La Divina Commedia

O Segnor mio, quando sarò io lieto a veder la vendetta che, nascosa, 96 fa dolce l ira tua nel tuo secreto? Ciò ch io dicea di quell unica sposa de lo Spirito Santo e che ti fece 99 verso me volger per alcuna chiosa, tanto è risposto a tutte nostre prece quanto l dì dura; ma com el s annotta, 102 contrario suon prendemo in quella vece. Noi repetiam Pigmal on allotta, cui traditore e ladro e paricida 105 fece la voglia sua de l oro ghiotta; e la miseria de l avaro Mida, che seguì a la sua dimanda gorda, 108 per la qual sempre convien che si rida. Del folle Acàn ciascun poi si ricorda, come furò le spoglie, sì che l ira 111 di Ios è qui par ch ancor lo morda. Indi accusiam col marito Saffira; lodiamo i calci ch ebbe El odoro; 114 e in infamia tutto l monte gira Polinestòr ch ancise Polidoro; ultimamente ci si grida: Crasso, 117 dilci, che l sai: di che sapore è l oro? . Talor parla l uno alto e l altro basso, secondo l affezion ch ad ir ci sprona 120 ora a maggiore e ora a minor passo: però al ben che l dì ci si ragiona, dianzi non era io sol; ma qui da presso 123 non alzava la voce altra persona . Noi eravam partiti già da esso, e brigavam di soverchiar la strada 126 tanto quanto al poder n era permesso, quand io senti , come cosa che cada, tremar lo monte; onde mi prese un gelo 129 qual prender suol colui ch a morte vada. Certo non si scoteo sì forte Delo, pria che Latona in lei facesse l nido 132 a parturir li due occhi del cielo. Poi cominciò da tutte parti un grido tal, che l maestro inverso me si feo, 135 dicendo: «Non dubbiar, mentr io ti guido . Glor a in excelsis tutti Deo dicean, per quel ch io da vicin compresi, 138 onde intender lo grido si poteo. No istavamo immobili e sospesi come i pastor che prima udir quel canto, 141 fin che l tremar cessò ed el compiési. Poi ripigliammo nostro cammin santo, guardando l ombre che giacean per terra, 144 tornate già in su l usato pianto. O mio Signore, quando sarò felice di assistere alla tua vendetta che, nascosta agli occhi dei mortali, addolcisce la tua ira nel segreto della tua giustizia infallibile ed eterna? 97-123 Quello che dicevo dell unica sposa dello Spirito Santo (Maria Vergine) e che ti ha fatto volgere verso di me per averne spiegazione (alcuna chiosa), ciò (tanto) viene risposto alle nostre preghiere (come il coro risponde al lettore durante la messa) per quanto dura il giorno; ma quando fa notte al posto di quegli esempi (in quella vece) proclamiamo esempi contrari (contrario suon prendemo; cioè, citiamo esempi di cupidigia punita). Noi ripetiamo allora (allotta) di Pigmalione, che la bramosia d oro rese traditore, ladro, e uccisore di parenti (paricida); e la misera condizione dell avaro Mida, che fu conseguenza della sua ingorda richiesta, (miseria) per la quale sempre si riderà; ognuno ricorda poi di come il temerario (folle) Acàn rubò gli oggetti sacri a Dio (furò le spoglie), così che sembra essere ancora addentato dall ira di Giosuè. Poi accusiamo Saffira con il marito; elogiamo i calci ricevuti da Eliodoro; e a perenne ricordo della sua infamia gira per tutto il monte (il nome di) Polinestore che uccise Polidoro; da ultimo si grida: Crasso, diccelo, che lo sai, che sapore ha l oro? Talvolta un ombra parla a voce più alta e una a voce più bassa, secondo l intensità del sentimento (l affezion) che ci sprona a proseguire (ir) con un impeto vocale (possa) maggiore o minore: perciò, non ero io solo a ripetere i buoni esempi (ben) di cui parliamo durante il giorno; ma qui vicino nessun altro alzava la voce (tanto da poter essere udito a distanza) . (vv. 124-151) Il terremoto. Il canto del Gloria 124-132 Ci eravamo già allontanati, e ci sforzavamo di percorrere (brigavam di soverchiar) la cornice tanto quanto ce lo consentivano le nostre forze, quando sentii la montagna tremare, come fa una cosa pesante che stia per crollare; per cui mi sentii prendere dal gelo come chi va incontro alla morte. Certamente Delo non tremò così forte prima che Latona vi si ricoverasse per partorire Apollo e Diana (i due occhi del cielo: il sole e la luna). 133-144 Da tutte le parti poi si innalzò un grido tale, che il maestro mi si avvicinò dicendo: «Non aver paura (dubbiar) mentre io ti guido . Tutti recitavano Gloria in Excelsis Deo ( Gloria a Dio nell alto dei cieli ) per quello che io sentii da coloro che mi erano vicino, sicché compresi il contenuto del grido collettivo. Noi stavamo immobili e sospesi, come i pastori che per primi udirono quel canto, finché cessò il tremito e il grido ebbe fine (compiési). Poi riprendemmo il nostro santo cammino, guardando le ombre coricate a terra, che avevano ripreso il lamento abituale. Purgatorio Ugo Capeto 453

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato