552 Canto XXXII benevola, in tanto (tempo), che ne occorre di più (più tiene) a una bocca aperta per (emettere) un sospiro (cioè, in un tempo brevissimo). Così trasformato, il santo macchinario (dificio) cacciò fuori teste da ogni parte, tre sopra il timone e una da ciascun angolo (canto). Le prime (tre) avevano un paio di corna a testa, come i buoi, ma le quattro avevano un solo corno sulla fronte: un simile mostro non lo aveva ancora mai visto nessuno. 148-160 Arrogante e proterva (sicura), quasi come una fortezza in cima a una montagna, una puttana discinta (sciolta), con occhi seduttivi (ciglia intorno pronte), mi apparve seduta sopra (il carro); e di fianco a lei vidi ergersi un gigante, (come a farle la guardia) perché non gli venisse rubata; e di quando in quando si baciavano. Ma poiché (la puttana) rivolse a me l occhio desideroso e irrequieto (cupido e vagante), quello spietato amante (drudo) la frustò dalla testa ai piedi (le piante); poi, sospettoso e reso crudele dall ira (pien d ira crudo), slegò il mostro (dall albero) e lo condusse nella foresta, tanto (lontano) che la foresta stessa (lei) mi nascose (fece scudo) dalla puttana e dalla fiera mai vista (nova). e l una e l altra rota e l temo, in tanto 141 che più tiene un sospir la bocca aperta. Trasformato così l dificio santo mise fuor teste per le parti sue, 144 tre sovra l temo e una in ciascun canto. Le prime eran cornute come bue, ma le quattro un sol corno avean per fronte: 147 simile mostro visto ancor non fue. Sicura, quasi rocca in alto monte, seder sovresso una puttana sciolta 150 m apparve con le ciglia intorno pronte; e come perché non li fosse tolta, vidi di costa a lei dritto un gigante; 153 e basciavansi insieme alcuna volta. Ma perché l occhio cupido e vagante a me rivolse, quel feroce drudo 156 la flagellò dal capo infin le piante; poi, di sospetto pieno e d ira crudo, disciolse il mostro, e trassel per la selva, tanto che sol di lei mi fece scudo 160 a la puttana e a la nova belva. Dante osserva il gigante (Filippo IV il Bello) che castiga con la meretrice (la Curia romana corrotta) che sta sul carro con le sette teste cornute (i peccati) e, a destra, Dante osserva il gigante che trascina via il carro. Miniatura della Divina Commedia, Purgatorio XVI, Ms. Holkham misc. 48, XIV secolo,Oxford, Bodleian Library.
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato