La Divina Commedia

520 Canto XXVIII 115-120 Dopo aver compreso ciò, non dovrebbe più stupire il fatto che sulla Terra qualche pianta attecchisce senza che qualcuno getti espressamente il seme. E devi sapere che questo sacro bosco in cui ti trovi, è ricco di ogni seme e produce anche frutti che non si colgono sulla Terra. 121-126 L acqua che vedi non proviene da una sorgente alimentata dal vapore acqueo trasformato (in pioggia) dal freddo, come un fiume che aumenta o diminuisce la sua portata; ma si genera da una fonte immutabile e inesauribile, che riceve dalla volontà di Dio tutta l acqua che versa diramandosi in due direzioni. 127-144 Da questa parte scorre con la virtù di cancellare in chi la beve il ricordo del peccato; dall altra parte restituisce la memoria di tutto il bene che si è fatto. Da questa parte si chiama Lete; così dall altra, si chiama Eunoè, e non si ottiene effetto se prima non si è bevuto da questo e da quello: il suo sapore è superiore a qualunque altro. E sebbene la tua curiosità possa considerarsi soddisfatta quanto basta perché io non debba rivelare altro, tuttavia aggiungerò spontaneamente ancora una informazione; e non credo che le mie parole ti siano meno gradite, se spaziano al di là di quello che ti avevo promesso. Quelli che nell antichità cantarono poeticamente l età dell oro e la sua condizione di felicità, forse sognarono questo luogo sul Parnaso (delle Muse). Qui i progenitori dell umanità vissero in condizione di innocenza; qui è primavera perenne e vi nasce ogni frutto; il nettare di cui tutti i poeti parlano è l acqua di questo fiume . 145-148 A questo punto io mi voltai indietro verso i due poeti (Virgilio e Stazio) che erano con me e vidi che avevano ascoltato l ultimo ragionamento (di Matelda) sorridendo; poi volsi di nuovo gli occhi alla bella donna. Il principio generativo è sempre Dio, causa prima di ogni cosa. Non tutte le piante dell Eden però sono germogliate anche sulla Terra, perché lassù la vita è più piena e perfetta (frutto che di là non si schianta). 121-129. L acqua ... rende: anche l acqua scaturisce da una sorgente alimentata dalla volontà divina: il corso del Lete, diversamente dai fiumi terrestri, non è soggetto a piene e magre secondo le precipitazioni, ma è costante, inesauribile e si divide in due rami: uno toglie il ricordo dei peccati commessi; l altro permette il ricordo del bene compiuto, anticipando la beatitudine celeste. 130-133. Quinci ... sopra: da questa parte prende il nome di Lete, dall altra parte c è Non parrebbe di là poi maraviglia, udito questo, quando alcuna pianta 117 sanza seme palese vi s appiglia. E saper dei che la campagna santa dove tu se , d ogne semenza è piena, 120 e frutto ha in sé che di là non si schianta. L acqua che vedi non surge di vena che ristori vapor che gel converta, 123 come fiume ch acquista e perde lena; ma esce di fontana salda e certa, che tanto dal voler di Dio riprende, 126 quant ella versa da due parti aperta. Da questa parte con virtù discende che toglie altrui memoria del peccato; 129 da l altra d ogne ben fatto la rende. Quinci Letè; così da l altro lato E noè si chiama, e non adopra 132 se quinci e quindi pria non è gustato: a tutti altri sapori esto è di sopra. E avvegna ch assai possa esser sazia 135 la sete tua perch io più non ti scuopra, darotti un corollario ancor per grazia; né credo che l mio dir ti sia men caro, 138 se oltre promession teco si spazia. Quelli ch anticamente poetaro l età de l oro e suo stato felice, 141 forse in Parnaso esto loco sognaro. Qui fu innocente l umana radice; qui primavera sempre e ogne frutto; 144 nettare è questo di che ciascun dice . Io mi rivolsi n dietro allora tutto a miei poeti, e vidi che con riso udito av an l ultimo costrutto; 148 poi a la bella donna torna il viso. l Eunoè; la virtù dei fiumi si realizza solo se si beve in essi rispettando l ordine: il ricordo del bene non ha effetto se prima non si sono rimosse le colpe, bevendo l acqua del Lete. 136-144. corollario dice: Matelda nella sua spiegazione dell Eden ha dimostrato un teorema al quale segue un «corollario aggiunto, una conseguenza: ipotizza che gli antichi poeti videro nel sogno dei loro versi questo Paradiso Terrestre e cantarono il mito di un età felice, dove sono felicità e primavera eterne. Corollario, termine di origine logico-matematica, nel linguaggio filosofico indica una aggiunta alla conclusione di un ragionamento; deriva dal latino corollarium, ghirlanda di fiori data come premio agli attori, ai musici o a un oratore che ha discusso. Il Parnaso è il monte della Focide, sulle cui mitiche cime (Elicona e Cirra) gli antichi immaginavano la dimora delle Muse, protettrici delle arti, e di Apollo, dio della poesia ( Parole in chiaro, p. 46). Il nettare è il cibo gli dèi, e concedeva l eterna giovinezza; l altro cibo era l ambrosia, che dava l immortalità. 145-147. Io ... costrutto: Virgilio e Stazio ora sorridono compiaciuti perché nei loro miti è stata riconosciuta da Matelda un anticipazione del Cristianesimo. Nell età dell oro o età di Saturno cantata da molti poeti, tra cui Ovidio e Virgilio, l uomo viveva in semplicità e in concordia, sulla Terra regnavano il bene, la giustizia e la pace. L età dell oro è per il Medioevo una prefigurazione dell Eden cristiano.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato