La Divina Commedia

Poco più oltre, sette alberi d oro falsava nel parere il lungo tratto 45 del mezzo ch era ancor tra noi e loro; ma quand i fui sì presso di lor fatto, che l obietto comun, che l senso inganna, 48 non perdea per distanza alcun suo atto, la virtù ch a ragion discorso ammanna, sì com elli eran candelabri apprese, 51 e ne le voci del cantare Osanna . Di sopra fiammeggiava il bello arnese più chiaro assai che luna per sereno 54 di mezza notte nel suo mezzo mese. Io mi rivolsi d ammirazion pieno al buon Virgilio, ed esso mi rispuose 57 con vista carca di stupor non meno. Indi rendei l aspetto a l alte cose che si movieno incontr a noi sì tardi, 60 che foran vinte da novelle spose. La donna mi sgridò: «Perché pur ardi sì ne l affetto de le vive luci, 63 e ciò che vien di retro a lor non guardi? . Genti vid io allor, come a lor duci, venire appresso, vestite di bianco; 66 e tal candor di qua già mai non fuci. L acqua imprend a dal sinistro fianco, e rendea me la mia sinistra costa, 69 s io riguardava in lei, come specchio anco. Quand io da la mia riva ebbi tal posta, che solo il fiume mi facea distante, 72 per veder meglio ai passi diedi sosta, e vidi le fiammelle andar davante, lasciando dietro a sé l aere dipinto, 75 e di tratti pennelli avean sembiante; sì che lì sopra rimanea distinto di sette liste, tutte in quei colori 78 onde fa l arco il Sole e Delia il cinto. Questi ostendali in dietro eran maggiori che la mia vista; e, quanto a mio avviso, 81 diece passi distavan quei di fori. Sotto così bel ciel com io diviso, ventiquattro seniori, a due a due, 84 coronati venien di fiordaliso. Tutti cantavan: «Benedicta tue ne le figlie d Adamo, e benedette 87 sieno in etterno le bellezze tue! . Poscia che i fiori e l altre fresche erbette a rimpetto di me da l altra sponda 90 libere fuor da quelle genti elette, sì come luce luce in ciel seconda, vennero appresso lor quattro animali, 93 coronati ciascun di verde fronda. 43-63 Avanzando ancora un poco (poco più oltre), il lungo tratto d aria (mezzo) che ci divideva da loro fece illusoriamente apparire (falsava nel parere) sette alberi d oro; ma quando mi fui avvicinato abbastanza perché l oggetto della percezione (obietto comun), che può essere falsato da una ricezione sensoria errata (che l senso inganna), non perdesse alcun particolare del suo aspetto (atto) a causa della distanza, la facoltà (virtù) che fornisce (ammanna) alla ragione gli elementi di giudizio (discorso; la perifrasi designa la facoltà intellettiva), comprese che essi erano candelabri, e distinse la parola Osanna nelle voci che formavano il canto. L ordinato insieme dei candelabri (il bello arnese) dalla sommità (di sopra) emanava una luce vivissima (fiammeggiava), più intensa e luminosa di quella della luna piena (mezzo mese), a mezzanotte, nel cielo sereno. Colmo di stupefatta meraviglia io mi rivolsi al buon Virgilio, ed egli mi rispose con uno sguardo non meno carico di stupore. Poi rivolsi lo sguardo a quegli oggetti ultraterreni (alte cose) che ci venivano incontro così lentamente (sì tardi) che spose novelle avrebbero proceduto più velocemente di loro (il riferimento è alla lentezza, simbolo di pudore, con cui il corteo nuziale accompagnava la sposa dalla casa paterna a quella maritale). Matelda (La donna) mi sgridò: «Perché ardi d amore (affetto) soltanto per i candelabri (le vive luci) e non guardi ciò che avanza dietro di loro? . 64-81 Allora io vidi genti seguire (i candelabri) come loro guide (lor duci), vestite di bianco; e un simile candore non si vide (già mai non fuci) mai sulla Terra (di qua). L acqua (del fiume Lete) si accendeva, risplendeva (imprendea) alla mia sinistra, e se vi gettavo lo sguardo mi rendeva, come uno specchio, il mio fianco sinistro. Quando dalla parte della riva dove mi trovavo (mia riva) ebbi raggiunto una tale posizione che solo l ampiezza del fiume mi separava (mi facea distante, dalla mistica processione), fermai i passi per vedere meglio, e vidi le fiamme dei candelabri procedere lasciando l aria dietro a sé dipinta, e sembravano dei pennelli condotti dalla mano del pittore (tratti), così che la zona d aria sovrastante appariva divisa (distinto) in sette liste, tutte di quei colori con i quali il sole forma il suo arcobaleno (arco) e la luna (Delia, o Diana) il suo alone (cinto). Questi stendardi (ostendali, cioè le sette liste luminose) si protendevano indietro fin dove la mia vista non arrivava; e, secondo quanto potevo valutare, i due esterni (quei di fori) distavano tra loro dieci passi. 82-93 Sotto una volta celeste così bella come quella che descrivo (diviso) avanzavano in fila per due ventiquattro vegliardi (seniori) inghirlandati di gigli. Tutti cantavano: «Che tu sia benedetta tra le figlie di Adamo, e che le tue bellezze siano benedette in eterno! (il canto inneggia a Maria Vergine) . Quando (poscia che) i fiori e le altre erbe fresche che si trovavano di fronte a me sulla sponda opposta furono liberi da quei santi vegliardi, così come nel cielo una costellazione segue l altra (luce luce in ciel seconda), arrivarono dietro a loro quattro animali coronati da fronde verdi. Purgatorio La processione mistica 531

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato