CANTO XX – Ugo Capeto

Canto 20 Canto XX Ugo Capeto TEMPO Martedì 29 marzo (o 12 aprile) 1300, prime ore antimeridiane LUOGO Quinta cornice PECCATORI Avari e prodighi PENA Sono distesi a terra bocconi, con le mani e i piedi legati, come contrappasso per l attaccamento alle cose terrene che ebbero in vita e per non aver operato il bene. PERSONAGGI Dante Virgilio Ugo Capeto Sommario « (vv. 1-33) Invettiva contro la cupidigia L avvio del canto è strettamene saldato alla chiusa di quello precedente: a malincuore, e solo per esaudire la sua richiesta, Dante si allontana dall anima di Adriano V e insieme con Virgilio prosegue il cammino lungo la cornice. Tante sono le anime penitenti che Dante-autore prorompe in un invettiva contro l antica lupa ( Inferno I, v. 101), la cupidigia, chiedendo al cielo quando arriverà colui che saprà scacciarla. La narrazione riprende, Dantepellegrino procede attento a non calpestare le ombre quando ode invocare esempi di povertà e liberalità: Maria, che partorì in una stalla; il console romano Fabrizio, che scelse una vita povera e onesta rinunciando alle ricchezze che avrebbe potuto ottenere al prezzo della corruzione; san Nicola, che generosamente permise a tre povere fanciulle di conservarsi oneste. « (vv. 34-123) Storia dei Capetingi Dante si avvicina allo spirito che celebra questi esempi di virtù e lo prega di dire qualcosa di sé. Egli racconta di essere la radice della mala pianta (della razza malvagia) che appesta la cristianità: è Ugo Capeto, capostipite della casa reale di Francia. Dopo aver ripercorso la storia delle sue origini, egli lamenta la forza e la menzogna con cui i suoi successori ingrandirono i loro possedimenti, ricordando tra gli altri Carlo I d Angiò ( Purgatorio VII), colpevole di aver fatto decapitare Corradino di Svevia. Poi, Ugo profetizza le altre azioni criminose perpetrate dai suoi discendenti: Carlo di Valois, alleato di Bonifacio VIII e responsabile della cacciata dei guelfi Bianchi da Firenze; Carlo II d Angiò, sconfitto durante la guerra del Vespro, che vendette la figlia come sposa in cambio di grandi ricchezze; infine, Filippo IV il Bello, autore dell oltraggio di Anagni a danno di Bonifacio VIII e dell esecuzione, a scopo di rapina, dei Templari. Infine, si rivolge a Dio invocandone la vendetta. Il lungo discorso di Ugo Capeto si conclude con alcune spiegazioni sulla penitenza degli avari: durante il giorno essi celebrano esempi di virtù, mentre durante la notte condannano esempi di avarizia, come quello di Pigmalione, assassino del cognato Sicheo per rubarne il regno, di re Mida, morto miseramente a causa della sua avidità, e di altri ancora. « (vv. 124-151) Il terremoto. Il canto del Gloria I due pellegrini riprendono il cammino. All improvviso, la montagna è scossa da un terremoto che gela il sangue a Dante e nel contempo risuona ovunque un grido. La guida rassicura il discepolo, che ora distingue bene le parole: le anime hanno intonato Gloria in excelsis Deo («Gloria a Dio nell alto dei cieli ). Il terremoto e il canto finiscono contemporaneamente: Dante arde di sapere, ma non osa chiedere, per cui cammina timido e pensoso. 5a Cornice AVARI E PRODIGHI

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato