La Divina Commedia

504 Canto XXVI stie l istinto sessuale, a titolo di vergogna per noi, quando ci dividiamo (dall altra schiera), gridiamo il nome di (Pasife), colei che agì come una bestia dentro i legni cui era stata data forma di animale. 88-93 Ora conosci la ragione del nostro compor-tamento e di cosa fummo colpevoli: se forse vuoi sapere per nome chi siamo, non c è tempo per dirli e non li saprei. Tuttavia soddisferò il tuo desiderio (Farotti ben volere scemo) per quanto mi riguarda: sono Guido Guinizzelli, e mi purifico già qui per essermi pentito prima di giungere in fin di vita . 94-102 Come i due figli di Isìfile, a causa dell ira di Licurgo, corsero ad abbracciare la madre, così mi trovai io, ma non ebbi il coraggio di spingermi a tanto, quando udii presentarsi il padre mio e degli altri poeti migliori di me, che scrissero versi d amore dolci ed eleganti; e per molto tempo senza ascoltare né parlare, assorto nei miei pensieri, camminai continuando a guardarlo, ma a causa del fuoco non mi avvicinai di più. 103-111 Quando fui sazio di guardarlo, mi dichiarai disponibile a ogni suo desiderio, con il giuramento che induce gli altri a credere. Ed egli mi rispose: «Tu lasci nella mia memoria un tale ricordo per quello che ho sentito, e così intenso che il Lete non potrà cancellarlo né attenuarlo. Ma se le tue parole ora hanno giurato la verità, dimmi qual è il motivo per cui dimostri con parole e con sguardi di avermi caro . 112-114 Ed io gli risposi: «Le vostre dolci rime che, fino a quando durerà l uso moderno di poetare (in volgare), renderanno più preziosi i manoscritti che le conservano . 115-126 «O fratello , disse, «questo spirito che ti 85-87. in obbrobrio ... schegge: le anime ricordano l atto di Pasifae (già citato ai vv. 41-42) di tale sfrenata lussuria da ricercare l accoppiamento con un animale. 89-90. se forse ... saprei: l anima non soddisfa la richiesta di sapere chi è quella turba (v. 65), perché non c è tempo per elencare tutti gli spiriti (il tempo è prezioso per l espiazione) e non conosce i loro nomi. 91. Farotti ... scemo: letteralmente di me complemento di argomento retto da volere: volentieri ti farò mancante di volere (esaudirò la tua volontà di sapere) di me (del mio nome). 92. Guido Guinizzelli: Personaggi. 94-96. Quali ... insurgo: la reazione di Dante, quando sente che quell anima tra le fiamme è Guido Guinizzelli, è come quella dei figli di Isifile, paragone tratto dalla Tebai de di Stazio (V, 720 e sgg.). La schiava Isìfile, cui era stato affidato il figlioletto del re Licurgo, lasciò il bimbo incustodito sull erba, per guidare i sette re greci, che si recavano a combattere contro Tebe, a dissetarsi alla fonte Langia. Il bambino fu ucciso dal morso di un serpente e Isifìle venne condannata a in obbrobrio di noi, per noi si legge, quando partinci, il nome di colei 87 che s imbestiò ne le mbestiate schegge. Or sai nostri atti e di che fummo rei: se forse a nome vuo saper chi semo, 90 tempo non è di dire, e non saprei. Farotti ben di me volere scemo: son Guido Guinizzelli; e già mi purgo 93 per ben dolermi prima ch a lo stremo . Quali ne la tristizia di Ligurgo si fer due figli a riveder la madre, 96 tal mi fec io, ma non a tanto insurgo, quand io odo nomar sé stesso il padre mio e de li altri miei miglior che mai 99 rime d amore usar dolci e leggiadre; e sanza udire e dir pensoso andai lunga f ata rimirando lui, 102 né, per lo foco, in là più m appressai. Poi che di riguardar pasciuto fui, tutto m offersi pronto al suo servigio 105 con l affermar che fa credere altrui. Ed elli a me: «Tu lasci tal vestigio, per quel ch i odo, in me, e tanto chiaro, 108 che Letè nol può tòrre né far bigio. Ma se le tue parole or ver giuraro, dimmi che è cagion per che dimostri 111 nel dire e nel guardar d avermi caro . E io a lui: «Li dolci detti vostri, che, quanto durerà l uso moderno, 114 faranno cari ancora i loro incostri . «O frate , disse, «questi ch io ti cerno morte. Mentre le guardie la conducevano al rogo, i due figli Toante ed Euneo, che la donna aveva avuto da Giasone, si gettarono tra le schiere degli armati, abbracciarono la madre e la sottrassero ai carnefici. 97-99. il padre ... leggiadre: Dante riconosce Guinizzelli come l iniziatore delle nove ri me, cioè del nuovo modo di poetare, ma nel termine padre è espresso quel legame affettivo che unì i rimatori di questa scuola (Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia, Lapo Gianni e, con esiti insuperati, Dante stesso), tanto da creare un sodalizio, un cenacolo, cioè, di amici accomunati dalla vivacità dell intelletto, dall affinità di cultura e di sentimenti. 105. con l affermar ... altrui: Dante conferma la sua piena disponibilità a soddisfare qualunque richiesta del suo maestro, ed è tale l emozione provata nell averlo incontrato, pur tra le fiamme della pena dell espiazione, che aggiunge alla promessa un giuramento. 108. che Letè ... bigio: il Lete è il fiume dell oblio, collocato da Dante nel Paradiso Terrestre con la funzione di cancellare in chi vi si immerge la memoria dei peccati (XXVIII, vv. 121-129). 112. Li dolci detti vostri: l eccellenza di Guinizzelli è nella dolcezza dei compo nimenti poetici; l ammirazione e la riconoscenza di Dante si esprimono in questo «voi , riservato nella Commedia solo a pochi personaggi (Farinata, Brunetto Latini, Beatrice, Cacciaguida) l uso moderno: il nuovo modo di poetare in lingua volgare. Dante rivendica allo Stilnovo il rinnovamento dei contenuti poetici e il volgare, usato solo da poco tempo dai poeti d amore (Jacopo da Lentini, Guittone Purgatorio XXIV, 56-57), così come era avvenuto per la lingua provenzale d oc. 114. incostri: latinismo encaustum, inchiostro. 115. cerno: latinismo cern re, distinguere, scegliere. 117. fu miglior fabbro parlar materno: Arnaut Daniel è un artefice, per la maestria tecnica delle rime in lingua provenzale ( Personaggi). Nel primo libro del De vulgari eloquentia, Dante distingue due tipi di linguaggi: un elo cutio naturalis, che si apprende fin da bambini nell ambiente familiare e sociale, da identificare nel volgare; un elocutio artificialis, una lingua creata per avere un linguaggio stabile, non sog-

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato