CANTO XXXI – I rimproveri di Beatrice: il Lete

I rimproveri di Beatrice: Canto XXXI il Lete TEMPO LUOGO Mercoledì 30 marzo (o 13 aprile) 1300 Mattino Canto 31 PERSONAGGI Paradiso Terrestre Dante Stazio Matelda Beatrice Sommario « ( vv. 1-48) Rimproveri di Beatrice. Dante si confessa Beatrice si rivolge a Dante, ingiungendogli in tono aspro di confessare le sue colpe. Il poeta è confuso e umiliato, tanto che la voce gli manca; ma la beata lo incalza, finché egli riesce a pronunciare un flebile «sì , seguito da un pianto dirotto, cui Beatrice fa seguire nuove accuse e richieste di pentimento. Dante confessa allora tra i singhiozzi di essersi lasciato irretire dai falsi piaceri terreni dopo la morte di lei; Beatrice osserva che la giustizia divina diventa più mite quando si ammette la propria colpa, poi invita Dante a seguire attentamente il suo discorso, per comprendere come la sua morte avrebbe dovuto guidarlo altrimenti. « (vv. 49-90) Nuovi rimproveri. Dante si pente Beatrice ricorda a Dante la sua bellezza terrena, opera perfetta mai eguagliata dalla natura e dall arte: il poeta avrebbe ben dovuto comprendere, dopo la morte di lei, che le cose terrene sono fallaci, e pertanto si sarebbe dovuto rivolgere alle cose celesti ed eterne; invece, in modo immaturo e ingenuo, egli aveva dedicato la sua attenzione ad altre donne e ad altri piaceri mondani. Dante con gli occhi bassi, muto e vergognoso, è come un fanciullo che ascolta un meritato rimprovero, finché Beatrice gli ordina di alzare il viso e di guardarla, affinché ciò gli provochi ancora più dolore. Dante alza faticosamente il viso, e lo spettacolo della bellezza di Beatrice, che pure ammira da lontano, gli procura un rimorso così profondo che cade svenuto. PARADISO « (vv. 91-145) Immersione nel Lete. Beatrice si svela Nel momento in cui Dante riprende i sensi si trova immerso nel fiume Lete. Matelda lo sostiene, trascinandolo nell acqua sino alla riva opposta, dove gli immerge il capo obbligandolo a bere, mentre il poeta ode il canto Asperges me ( Mi aspergerai , versetto del salmo penitenziale Miserere). Ancora bagnato dall acqua santa, Dante viene affidato da Matelda alle quattro donne (le virtù cardinali) che danzando intorno a lui lo conducono davanti al grifone. Qui sta Beatrice, immobile, fissando la fiera: su invito delle quattro donne Dante la guarda negli occhi e meravigliosa letizia si impossessa di lui nell osservare, riflesso nelle pupille dell amata, la continua trasmutazione del grifone nelle sue due nature di aquila e di leone (per allegoria, il mistero della doppia natura umana e divina del Cristo). Poi le altre tre donne (le virtù teologali) supplicano Beatrice di togliere il velo, mostrando la divina bellezza del suo sorriso oltre a quella degli occhi: al suo apparire, Dante scrive che nessun poeta sarebbe capace di descriverne la suprema perfezione. TERRESTRE

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato