Tipologia B – Giustiniano tra la storia reale e i versi di

Verso l esame di Stato Allenarsi alla prima prova Tipologia B Analisi e produzione di un testo argomentativo VITTORIO SERMONTI Giustiniano tra la storia reale e i versi di Dante In queste pagine di presentazione della figura di Giustiniano, lo scrittore, regista televisivo e teatrale Vittorio Sermonti (1929-2016) cerca di ricostruire la figura storica dell imperatore a partire dalle notizie e dalle informazioni che sono considerate certe su di lui. Nella lettura dei versi danteschi Sermonti distingue ciò che è chiaramente erroneo (perché frutto di una rielaborazione da parte di Dante di fonti parziali o addirittura errate) da quanto è, invece, considerabile autentico anche dal punto di vista storico. 10 20 30 Vediamo di riordinare il curriculum dell Augusto narratore. E chi non l ha mai visto, almeno in cartolina, scintillare nell abside di San Vitale a Ravenna? Il fatto che Dante, il quale quel mosaico avrà contemplato decine di volte testa all aria, s immaginasse Giustiniano esattamente come siamo abituati a immaginarcelo noi, nella stessa postura ieratica e con la stessa grinta contadina, la stessa pàtena1 d oro fra le mani e la stessa corona gemmata in testa, non è cosa da poco [ ]; e intanto tradisce - un indizio fra tanti - la [«ravennità ]2 del Paradiso di Dante, che avremo innumerevoli occasioni per verificare. [ ] Flavio Pietro Sabbazio nasce modestamente in un villaggio della Macedonia l anno di Cristo 482. Il nome di Giustiniano gli sarà a posto più tardi, nell egida del famoso zio Giustino. Il quale zio, fatta carriera a corte, lo convoca a Costantinopoli; resosi imperatore, lo associa al trono. E sul trono lo lascia da solo nel 527, morendo: da solo con la moglie Teodora, guitta di liberi costumi e, quel che è peggio, monofisita. Purtroppo, nella scheda autobiografica che il beato imperatore esibisce a Dante, non tutte le indicazioni sembrano esatte. Tanto per cominciare, si nota che dal malaugurato trasloco della corte imperiale a Bisanzio, indetto da Costantino nel 330, all incoronazione di Giustiniano (527) non son passati cento e cent anni e più, come ci ha appena detto l anima mercuriale: semmai cento e cent anni meno tre. Molto probabile che questa svista vada addebitata al Tresor di Brunetto Latini, fonte principe cui Giustiniano sembra attingere i dati della propria autobiografia. Questa, e diverse altre. Per esempio: quando Agàpito, papa dal maggio 535 all aprile 536, va a Napoli, la redazione del Corpus iuris è praticamente compiuta; quindi dato e non concesso che Agàpito abbia convertito alla fede sincera Giustiniano con le parole sue non è comunque esatto che Giustiniano si sia accinto all ingente mansione tosto che con la chiesa mosse i piedi. [ ] Infatti, sebbene la missione del papa sul Bosforo sortisse apprezzabili risultati, in quanto riportò sotto l egida giurisdizionale della Chiesa di Roma il patriarcato di Costantinopoli, non si può dire che né Agàpito né altri abbiano convertito Giustiniano alla fede sincera; anche perché Giustiniano non ne aveva un particolare bisogno, non essendo monofisita lui come sua moglie. [ ] La dottrina monofisita, che postulava appunto una natura in Cristo esser, non piùe, o per dir meglio la natura umana del Cristo essere stata sopraffatta e assimilata dalla natura divina, si affaccia nelle comunità cristiane d Oriente durante la prima metà del V secolo, propugnata da Eutiche, autorevole monaco costantinopolitano. Nel 451 il Concilio di Calcedonia condanna il monofisismo, senza peraltro debellarlo. Giustino sarà rigorosissimo con gli scismatici, che continuano a tenere banco nelle chiese di Siria e d Egitto; suo nipote, meno. 1. Pàtena: piattello di metallo (in genere prezioso) usato per coprire il calice e per contenere l ostia. 2. Ravennità: il termine allude all influenza che molte immagini presenti nei mosaici di Ravenna hanno avuto sui versi del Paradiso. Dante si trovava nella città quando stava scrivendo l ultima Cantica. Paradiso Giustiniano 609

La Divina Commedia
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