La Divina Commedia

470 Canto XXII 49-54 E sappi che la colpa che si contrappone (rimbecca) in senso diametralmente opposto (per dritta opposizione) a un determinato vizio (alcun peccato), si inaridisce (suo verde secca) qui insieme a esso; perciò se io, per emendare il mio peccato, sono stato tra quella gente che espia l avarizia, mi è accaduto (m è incontrato) per il vizio contrario . (vv. 55-114) La conversione di Stazio al Cristianesimo 55-75 «Quando cantasti la guerra crudele (le crude armi) scatenata dalla doppia disperazione di Giocasta (la doppia trestizia) , disse il poeta delle Bucoliche, «non sembrava, per quanto hai poetato ispirato dalla Musa (per quello che Clio teco lì tasta) che tu fossi credente di quella fede senza la quale non bastano le buone opere. Se è così, quale sole o quali candele ti tolsero dalle tenebre tanto che poi tu divenisti seguace della barca di Pietro? . Ed egli a lui: «Tu per primo mi invitasti ad abbeverarmi alle fonti del Parnaso (cioè, seguendo il tuo esempio sono diventato poeta), e ugualmente per primo mi illuminasti sul vero Dio. Facesti come chi va di notte portando il lume dietro la schiena, e non reca vantaggio a sé, ma rende edotto chi viene dietro, quando dicesti: Si rinnova il secolo; torna la giustizia e la prima età dell uomo, e scende dal cielo una nuova progenie (IV Bucolica). Grazie a te fui poeta e cristiano; ma perché tu conosca meglio (veggi mei) ciò di cui parlo (ciò ch io disegno; la vicenda della mia conversione), completerò il quadro con il colore (con altri particolari). 76-93 Il mondo era già tutto ricolmo (pregno) della vera fede, divulgata dai messaggeri del regno eterno (gli apostoli); e il tuo verso citato prima (la parola tua sopra toccata) si conformava ai nuovi credenti, per cui io presi l abitudine di visitarli. Mi sembrarono poi così santi, che quando Domiziano li perseguitò i loro pianti furono accompagnati dal mio; e finché rimasi sulla Terra (di là per me si stette) li aiutai, e i loro costumi onesti mi fecero disprezzare tutte le altre credenze. E prima che, poetando, conducessi i Greci ai fiumi di Tebe, io fui battezzato, ma per paura rimasi nascosto (chiuso), mostrando di fronte a tutti la fede pagana, e questa pavidità (tepidezza) mi ha condotto a girare (cerchiar) il quarto cerchio più di quattrocento anni (più che l quarto centesmo; Stazio ha dunque espiato anche il peccato di accidia Purgatorio XVII, XVIII). 94-114 Tu, dunque, che hai sollevato il coperchio (dell ignoranza) che nascondeva il bene di cui sto parlando (la vera fede), finché ci resta ancora un poco (avem soverchio) di salita, dimmi, se lo sai, dove sono il nostro antico Terenzio (poeta latino), Cecilio (poeta comico), Plauto (commediografo latino) e Varro (poeta e amico di Virgilio), dimmi se sono dannati e in quale regione (dell Inferno) . «Costoro e Persio (poeta satirico) e io e molti altri , E sappie che la colpa che rimbecca per dritta opposizione alcun peccato, 51 con esso insieme qui suo verde secca; però, s io son tra quella gente stato che piange l avarizia, per purgarmi, 54 per lo contrario suo m è incontrato . «Or quando tu cantasti le crude armi de la doppia trestizia di Giocasta , 57 disse l cantor de buccolici carmi, «per quello che Cl ò teco lì tasta, non par che ti facesse ancor fedele 60 la fede, sanza qual ben far non basta. Se così è, qual sole o quai candele ti stenebraron sì, che tu drizzasti 63 poscia di retro al pescator le vele? . Ed elli a lui: «Tu prima m inv asti verso Parnaso a ber ne le sue grotte, 66 e prima appresso Dio m alluminasti. Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, 69 ma dopo sé fa le persone dotte, quando dicesti: Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, 72 e progen e scende da ciel nova . Per te poeta fui, per te cristiano: ma perché veggi mei ciò ch io disegno, 75 a colorare stenderò la mano. Già era l mondo tutto quanto pregno de la vera credenza, seminata 78 per li messaggi de l etterno regno; e la parola tua sopra toccata si consonava a nuovi predicanti; 81 ond io a visitarli presi usata. Vennermi poi parendo tanto santi, che, quando Domizian li perseguette, 84 sanza mio lagrimar non fur lor pianti; e mentre che di là per me si stette, io li sovvenni, e i lor dritti costumi 87 fer dispregiare a me tutte altre sette. E pria ch io conducessi i Greci a fiumi di Tebe poetando, ebb io battesmo; 90 ma per paura chiuso cristian fu mi, lungamente mostrando paganesmo; e questa tepidezza il quarto cerchio 93 cerchiar mi fé più che l quarto centesmo. Tu dunque, che levato hai il coperchio che m ascondeva quanto bene io dico, 96 mentre che del salire avem soverchio, dimmi dov è Terrenzio nostro antico, Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai: 99 dimmi se son dannati, e in qual vico . «Costoro e Persio e io e altri assai , rispuose il duca mio, «siam con quel Greco

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato