La Divina Commedia

Mentre che li occhi per la fronda verde ficcava o sì come far suole 3 chi dietro a li uccellin sua vita perde, lo più che padre mi dicea: «Figliuole, vienne oramai, ché l tempo che n è imposto 6 più utilmente compartir si vuole . Io volsi l viso, e l passo non men tosto, appresso i savi, che parlavan sìe, 9 che l andar mi facean di nullo costo. Ed ecco piangere e cantar s udìe Lab a m a, Domine per modo 12 tal, che diletto e doglia parturìe. «O dolce padre, che è quel ch i odo? , comincia io; ed elli: «Ombre che vanno 15 forse di lor dover solvendo il nodo . Sì come i peregrin pensosi fanno, giugnendo per cammin gente non nota, 18 che si volgono ad essa e non restanno, così di retro a noi, più tosto mota, venendo e trapassando ci ammirava 21 d anime turba tacita e devota. Ne li occhi era ciascuna oscura e cava, palida ne la faccia, e tanto scema 24 che da l ossa la pelle s informava. Non credo che così a buccia strema Erisittone fosse fatto secco, 27 per digiunar, quando più n ebbe tema. Io dicea fra me stesso pensando: Ecco la gente che perdé Ierusalemme, 30 quando Maria nel figlio diè di becco! . Parean l occhiaie anella sanza gemme: chi nel viso de li uomini legge omo 33 ben avria quivi conosciuta l emme. Chi crederebbe che l odor d un pomo sì governasse, generando brama, 36 e quel d un acqua, non sappiendo como? 1-9. Mentre che li occhi nullo costo: la dieresi sul pronome di 1ª persona o mette in risalto il desiderio di Dante-personaggio, curioso come un fanciullo, di vedere da dove provengano le voci che ha sentito tra le fronde dell albero capovolto (di cui si è detto nel canto XXII, vv. 115-154). Virgilio con l affetto e la dolcezza propri di queste ultime tappe del Purgatorio sollecita il discepolo a riprendere il cammino (figliuole riprende la forma del vocativo latino fil ole). 10-12. Ed ecco piangere parturìe: i golosi cantano l inizio del canto di lode a Dio, Miserere (Oh Domine, labia mea aperies, «Signore, aprirai le mie labbra , versetto 17 del (vv. 1-36) Le anime dei golosi 1-9 Mentre io penetravo con lo sguardo nella fronda verde (dell albero) così come è solito fare chi (il cacciatore) perde la propria vita dietro agli uccellini, quello che era per me più che un padre (Virgilio) mi diceva: «Figliuolo, ormai vieni via, dato che bisogna distribuire più utilmente il tempo che ci è assegnato (per raggiungere la vetta del Purgatorio) . Io rivolsi il viso, e non meno rapidamente i passi, dietro i poeti (Virgilio e Stazio), i quali parlavano in tal modo, che mi rendevano il cammino di nessuna fatica. 10-27 Ed ecco si udì piangere e cantare O Signore (apri) le mie labbra in modo tale che generò (in me) piacere e dolore. Io cominciai: «O dolce padre, che cosa è ciò che sento? ; ed egli: «Forse sono anime che vanno sciogliendo il nodo del loro dovere (espiando il debito delle loro colpe) . Così come fanno i pellegrini assorti nei loro pensieri, quando raggiungono per strada gente sconosciuta, che si girano verso di essa e non si fermano, così una folla di anime silenziosa e devota (in preghiera) venendo dalle nostre spalle con incedere veloce, ci osservava con stupore sorpassandoci. Ciascuna era oscura e incavata negli occhi, pallida nella faccia, e tanto smagrita, che la pelle prendeva la sua forma dalle ossa: non credo che Erisittone fosse così rinsecchito fino alla sola pelle, a causa del suo digiuno, quando ne ebbe più timore. 28-36 Io pensando dicevo fra me: Ecco la gente che fu cacciata da Gerusalemme, quando Maria affondò i denti nel figlio! . Le occhiaie parevano anelli senza gemme; chi legge nel viso degli uomini (la parola) omo qui (nei golosi) avrebbe facilmente riconosciuta la (lettera) emme. Chi, non sapendo come (ciò avvenga), crederebbe che l odore di un frutto e quello di un acqua potesse produrre tali effetti generando il desiderio (di mangiare e bere)? Salmo biblico 50), come pentimento di chi in vita ha soprattutto aperto le labbra per l impulso della gola; la loro devota preghiera genera piacere e compassione in chi la ascolta. Il tono medio della Cantica nasce dall equilibrio dei termini antitetici (piangere e cantar, diletto e doglia), che esprimono lo stato d animo purgatoriale: alla gioiosa certezza del perdono si accompagna la contrizione per la memoria e la consapevolezza della colpa. 21. tacita e devota: i golosi alternano il canto delle preghiere ai religiosi silenzi. 26-33. Erisittone l emme: la consunzione corporea di questi spiriti-scheletri (occhi vuoti, come castoni di anelli senza pietra preziosa, e ossatura del viso in piena evidenza) fa pensare al mito di Eresittone che più mangiava più dimagriva ( Personaggi) e alle sofferenze dei Giudei, durante l assedio di Gerusalemme, quando Maria di Eleazaro divorò il figlioletto per fame ( Personaggi). Secondo la concezione simbolica della lingua c è un rapporto tra le cose e le parole che le indicano; i teologi medievali leggevano nella faccia umana la parola OMO: la M è formata dagli zigomi, dagli archi sopraccigliari e dal naso; le due O dagli occhi, inserite, come nelle epigrafi, negli spazi interni della M gotica maiuscola. Nei golosi erano particolarmente evidenti i tratti della M. Purgatorio Forese Donati 473

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato