La Divina Commedia

576 Canto II Prendi tre specchi; e allontanane (rimovi) due da te a uguale distanza (d un modo), e l altro, più distante (rispetto agli altri), incontri il tuo sguardo in mezzo ai primi due. Rivolto verso di loro, fa che alle tue spalle (dopo il dosso) si trovi una luce che illumini i tre specchi e ti torni riflessa (ripercosso) da tutti. (vv. 103-148) Spiegazioni di Beatrice 103-111 Benché l immagine di luce (la vista) riflessa nello specchio più lontano non sia uguale per quantità (nel quanto tanto non si stenda; cioè, non abbia la stessa estensione), ti accorgerai che necessariamente (vedrai come convien) risplende con la stessa qualità di luce. Ora, come l azione dei caldi raggi del sole lascia ciò che era sotto la neve (il suggetto) sgombro e nudo dal colore (bianco) e dal gelo precedenti (primai), così spogliato (dall errore) il tuo intelletto, voglio rimodellarlo con una luce tanto viva che al suo manifestarsi (nel suo aspetto) scintillerà alla tua vista intellettuale tremolando come una stella. 112-123 All interno del cielo di eterna quiete e immobilità (l Empireo) ruota una sfera celeste (Primo Mobile) nella cui virtù risiede in potenza (giace) l essere di tutto ciò che essa contiene (tutto l universo). Il cielo successivo (Stelle fisse), che ha tante stelle, riparte quella potenzialità indifferenziata (quell esser) fra tutte le diverse essenze (le costellazioni) distinte da lui e in lui contenute. Gli altri cieli (giron; quelli dei sette pianeti) dispongono le distinte virtù (distinzion) che hanno in se stessi in modi diversi al fine di perseguire (sulla Terra) le finalità e gli influssi da loro voluti. Come ormai puoi comprendere dal mio ragionamento queste sfere celesti (organi del mondo) sono organizzate così, in scala una dopo l altra, che ricevono la virtù influente dall alto (di sù prendono) e agiscono con essa sul livello inferiore. 124-132 Osserva bene ormai quanto io mi avvicino (sì com io vado) con quest ultimo ragionamento (per questo loco) alla verità che desideri, così che poi tu sappia compiere da solo l ultimo tratto. Il moto perenne e le virtù proprie di ciascun cielo provengono necessariamente (convien che spiri) dalle intelligenze angeliche motrici (beati motor), come dal fabbro (proviene) l abilità (l arte) del martello; e il cielo reso bello da tante stelle (l ottavo), prende la forma di cui si fa sigillo (per improntare la materia sottostante) dall intelligenza angelica (mente profonda) che lo fa ruotare. 133-148 E come l anima nel corpo umano (vostra polve) s irradia (si risolve) in diversi organi (membra) predisposti a diverse funzioni, così l Intelligenza (angelica) dispiega e diversifica (moltiplicata) la sua virtù benefica nelle varie stelle, ruotando se stessa intorno alla propria unità. La virtù diversificata costituisce una diversa unità (lega) con la materia preziosa (l astro) a cui dà vita e alla quale, così come fa lo spirito vitale in voi uomini, si unisce (si lega). Poiché discende da una natura lieta (dalle intelligenze angeliche), la virtù compenetrata (con i vari cieli) splende attraverso l astro (corpo) come la gioia traluce dalle pupille umane. Da questo (dalla virtù diversificata) deriva la luminosità (ciò) che sembra diversa da stella a stella, non dalla maggiore o minore densità (denso e raro); essa (la virtù) è il principio formale che produce opacità o splendore (dei corpi celesti) conformemente alla sua bontà . 96 ch esser suol fonte ai rivi di vostr arti. Tre specchi prenderai; e i due rimovi da te d un modo, e l altro, più rimosso, 99 tr ambo li primi li occhi tuoi ritrovi. Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso ti stea un lume che i tre specchi accenda 102 e torni a te da tutti ripercosso. Ben che nel quanto tanto non si stenda la vista più lontana, lì vedrai 105 come convien ch igualmente risplenda. Or, come ai colpi de li caldi rai de la neve riman nudo il suggetto 108 e dal colore e dal freddo primai, così rimaso te ne l intelletto voglio informar di luce sì vivace, 111 che ti tremolerà nel suo aspetto. Dentro dal ciel de la divina pace si gira un corpo ne la cui virtute 114 l esser di tutto suo contento giace. Lo ciel seguente, c ha tante vedute, quell esser parte per diverse essenze, 117 da lui distratte e da lui contenute. Li altri giron per varie differenze le distinzion che dentro da sé hanno 120 dispongono a lor fini e lor semenze. Questi organi del mondo così vanno, come tu vedi omai, di grado in grado, 123 che di sù prendono e di sotto fanno. Riguarda bene omai sì com io vado per questo loco al vero che disiri, 126 sì che poi sappi sol tener lo guado. Lo moto e la virtù d i santi giri, come dal fabbro l arte del martello, 129 da beati motor convien che spiri; e l ciel cui tanti lumi fanno bello, de la mente profonda che lui volve 132 prende l image e fassene suggello. E come l alma dentro a vostra polve per differenti membra e conformate 135 a diverse potenze si risolve, così l intelligenza sua bontate multiplicata per le stelle spiega, 138 girando sé sovra sua unitate. Virtù diversa fa diversa lega col prez oso corpo ch ella avviva, 141 nel qual, sì come vita in voi, si lega. Per la natura lieta onde deriva, la virtù mista per lo corpo luce 144 come letizia per pupilla viva. Da essa vien ciò che da luce a luce par differente, non da denso e raro; essa è formal principio che produce, 148 conforme a sua bontà, lo turbo e l chiaro .

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato