Altre pagine altri percorsi – L’immagine del “montanaro”.

510 Canto XXVI Altre pagine altri percorsi L immagine del montanaro Nei Promessi sposi e nella Commedia Nei suoi Promessi sposi Alessandro Manzoni inserisce più volte allusioni alla Commedia dantesca. Ad esempio, il castello dell Innominato e il viaggio di don Abbondio tutto impaurito all idea di recarsi dall Innominato a recuperare Lucia (capitolo XXIII) risente fortemente della descrizione dantesca della bolgia dei barattieri nell ottavo cerchio dell Inferno (si veda Altre pagine altri percorsi. L immagine dei diavoli, p. 200). Vediamo ora un altra figura a confronto, quella del «montanaro che vede la città per la prima volta. Renzo Tramaglino di fronte alla facciata del Duomo Nel capitolo XI Renzo giunto a Milano il giorno di san Martino, dopo la notte degli imbrogli, vede per la prima volta case, edifici, palazzi, mai visti nel proprio paese, e contempla attonito il Duomo: Renzo, salito per un di que valichi sul terreno più elevato, vide quella gran macchina del duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse in un deserto; e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano quell ottava maraviglia, di cui aveva tanto sentito parlare fin da bambino. Ma dopo qualche momento, voltandosi indietro, vide all orizzonte quella cresta frastagliata di montagne, vide distinto e alto tra quelle il suo Resegone, si sentì tutto rimescolare il sangue, stette lì alquanto a guardar tristamente da quella parte, poi tristamente si voltò, e seguitò la sua strada. Nel successivo capitolo XII, Renzo è apostrofato con l epiteto di «montanaro perché rimane ingenuamente stupefatto e «a bocca aperta a contemplare «la gran mole del Duomo: La voglia d osservar gli avvenimenti non poté fare che il montanaro, quando gli si scoprì davanti la gran mole, non si soffermasse a guardare in su, con la bocca aperta. Studiò poi il passo, per raggiunger colui che aveva preso come per guida; voltò il canto, diede un occhiata anche alla facciata del duomo, rustica allora in gran parte e ben lontana dal compimento. Il duomo di Milano in una stampa del Seicento Al lettore ricorre qui la memoria dei versi danteschi in cui Guido Guinizzelli e altri lussuriosi, alla vista di Dante che è vivo, rimangono stupiti proprio come un «montanaro che si inurbi e veda, lui che è «rozzo e salvatico , la città per la prima volta (Purg. XXVI, vv. 67-70): Non altrimenti stupido si turba lo montanaro, e rimirando ammuta, quando rozzo e salvatico s inurba, che ciascun ombra fece in sua paruta; Indubbiamente, un esame attento dei versi danteschi e dei passi manzoniani de I promessi sposi dedicati alla gente di montagna farebbe emergere un atteggiamento di fondo differente dei due padri della lingua italiana nei confronti dei montanari: nella Commedia essi sono, per lo più, sinonimo di ignoranza, rozzezza, selvatichezza (si veda, ad esempio, Inferno XV, 61-66), mentre nel romanzo di Manzoni compaiono più di frequente come depositari di una sincerità, schiettezza e genuinità altrove difficilmente riscontrabili. Facciamo il punto 1 Qual è la reazione di Renzo quando si trova di fronte al Duomo di Milano nel capitolo XI de I promessi sposi? 2 Quale similitudine compare nel canto XXVI del Purgatorio per descrivere la reazione di Guinizzelli e degli altri lussuriosi di fronte alla vista di Dante vivo? 3 Di che cosa sono di solito sinonimo i montanari nella Divina Commedia? Che cosa rappresentano, invece, i montanari nei Promessi sposi?

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato