SCHEDE – Lettura di Tanto gentile e tanto onesta pare

50 Canto II f Lettura di Tanto gentile e tanto onesta pare Il filologo G. Contini (1912-1990) mette in guardia il lettore dal pericolo di una facile lettura del sonetto dantesco. Il lettore contemporaneo deve recuperare il significato originario del testo, avvalendosi degli strumenti adatti per accedervi, innanzi tutto la conoscenza del significato autentico che il lessico della poesia aveva nel Duecento. Tanto gentile e tanto onesta pare passa per il tipo di componimento linguisticamente limpido, che non richiede spiegazioni, che potrebbe «essere stato scritto ieri ; e si può dire invece che non ci sia parola, almeno delle essenziali, che abbia mantenuto nella lingua moderna il valore dell originale. Si pone dunque, anzitutto, un problema di esegesi letterale, anzi lessicale. [ ] Ben tre vocaboli del primo verso stanno in tutt altra accezione da quella della lingua contemporanea. Gentile è «nobile , termine insomma tecnico del linguaggio cortese; onesta, naturalmente latinismo, è un suo sinonimo, nel senso però del decoro esterno [...]; più importante, essenziale anzi, determinare che pare non vale già «sembra , e neppure soltanto «appare , ma «appare evidentemente, è o si manifesta nella sua evidenza . Questo valore di pare, parola-chiave, ricompare nella seconda quartina e nella seconda terzina, cioè, in posizione strategica, in ognuno dei periodi di cui si compone il discorso del sonetto. Sembra assente dalla prima terzina, ma solo perché essa si inizia con l equivalente Mostrasi, il quale riprende l ultima parola della seconda quartina: non si scordi che il sonetto è una strofe di canzone, in cui le quartine sono i piedi della fronte, le terzine le volte della sirma; e concluderemo che un tal collegamento tra fronte e sirma è quello medesimo che s incontra con tanta frequenza tra le strofi della canzone arcaica (coblas capfinidas in provenzale), mettiamo la celeberrima Al cor gentil del Guinizzelli. Questo ci ha permesso di metter la mano sul concetto strutturalmente capitale del componimento. Proseguendo, s avrà minor occasione di scoperte. Ma è opportuno segnare che donna ha esclusivamente il suo significato primitivo di «signora (del cuore) , è insomma un termine con desinenza femminile puramente grammaticale, in cui il genere non segna opposizione [...]: per «donna la prosa-commento della Vita Nuova usa, in opposizione ad angeli, femmina. [...] Piacente [...] non significa la semplice gradevolezza soggettiva per il contemplante: come tutto insiste sulla manifestazione delle qualità, sui rapporti delle sostanze, da un punto di vista dinamico e non statico (e per esempio si ha non «volto ma «fisionomia ), così piacente allude a un attributo oggettivo in quanto si palesa, «fornita di bellezza , «determinante l effetto che la bellezza necessariamente produce . Non per nulla piacere significa nel linguaggio stilnovistico «bellezza , addirittura «bel volto , e la prosa stessa dichiara: «ella si mostrava sì gentile e sì piena di tutti li piaceri . [ ] Riassumendo in uno schema di parafrasi la nostra esposizione, si ottiene press a poco: «Tale è l evidenza della nobiltà e del decoro di colei ch è mia signora, nel suo salutare, che ogni lingua trema tanto da ammutolirne, e gli occhi non osano guardarla. Essa procede, mentre sente le parole di lode, esternamente atteggiata alla sua interna benevolenza, e si fa evidente la sua natura di essere venuto da cielo in terra per rappresentare in concreto la potenza divina. Questa rappresentazione è, per chi la contempla, così carica di bellezza che per il canale degli occhi entra in cuore una dolcezza conoscibile solo per diretta esperienza. E dalla sua fisionomia muove, oggettivata e fatta visibile, una soave ispirazione amorosa che non fa se non suggerire all anima di sospirare . (Testo tratto da G. Contini, Un idea di Dante, Einaudi, Torino 1970). Lorenzo di Credi, Ritratto di giovane donna, Scuola fiorentina, 1490; tempera su legno, New York, Metropolitan Museum

La Divina Commedia
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