La Divina Commedia

Tema centrale del canto è il ruolo della poesia, fonte di rinnovamento interiore sia nella vocazione letteraria, sia per una più matura consapevolezza morale e, infine, guida alla vera fede. Nel dialogo tra i due poeti latini riemerge anche il dramma di Virgilio, autore di versi inconsapevolmente pro- Già era l angel dietro a noi rimaso, l angel che n avea vòlti al sesto giro, 3 avendomi dal viso un colpo raso; e quei c hanno a giustizia lor disiro detto n avea beati, e le sue voci 6 con sitiunt , sanz altro, ciò forniro. E io più lieve che per l altre foci m andava, sì che sanz alcun labore 9 seguiva in sù li spiriti veloci; quando Virgilio incominciò: «Amore, acceso di virtù, sempre altro accese, 12 pur che la fiamma sua paresse fore; onde da l ora che tra noi discese nel limbo de lo nferno Giovenale, 15 che la tua affezion mi fé palese, mia benvoglienza inverso te fu quale più strinse mai di non vista persona, 18 sì ch or mi parran corte queste scale. Ma dimmi, e come amico mi perdona se troppa sicurtà m allarga il freno, 21 e come amico omai meco ragiona: come poté trovar dentro al tuo seno loco avarizia, tra cotanto senno 24 di quanto per tua cura fosti pieno? . Queste parole Stazio mover fenno un poco a riso pria; poscia rispuose: 27 «Ogne tuo dir d amor m è caro cenno. Veramente più volte appaion cose che danno a dubitar falsa matera 30 per le vere ragion che son nascose. La tua dimanda tuo creder m avvera esser ch i fossi avaro in l altra vita, 33 forse per quella cerchia dov io era. Or sappi ch avarizia fu partita troppo da me, e questa dismisura 36 migliaia di lunari hanno punita. E se non fosse ch io drizzai mia cura, quand io intesi là dove tu chiame, 39 crucciato quasi a l umana natura: Per che non reggi tu, o sacra fame de l oro, l appetito de mortali? , 42 voltando sentirei le giostre grame. Allor m accorsi che troppo aprir l ali potean le mani a spendere, e pente mi 45 così di quel come de li altri mali. Quanti risurgeran coi crini scemi per ignoranza, che di questa pecca 48 toglie l penter vivendo e ne li stremi! fetici secondo l interpretazione datane nel Medioevo che salvarono Stazio, e altri dopo di lui, ma non Virgilio stesso. Ascoltando le conversazioni, Dante trova conferma e incoraggiamento per l alta missione di guida dell umanità verso la salvezza. (vv. 1-54) La prodigalità di Stazio 1-24 L angelo (della giustizia) era già rimasto alle nostre spalle, quell angelo che ci aveva rivolti al sesto cerchio, avendomi cancellato (raso) dal viso una delle ferite di spada (colpo; le ferite con cui erano state incise le sette P); e ci aveva detto che sono beati coloro i quali rivolgono il loro desiderio alla giustizia, e la sua voce con sitiunt , senza aggiungere altro, aveva cantato questa beatitudine ( beati qui esuriunt et sitiunt istitutiam , beati coloro che hanno fame e sete di giustizia). E io camminavo più leggero di quanto avessi fatto nelle altre salite d ingresso (per l altre foci), così che seguivo salendo le ombre veloci (quelle di Virgilio e di Stazio) senza fatica (labore); quando Virgilio cominciò: «L amore nato dalla virtù viene sempre ricambiato (sempre altro accese), a patto che (pur che) si manifesti visibilmente (paresse fore); perciò dal momento in cui discese tra noi, nel limbo dell Inferno, Giovenale (poeta satirico latino, contemporaneo di Stazio) che mi rese noto (fé palese) il tuo affetto, la mia benevolenza verso di te fu tale che mai fu provata da alcuno per una persona sconosciuta, sicché ora mi sembrerà breve questa scala. Ma dimmi, e se da amico la confidenza mi concede troppa libertà (m allarga il freno) perdonami, e rispondi parlandomi ormai come un amico: come poté l avarizia albergare nella tua anima, ricco della saggezza di cui, per tuo zelo (per tua cura), fosti colmo? . 25-36 Queste parole fecero dapprima sorridere un poco Stazio, poi rispose: «Ogni tua parola rappresenta per me un segno del tuo affetto (d amor m è caro cenno). In verità, spesso le cose manifeste producono dubbi fondati su questioni fasulle (falsa matera), perché la verità rimane nascosta. La tua domanda mi rende certo (m avvera esser) il tuo credere che io fossi avaro nell altra vita, forse per quella cornice dove mi hai trovato. Ora, devi sapere che l avarizia fu troppo lontana (partita) da me, e migliaia di mesi (lunari; circa seimila, pari ai cinquecento anni dichiarati nel canto XXI) hanno punito questo eccesso (dismisura; di prodigalità, dunque). 37-48 E se non fosse che io rivolsi nella giusta direzione la cura del mio animo (drizzai mia cura) quando compresi quel passo (là) in cui tu, crucciato contro la natura umana, deprechi la smodatezza nell uso del denaro, ora soffrirei (sentirei) rotolando (voltando) macigni, i tristi scontri (le giostre grame). In quel momento (allor) mi accorsi che le mani potevano aprirsi troppo (troppo aprir l ali) nello spendere, e mi pentii così di quello come degli altri miei peccati. Quanti risorgeranno con i capelli rasati (crini scemi; ciò accadrà ai prodighi dannati dopo il giorno del Giudizio) per l ignoranza (di questo grave peccato) che impedisce il pentimento (toglie l penter) da vivi e in punto di morte (ne li stremi)! Purgatorio Stazio e Virgilio 469

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato