuna trova discorde a sé, com ogne altra semente 141 fuor di sua reg on, fa mala prova. E se l mondo là giù ponesse mente al fondamento che natura pone, 144 seguendo lui, avria buona la gente. Ma voi torcete a la relig one tal che fia nato a cignersi la spada, e fate re di tal ch è da sermone; 148 onde la traccia vostra è fuor di strada . Dio, il bene che muove e allieta tutto il regno che tu stai salendo (scandi), trasforma in virtù operativa la sua provvidenza in questi corpi celesti. E nella mente di Dio, che è perfetta di per se stessa, non sono determinate (provedute / sono) solo le nature ma il loro essere tali con il loro bene: per cui qualunque cosa questo arco scagli giunge sulla Terra ordinato a un fine determinato (proveduto), come una freccia lanciata verso il suo bersaglio. 106-114 Se così non fosse, il cielo che stai percorrendo produrrebbe i suoi effetti in modo tale che non sarebbero opere ordinate e razionali ma disordine e distruzione; e ciò non può essere, se le intelligenze che muovono queste stelle non sono difettose, e se non è difettoso il primo intelletto, che non le ha create perfette. Vuoi che ti chiarisca (ti s imbianchi) maggiormente questa verità? . E io: «Proprio no; giacché vedo impossibile che la natura venga meno (stanchi) in ciò che è necessario . 115-120 Quindi egli disse ancora: «Ora dimmi: sarebbe peggio, per l uomo sulla Terra, se non vivesse in società? . «Sì , risposi io; «e non chiedo spiegazioni di ciò . «E può essere, se sulla Terra non si vive diversamente con funzioni differenziate? No di certo, se scrive bene il vostro maestro (Aristotele) . 121-126 Così venne svolgendo le sue deduzioni fino a qui; poi concluse: «Dunque è necessario che le cause delle vostre azioni siano diverse: per cui uno nasce legislatore come Solone e un altro condottiero come Serse, uno sacerdote come Melchisedec e un altro inventore come Dedalo, che perse in volo il figlio Icaro. 127-135 La virtù dei cieli che ruotano, che imprime la sua forma alla materia mortale, svolge bene il proprio compito, ma non distingue tra una casa e l altra. Quindi accade (addivien) che Esaù fin dal concepimento sia diverso da Giacobbe; e Romolo (Quirino) nasce da un padre così umile che viene attribuito a Marte. La natura dei generati seguirebbe sempre la stessa strada dei genitori, se non fosse più forte la provvidenza divina. 136-148 Ora quello che ti era alle spalle ti sta davanti agli occhi: ma perché tu sappia che ho piacere a trovarmi con te, voglio che una conseguenza del mio ragionamento (corollario) completi come un mantello il tuo abbigliamento. La natura, se incontra un destino opposto a sé, proprio come un seme caduto fuori dal terreno adatto, dà cattiva prova di sé. E se il mondo laggiù tenesse conto delle inclinazioni che la natura pone in ciascuno e le seguisse, avrebbe sempre persone migliori. Ma voi costringete alla vita religiosa chi è nato per la vita militare, ed eleggete re chi è adatto a far prediche (è da sermone); quindi il vostro cammino è fuori della retta via . Paradiso Carlo Martello 619

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato