La Divina Commedia

E io a lui: «Forese, da quel dì nel qual mutasti mondo a miglior vita, 78 cinqu anni non son vòlti infino a qui. Se prima fu la possa in te finita di peccar più, che sovvenisse l ora 81 del buon dolor ch a Dio ne rimarita, come se tu qua sù venuto ancora? Io ti credea trovar là giù di sotto, 84 dove tempo per tempo si ristora . Ond elli a me: «Sì tosto m ha condotto a ber lo dolce assenzo d i martìri 87 la Nella mia con suo pianger dirotto. Con suoi prieghi devoti e con sospiri tratto m ha de la costa ove s aspetta, 90 e liberato m ha de li altri giri. Tanto è a Dio più cara e più diletta la vedovella mia, che molto amai, 93 quanto in bene operare è più soletta; ché la Barbagia di Sardigna assai ne le femmine sue più è pudica 96 che la Barbagia dov io la lasciai. O dolce frate, che vuo tu ch io dica? Tempo futuro m è già nel cospetto, 99 cui non sarà quest ora molto antica, nel qual sarà in pergamo interdetto a le sfacciate donne fiorentine 102 l andar mostrando con le poppe il petto. Quai barbare fuor mai, quai saracine, cui bisognasse, per farle ir coperte, 105 o spiritali o altre discipline? Ma se le svergognate fosser certe di quel che l ciel veloce loro ammanna, 108 già per urlare avrian le bocche aperte; ché, se l antiveder qui non m inganna, prima fien triste che le guance impeli 111 colui che mo si consola con nanna. è paragonata a quella di Cristo sulla croce: i golosi si affrettano verso gli alberi e sanno di accrescere il loro tormento, ma lo fanno lietamente come Cristo quando affrontò la morte, sapendo di liberare con il suo sangue l umanità dalla schiavitù del peccato originale. La morte di Cristo è espressa dalla perifrasi biblica che ripete le parole ebraiche pronunziate dal Salvatore crocifisso: «Elì, Elì, lamma sabachtani? («Dio, Dio, perché mi hai abbandonato? , Matteo 27, 46). 76-78. Forese a qui: Forese era morto nel luglio 1296 e Dante immagina che il viaggio oltremondano si svolga nell aprile 1300; dunque non sono ancora passati quattro anni. 79-84. Se prima si ristora: Dante chiede a Forese come mai egli sia già nella sesta cornice e non nell Antipurgatorio, come stabili- (vv. 76-114) Forese elogia sua moglie 76-84 E io (dissi) a lui: «Forese, da quel giorno in cui cambiasti mondo per miglior vita, non sono trascorsi finora neppure cinque anni. Se la possibilità di peccare era già cessata in te prima che sopraggiungesse l ora del pentimento che ci ricongiunge a Dio, come sei tu già arrivato quassù? Io credevo di trovarti laggiù di sotto (nell Antipurgatorio) dove si compensa il tempo (perduto prima) con il tempo (dell attesa) . 85-90 Per cui egli a me: «Mi ha condotto la mia Nella a bere così rapidamente il dolce assenzio delle pene: con il suo pianto dirotto; con preghiere devote e con sospiri mi ha sottratto alla pendice dove si aspetta (l Antipurgatorio), e mi ha liberato dagli altri (cinque) gironi. 91-114 La mia vedovella, che molto amai, tanto è più cara e più diletta a Dio quanto più è sola a fare il bene; dal momento che la Barbagia in Sardegna è assai più casta per quanto riguarda le sue femmine della Barbagia dove io la lasciai (Firenze). O dolce fratello, che vuoi tu che io dica? Già vedo davanti a me un tempo futuro, rispetto al quale questo momento non sarà molto antico (un futuro non lontano), nel quale sarà proibito dal pulpito (delle chiese) alle sfacciate donne fiorentine di andare mostrando il petto nudo. Quali barbare, quali Saracene vi furono mai alle quali fossero necessarie, per farle andare coperte, o leggi ecclesiastiche o di altro genere (civili)? Ma se le svergognate si rendessero conto di ciò che il cielo prepara loro in tempi rapidi, avrebbero già le bocche aperte per urlare; poiché, se la preveggenza in questo non mi inganna, (le donne fiorentine) saranno dolenti prima che colui che adesso si consola con la ninna-nanna (chi ora è bambino) metta la barba alle guance. to per chi si è pentito all ultimo istante della vita e dove si compensa il tempo trascorso nel peccato (v. 84) con altrettanto tempo di attesa prima di iniziare la purificazione nel Purgatorio. Forese dice di essersi pentito quando ormai non era più in grado di commettere peccati (vv. 79-81), cioè, appunto, in fin di vita. 85-90. Sì tosto altri giri: le preghiere devote della vedova di Forese, Nella, gli hanno permesso di evitare l attesa alla pendice del monte, cioè nell Antipurgatorio, e di scontare pene più leggere nelle prime cinque cornici del Purgatorio, conducendolo direttamente alla sesta. Dolce assenzo: l ossimoro significa che le pene amare in sé sono dolcissime perché conducono alla beatitudine celeste; l assenzio è un liquore amarissimo preparato con l erba della pianta omonima. 94. la Barbagia di Sardigna: la Barbagia è una regione al centro della Sardegna ( Parole in chiaro). 98-102. Tempo futuro il petto: Forese profetizza l arrivo del giorno in cui il degrado della vita pubblica e privata di Firenze sarà tale che dai pulpiti delle chiese si vieterà la moda impudica delle donne di mostrare il petto. La corruzione femminile diventa la misura dell immoralità pubblica secondo la prospettiva misogina della donna vista, nel Medioevo, come strumento del peccato e del demonio . 103. barbare ... saracine: la mancanza di cultura delle donne selvagge o della fede cristiana delle donne saracene (maomettane) attenuerebbe il loro errore. Purgatorio Forese Donati 475

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato