Analisi e interpretazione

Analisi e interpretazione Le immagini evanescenti delle anime Dante descrive con immagini sfumate l atmosfera del primo Cielo della Luna, un mondo incorporeo e una materia che diventa vibrazione luminosa. La similitudine della perla su una bianca fronte (v. 14) riprende la moda dell epoca, in cui le donne usavano ornare il capo con perle. La quotidianità dell immagine unita ai vetri trasparenti e tersi (v. 10), alle acque nitide (v. 11) e agli specchi (v. 20) descrive l aspetto indefinito di questi spiriti, come se fossero immagini riflesse, che poi svaniscono cantando (vv. 122-123). I gradi diversi di beatitudine I beati sono nell Empireo, ma appaiono a Dante nei cieli dei quali subirono l influsso in vita. A Piccarda, il primo personaggio che il poeta incontra in Paradiso, è affidato il compito di spiegare i loro diversi gradi di beatitudine, in risposta al dubbio da lui espresso: se sulla Terra la disuguaglianza provoca il desiderio di migliorare la propria condizione, i beati non vorrebbero essere più vicini a Dio e quindi in un luogo più alto? Piccarda risponde che la beatitudine paradisiaca è tutt uno con la Grazia e con la gloria divina: le anime hanno un grado diverso di beatitudine perché ricevono la ricompensa da Dio in base ai loro meriti; il loro amore-carità nei confronti del prossimo riflette l amore di Dio; la loro volontà si appaga completamente nella perfetta giustizia e carità di Dio (com a lo re che n suo voler ne nvoglia, v. 84); la volontà divina ordina l universo (quel mare al qual tutto si move, v. 86). Piccarda Donati e l amore-carità Nel Cielo della Luna, il più lento e il più lontano dall Empireo, Piccarda esprime il proprio amore-carità nel suo uniformarsi al volere divino e rievoca con accenti misericordiosi la violenza subita. Non accusa coloro che la trassero fuori del chiostro, anzi, la brutalità del fratello (Uomini poi, a mal più ch a bene usi, / fuor mi rapiron de la dolce chiostra, vv. 106-107) è mitigata dall aggettivo dolce, riferito alla vita serena del convento: l esperienza terrena è ora vista nella prospettiva eterna che la compensa in Dio, la dolcezza si unisce alla solenne dichiarazione della legge unitaria d amore e di volontà che regna nel Paradiso. «L esperienza terrena, quella fugace ma insignificante parentesi di memoria che la creatura celeste evoca a soddisfare l umano indugio di Dante, è qui vista e prospettata dall angolo di quest altra esperienza che la finisce e la compensa in Dio: ponendosi come occasione di una reazione affettiva e morale che aumenta i termini della conoscenza e dell ascesi, episodio della progressiva scoperta dell ordi- Per approfondire L e grandi figure femminili ne celeste e del suo restaurare le deviazioni della cronaca terrena. [ ] La figura antica, entro cui riaffiora un età di affetti e di esperienze cara alla memoria di Dante, vale sì a conferire esiti di grazia mimica e di dolcezza disegnativa alla solenne dichiarazione della legge unitaria d amore e di volontà, alla ragione gnomica [morale] del canto: che, arricchita e come umanizzata da quella circolazione emotiva, si comunica a Dante in movimenti di gioia e di ardore. Ma è poi questa sublimità del volere, la necessità di una gaudiosa evidenza della legge, a dar senso, divenire e valore, all episodio terreno, a sfumare in trasparenze nuove e in risonanze compiute il linguaggio, i modi sottili e segreti della rievocazione: a dotare, vorremmo dire, di un destino, di una reale significazione metafisica [universale], quell apertura metafisica che era nella poetica del dolce stile, e altresì nel sogno umano della vergine sorella (A. Leone De Castris). Beatrice luce di verità eterne Anche l amore di Beatrice si sublima in caritas, cioè nell amore divino. Sostituitasi a Virgilio sulla vetta del Purgatorio, la donna, simbolo della teologia e della salvezza ultraterrena, guida Dante con i suoi insegnamenti spirituali. Il suo sorriso (la dolce guida / che, sorridendo, ardea ne li occhi santi, vv. 23-24) è segno di carità (vuole compiacere Dante e risponde alle sue domande), i suoi occhi sono tramite di dolcezza d amore, sentimento ora pervaso di eternità. Il lessico della luce e della beatitudine Il colore e la luce costituiscono il Leitmotiv del Paradiso. L incipit del canto Quel sol che pria d amor mi scaldò l petto indica Beatrice che illumina la strada della salvezza di Dante e, nel contempo, evoca il fuoco di Dio che è il primo amore. Alla terzina, costruita sull area semantica della dolcezza e del calore (sol, amor, scaldò, bella, dolce), seguono numerosi termini che rinviano alla beatitudine delle anime (dolcezza v. 38; beati, beata, beato vv. 50, 51, 79; felici v. 6;, piace v. 83) e alla luce divina come assoluta verità (lume vv. 23, 111; ardea ne li occhi v. 24; verace luce 32; risplende v. 59; splendor v. 109; s accende v. 110; folgorò v. 128). Lo Stilnovo lirica dell amore divino Il colloquio tra Dante e Piccarda riecheggia i toni gentili e raffinati dello Stilnovo (graz oso mi fia se mi contenti, v. 40), ma il repertorio linguistico dell amore profano (affetti, infiammati, piacer) è utilizzato per esprimere con sovrumana dolcezza l amore divino (La nostra carità non serra porte / a giusta voglia, vv. 43-44; Li nostri affetti, che solo infiammati / son nel piacer de lo Spirito Santo, / letizian del suo ordine formati, vv. 52-54). Paradiso Piccarda Donati 583

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato