Personaggi principali: Celestino V, Caronte

58 Canto III Personaggi principali del papa su ogni autorità terrena), e nemico di Dante. Celestino V riprese la vita eremitica nella rocca di Fumone (Frosinone) dove morì poco tempo dopo e fu canonizzato nel maggio del 1313. Caronte Particolare del trittico raffigurante Celestino V, Castel Nuovo, Napoli Celestino V Il monaco eremita Pietro detto del Morrone (1215-1296) fu eletto papa nel conclave1 di Perugia (il 25 luglio 1294) col nome di Celestino V. La sua ascesa al soglio pontificio avvenne in un momento di confusione: la Chiesa, dopo le lotte con l Impero, si era asservita alla monarchia francese di Carlo II d Angiò e le potenti famiglie romane, come i Colonna e gli Orsini, alimentavano le rivalità tra le schiere cardinalizie. Celestino V appariva come il «papa angelico che poteva porre fine alla corruzione temporale della Curia romana. Il venerabile eremita, inadeguato per le responsabilità politiche, abdicò dopo solo cinque mesi e aprì la strada al pontificato di Benedetto Caetani, Bonifacio VIII, assertore della teocrazia (superiorità del potere Caronte, un semidio figlio dell Erebo e della Notte, nella mitologia greca e latina ha sempre assolto alla funzione di traghettatore delle anime dei trapassati negli Inferi Virgilio ne offre una possente descrizione, nel libro VI dell Eneide, quando immagina la discesa di Enea nel regno dei morti. Enea, sbarcato in Campania, si reca al tempio di Apollo, a Cuma, per interrogare sul proprio destino la Sibilla. La sacerdotessa del dio lo accompagna in una grotta che emana sgradevoli esalazioni (le odierne solfatare di Pozzuoli) e dalla quale si accede all Oltretomba. Giunti al vestibolo dell Inferno, vedono fantasmi mostruosi (personificazione dei mali dell umanità il Pianto, i Rimorsi, le Malattie) e poi terribili figure come i Centauri, la Chimera, le Gorgoni, le Arpìe. Enea e la Sibilla proseguono fino alle rive del fiume Acheronte. Qui la barca di Caronte traghetta da una riva all altra le anime che sono state onorate di esequie, ma lascia quelle degli insepolti in attesa per un arco di cento anni (Dante incontra le anime degli ignavi, non in attesa di spostamento, ma lì confinate per l eternità). Il nocchiero infernale vorrebbe impedire il passaggio di Enea (Dante immagina la stessa opposizione), ma la Sibilla lo convince, mostrandogli un rametto di bacche dorate da offrire a Proserpina, la regina degli Inferi (Virgilio usa una formula per placare la rabbia del nocchiero). 1. conclave: nel 1241, dopo la morte di Gregorio IX, il senatore Matteo Rosso Orsini, stanco di vedere che i cardinali dopo mesi di trattative non avevano ancora eletto un papa, li rinchiuse con un azione di forza nel palazzo romano di Settimio Severo, per sottrarli alle interferenze dell imperatore Federico II di Svevia. Da questa durissima segregazione deriva il termine «conclave (dal latino cum clave) che significa «chiuso a chiave . Parole in chiaro Città dolente (v. 1) L espressione città dolente sta a significare che tutti gli abitanti dell Inferno vivono nel dolore. Con il termine «città correlato da aggettivi pertinenti, si definivano i regni dell Oltretomba nelle opere di sant Agostino (De civitate Dei, «La città di Dio , 413-426) e nel poemetto del frate francescano Giacomino da Verona, vissuto intorno alla metà del Duecento, che descrive le pene dei peccatori (De Babylonia civitate infernali, «Babilonia, città infernale ). Segrete (v. 21) L aggettivo segrete indica etimologicamente (dal latino secernere = separare, dividere) che l Inferno è un mondo separato dalla Terra e inaccessibile ai mortali. Di qui deriva il significato odierno dell aggettivo «segreto , «misterioso . Acheronte (v. 78) Acheronte (dal greco cheros, stagno) nella letteratura classica è il fiume che i morti attraversano sulla barca di Caronte (Eneide VI, 295 e sgg.) ed è indicato anche con i nomi Stige e Cocìto. In Dante delimita il confine tra l Antinferno dei vili e l Inferno vero e proprio ed è il primo dei quattro fiumi infernali: l Acheronte, o fiume del dolore, è formato dalle lacrime che sgorgano dagli occhi del Veglio di Creta (Inf. XIV, 94 sgg.). Gli altri fiumi infernali che attraversano il regno dei peccatori disegnato da Dante sono: lo Stige, il fiume dell odio, il Flegetonte, il fiume del fuoco e infine il Cocìto che è il fiume del pianto.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato