Dante maestro di retorica – Il topos dell’agnizione

464 Canto XXI La metafora del sacro fuoco dell arte Nelle parole di Stazio la metafora della fiamma rappresenta l ardore della poesia come un fuoco alimentato dalle faville dell Eneide, che hanno illuminato infiniti poeti. I termini ardor, faville, scaldar, fiamma, allumati (vv. 94-96) rinviano: a quanto Dante dice di se stesso nei versi del canto I dell Inferno, quando indica la funzione di Virgilio, luce e maestro esemplare di tutti i poeti (Or se tu quel Virgilio e quella fonte / che spandi di parlar sì largo fiume? rispuos io lui con vergognosa fronte. / O delli altri poeti onore e lume / vagliami l lungo studio e l grande amore / che m ha fatto cercar lo tuo volume. / Tu se lo mio maestro e l mio autore; / tu se solo colui da cu io tolsi / lo bello stilo che m ha fatto onore Ond io per lo tuo me penso e discerno / che tu mi segui, e io sarò tua guida. Inferno I, vv. 79-87; 111-112); alla lirica cortese che prefigura quell ardore di carità personificato da Beatrice, guida per la purificazione. Alla metafora dell ispirazione poetica «favilla-fiamma segue quella della coppia di termini «mamma-nutrice , disposti a chiasmo per sottolineare che Virgilio ha fornito alla poesia successiva l ispirazione e anche la tecnica, il nutrimento (de l Ene da dico, la qual mamma / fummi e fummi nutrice poetando, vv. 97-98). Dante maestro di retorica Il topos dell agnizione L agnizione (o agnitio in latino) è un espediente tipico del teatro greco e latino consistente nel riconoscimento della vera identità di un personaggio, fino a quel momento tenuta nascosta. Veniva utilizzata per creare finali a sorpresa o per uscire da situazioni di difficile risoluzione. L agnizione di Virgilio Nel canto I dell Inferno abbiamo già visto come, con una spettacolare agnizione, Virgilio sveli la sua identità sciorinando particolari della sua vita gradualmente (vv.67-75): [ ] Non omo, omo già fui, e li parenti miei furon lombardi, mantoani per patr a ambedui. Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto l buono Augusto nel tempo de li dèi falsi e bugiardi. Poeta fui, e cantai di quel giusto figliuol d Anchise che venne di Troia, poi che l superbo Il n fu combusto. Virgilio diede di sé nel primo canto dell Inferno. Senz altro l estrema sintesi del ritratto e la grande raffinatezza dell espressione rendono questa autopresentazione una delle più belle di tutta la Commedia. Poco importa se Dante sovrapponga alla memoria del poeta latino P. Papinio Stazio, nativo di Napoli, quella del contemporaneo retore L. Stazio Ursulo, proveniente da Tolosa. Poco importa, ancora, se il poeta fiorentino non ricordi un altra opera di Stazio, ovvero le Silvae, a lui ignote, perché scoperte solo in età umanistica. Sia l agnizione di Virgilio che quella di Stazio riportano: l epoca e il luogo in cui i poeti hanno vissuto, il titolo di poeta che possono vantare, le opere (o l opera principale) composte. Mentre l agnizione di Virgilio dedica molto spazio al tempo storico in cui è vissuto e al capolavoro scritto, quella di Stazio si concentra principalmente sull omaggio al maestro Virgilio e alla sua opera (Eneide). Attraverso le due agnizioni Dante auctor riconosce come maestro comune di tutti i poeti, antichi e moderni, proprio la sua guida Virgilio. Dapprima Virgilio rivela che è già morto, che i suoi genitori provengono da Mantova, che è nato all epoca di Giulio Cesare, che ha vissuto a Roma all epoca dell Imperatore Augusto, quando ancora non si era compiuta la rivelazione, che è stato poeta e che ha scritto l Eneide. L agnizione di Stazio Anche l anima purgante del canto XXI del Purgatorio si presenta riferendo notizie relative alla sua persona e alla sua vita sulla Terra (vedi vv. 82-102). La passione per la poesia gli derivò dall amore provato per l Eneide che fu per lui come una madre e una nutrice. L anima purificata si spinge fino ad affermare la disposizione a rimanere un anno in più in Purgatorio pur di conoscere Virgilio. Stazio ha fornito tutti i tasselli per ricomporre il puzzle della sua figura storica. La sua presentazione graduale e che ne permette il riconoscimento (agnitio o agnizione) richiama la descrizione che Luca Signorelli, Virgilio, affresco. Cappella di San Brizio, Duomo di Orvieto, 1499-1502.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato