La Divina Commedia

L aspetto suo m avea la vista tolta; per ch io mi volsi dietro a miei dottori, 144 com om che va secondo ch elli ascolta. E quale, annunziatrice de li albori, l aura di maggio movesi e olezza, 147 tutta impregnata da l erba e da fiori; tal mi senti un vento dar per mezza la fronte, e ben senti mover la piuma, 150 che fé sentir d ambros a l orezza. E senti dir: «Beati cui alluma tanto di grazia, che l amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, 154 esur endo sempre quanto è giusto! . 145-154. E quale ... giusto!: Dante perce- pisce con il tatto il lieve spostamento d aria prodotto dal movimento delle ali dell angelo, che gli cancella dalla fronte la penultima P, avverte con l olfatto un dolcissimo profumo 142-144 La sua vista mi aveva abbagliato, perciò mi voltai indietro verso i miei maestri come chi cammina seguendo ciò che ascolta (il cieco). 145-154 E come l aria di maggio che annuncia l alba si muove e profuma, tutta impregnata dall erba e dai fiori, così sentii un vento sfiorarmi in mezzo alla fronte, e avvertii bene muoversi le ali dell angelo, che fece profumare l aria di ambrosia. E sentii dire: «Beati coloro illuminati da tanta grazia, che la passione della gola non accende nel loro cuore troppo desiderio, avendo sempre fame di giustizia! . come d ambrosia, che accompagna la presenza della divinità e sente con l udito le parole dell angelo, che ammonisce alla temperanza recitando la quarta beatitudine (Beati qui esuriunt et sitiunt iustitiam, «Beati quelli Dante, Virgilio e Stazio nel girone dei golosi, miniatura del secolo XIV, Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana (Ms. IX 276). che hanno fame e sete di giustizia ; Matteo, V, 6). Ambrosia: è nella mitologia, insieme al nettare, il cibo degli dèi: l ambrosia dava loro l immortalità, il nettare l eterna giovinezza. Qui l ambrosia è annuncio del Paradiso. Purgatorio Bonagiunta Orbicciani 487

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato