Altre pagine, altri percorsi – Il mito dell’età dell’oro.

524 Canto XXVIII Altre pagine altri percorsi Il mito dell età dell oro Dalla Bibbia all Aminta di Tasso Nella Commedia il Paradiso Terrestre o Giardino dell Eden è collocato sulla cima della montagna del Purgatorio, descritto come un locus amoenus: «una divina foresta attraversata dai fiumi Lete e Eunoè, dove i raggi del sole non possono filtrare e non vi sono perturbazioni terrestri. Si può sentire, ad ogni modo, la brezza di un vento prodotta dal movimento del Primo Mobile che fa ruotare l atmosfera attorno alla Terra, a meno che non vi sia un ostacolo come la montagna dell Eden. Il lettore è così introdotto all interno di un paesaggio incantevole in compagnia di un Dante viator che cammina lentamente, in esplorazione di luoghi imparagonabili a quelli che si possono vedere in Terra. Matelda, la bellissima donna che Dante incontra per prima, rivela a Dante che i poeti dell età classica sono stati presaghi di quei luoghi quando scrissero versi sulla mitica età dell oro, e forse sognavano proprio l Eden descritto nella Bibbia (affermazione che fa sorridere Virgilio e Stazio). Il Paradiso Terrestre Nel primo libro della Bibbia, la Genesi, compare la descrizione dell Eden, dove fu collocato il giardino di Adamo ed Eva: Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l albero della vita in mezzo al giardino e l albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi [ ] Pison [ ] Ghicon [ ] Tigri [ ] Eufrate. (Genesi 2, 8-14) Nel giardino furono piantati, tra gli altri, l albero della conoscenza del bene e del male e l albero della vita. Fu proibito all uomo di cibarsi dell albero della conoscenza e poiché Adamo ed Eva si cibarono di esso, vennero cacciati e privati anche dei benefici dell albero della vita. Le opere e i giorni del greco Esiodo Nel poema Le opere e i giorni il greco Esiodo (VIII secolo a. C. VII secolo a. C.) presenta così la prima età dell umanità (vv. 108-118): D oro la prima stirpe degli uomini nati a morire fecero dunque i Numi d Olimpo che vivono eterni. Vissero sotto Crono, che era sovrano del cielo: vivean di Numi al pari1, con l animo senza cordoglio, senza fatica, senza dolor; né su loro incombeva la sconsolata vecchiaia; ma forti di piedi e di mani, scevri di tutti i mali, passavano il tempo in conviti, [ ]. E ogni sorta di beni era fra loro: la terra datrice di spelta, i suoi frutti, da sé, facili e in copia, porgeva; [ ] 1. di Numi al pari: come degli dei Nell età dell oro gli uomini vivevano, dunque, senza sofferenze e senza la fatica del lavoro, non invecchiavano, godevano dei beni della terra, trascorrendo il tempo in banchetti e condividendo i beni tra loro. Virgilio e la IV Egloga Nella IV Egloga delle Bucoliche il poeta latino Virgilio si fa promotore dell aspirazione al cambiamento radicale di un mondo percepito ormai come decaduto o corrotto, auspicando una palingenesi o rinascita in modo che, terminato il primo ciclo cosmico, possa iniziare (dopo l età del ferro) di nuovo la mitica età dell oro. Fautore del nuovo ordine sarà un bambino che sta per nascere, un puer che condurrà il mondo verso un età felice e giusta. Tu ora al bambino che nasce, per il quale per la prima volta cesserà la stirpe di ferro e in tutto il mondo risorgerà l età dell oro, sii favorevole, casta Lucina; ormai regna il tuo Apollo. Il Medioevo cristiano interpreterà erroneamente il bambino o puer come Gesù Cristo. In realtà, il riferimento era probabilmente al figlio del console Asinio Pollione nato nel 41 a. C.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato