La Divina Commedia

458 Canto XXI monte) trema più o meno forte, ma per effetto del vento compresso nelle viscere della Terra, non so perché, quassù non ha mai tremato. 58-63 Qui la montagna trema quando un anima si sente purificata, cosicché si alza in piedi o si muove per salire in cielo; e quel grido accompagna il terremoto. Della purificazione è prova solo la volontà (di ascendere al Paradiso), che libera di cambiare compagnia, invade l anima, e di tale volere l anima prova gioia. 64-72 Già prima vorrebbe salire, ma glielo impedisce la volontà condizionata, che come in vita la spinse al peccato contro la volontà di bene (contra voglia), così per effetto della divina giustizia la spinge alla purificazione (tormento). E io, che sono rimasto disteso a terra a scontare questa pena per più di cinquecento anni, solo ora ho sentito la mia volontà libera di salire in una sede migliore: per questo hai sentito il terremoto e le anime devote lodare Dio in tutto il monte (del Purgatorio), affinché permetta loro di salire al Cielo . (vv. 73-136) Stazio e Virgilio: il riconoscimento 73-81 Così ci disse; e poiché si prova tanta soddisfazione quanta è stata la sete (di sapere), io non saprei dire quanto le sue spiegazioni mi diedero giovamento (mi fece prode). E la mia saggia guida (disse): «Ora comprendo chiaramente qual è il legame che vi trattiene qui e come ce ne si liberi (si scalappia), perché qui il monte sussulta e perché gioite tutti insieme. Ora ti piaccia dirmi chi fosti, e perché sei rimasto qui disteso per tanti secoli . 82-93 Quello spirito rispose: «Nell epoca in cui il valoroso (imperatore) Tito con l aiuto di Dio punì spiegazione di un fenomeno che sfugge alla logica delle leggi fisiche: la base della montagna del Purgatorio, interessata da terremoti di tipo terrestre, a volte trema, ma il movimento tellurico non si ripercuote sul resto della montagna. Il terremoto che ha turbato Dante ha una causa spirituale: un anima all improvviso (sorprende, v. 63) acquisisce la consapevolezza di essere completamente pura (monda), abbandona la sua condizione purgatoriale di espiazione, star seduta o sdraiata (invidiosi, avari) o muoversi dentro la cornice, e può salire verso il Paradiso. Un canto unanime di gioia per la liberazione di una consorella, e di lode per la onnipotenza e la giustizia di Dio, accompagna il terremoto. 61-63. De la mondizia ... giova: nessun segno esterno indica all anima l avvenuta purificazione, ma solo la volontà folgorante come la grazia di Dio, di cambiare luogo e compagnia. 64-66. Prima vuol ... tormento: nella terzina Dante affronta il tema del contrasto tra volontà assoluta (voglia) e volontà relativa (talento). La distinzione è in san Tommaso: la volontà assoluta fa tendere l anima, destinata alla salvezza, direttamente a Dio, senza limitazioni o freni; ma la volontà relativa, che la condiziona come in Terra la condizionò al male, qui, consapevole di aver peccato, la in- ma per vento che n terra si nasconda, 57 non so come, qua sù non tremò mai. Tremaci quando alcuna anima monda sentesi, sì che surga o che si mova 60 per salir sù; e tal grido seconda. De la mondizia sol voler fa prova, che, tutto libero a mutar convento, 63 l alma sorprende, e di voler le giova. Prima vuol ben, ma non lascia il talento che divina giustizia, contra voglia, 66 come fu al peccar, pone al tormento. E io, che son giaciuto a questa doglia cinquecent anni e più, pur mo sentii 69 libera volontà di miglior soglia: però sentisti il tremoto e li pii spiriti per lo monte render lode 72 a quel Segnor, che tosto sù li nvii . Così ne disse; e però ch el si gode tanto del ber quant è grande la sete. 75 non saprei dir quant el mi fece prode. E l savio duca: «Omai veggio la rete che qui v impiglia e come si scalappia, 78 perché ci trema e di che congaudete. Ora chi fosti, piacciati ch io sappia, e perché tanti secoli giaciuto 81 qui se , ne le parole tue mi cappia . «Nel tempo che l buon Tito, con l aiuto del sommo rege, vendicò le f ra 84 ond uscì l sangue per Giuda venduto, clina al desiderio di espiazione. La sofferenza dell espiazione, accettata con intima convinzione come l unico mezzo per ascendere a Dio, permette il compimento della volontà assoluta. Si crea, dunque armonia tra la creatura e la giustizia divina del Creatore. 67-72. E io ... Segnor: la montagna del Purgatorio ha tremato e gli spiriti hanno cantato la gloria di Dio proprio per annunciare la liberazione di Stazio che, dopo essere rimasto per oltre cinquecento anni nella quinta cornice, tra i prodighi, ha sentito il desiderio improvviso di ascendere alla sede dei beati. Stazio morì nel 96 d.C. e quindi è rimasto in Purgatorio per mille e duecento anni: nel canto XXII aggiunge che è rimasto nella cornice degli accidiosi per circa quattrocento anni (Purgatorio XXII, 92-93) e si può presumere abbia trascorso i rimanenti anni o nell Anti-purgatorio o in un altra delle tre cornici sottostanti. 72. che tosto sù li nvii: tutte le anime del Purgatorio hanno gioito per la liberazione della sua anima, e Stazio con amore di carità ricambia questa partecipazione augurando loro di poter essere presto accolte in Paradiso dal Signore. 75. prode: sostantivo derivato dal verbo latino prodesse, giovare. 76-77. la rete che qui vi mpiglia: gli avari e i prodighi hanno le mani e piedi legati; qui la rete indica la pena del contrappasso e metaforicamente la volontà relativa, il talento che non permette di alzarsi e fa desiderare loro la pena imposta dalla giustizia divina. 77. scalappia: «sciogliersi dai lacci , neologismo coniato da Dante come contrario di «accalappiare . 78. congaudete: dal latino cum gaudere, rallegrarsi, gioire insieme. 81. ne le parole tue mi cappia: le parole di Stazio entrano in Virgilio e chiariscono il significato dei fenomeni. Il verbo cappia deriva da capiat, congiuntivo presente del verbo latino capere, entrare, essere contenuto. 82-84. Nel tempo che l buon Tito ... venduto: per la presentazione di Stazio, Dante ricalca lo schema narrativo usato per Virgilio (Inferno I, 70 e sgg.). Di entrambi dà la collocazione storica, citando il nome dell imperatore in carica, secondo la tradizione della datazione latina; ma mentre per il suo maestro rileva la paganità del mondo in cui visse (e vissi a Roma sotto l buon Augusto / nel tempo de li dèi falsi e bugiardi), per Stazio sottolinea il carattere provvidenziale dell Impero: egli visse sotto il buon Tito, al quale Dio (sommo rege) affidò, come atto di giustizia, il

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato