CANTO XVIII – Amore e libero arbitrio

Amore Canto XVIII e libero arbitrio Canto 18 TEMPO LUOGO I ntorno alla mezzanotte di lunedì 28 marzo (o 11 aprile) 1300 Quarta cornice PECCATORI PENA Accidiosi Corrono frettolosamente lungo la cornice, come contrappasso per la pigrizia e fiacchezza con cui si volsero al bene. PERSONAGGI Dante Virgilio L abate di San Zeno Sommario « (vv. 1-39) La natura dell amore Dopo qualche esitazione, Dante chiede chiarimenti sulla natura dell amore come origine di ogni azione buona o malvagia. Virgilio spiega che l animo umano possiede una naturale disposizione all amore, che si trasforma da potenza in atto quando viene risvegliata dalla cosa che piace: l anima riceve dai sensi la percezione dell oggetto piacente, la elabora e se ne sente attratta; questa attrazione è moto spiritale o consapevole, cioè propriamente umano, che non cessa finché non raggiunge l oggetto amato trovandovi gioia e riposo. La disposizione ad amare, dunque, è sempre buona, ma l oggetto a cui si rivolge può essere buono o cattivo. « (vv. 40-75) Amore e libero arbitrio A questo punto della spiegazione, Dante esprime un dubbio: giacché l animo umano è naturalmente disposto all amore, e quest ultimo viene suscitato da oggetti esterni, allora le azioni buone o malvagie non sono responsabilità umana, dato che sono necessitate dalla sua natura e dall ambiente esterno. Virgilio ammette che la ragione umana può spiegare solo in parte la questione, poiché essa riguarda materia di fede, e pertanto solo Beatrice potrà compiutamente rispondere. Per quel che gli compete, Virgilio spiega che l anima possiede una facoltà, la virtù che consiglia, grazie alla quale l uomo può respingere o accogliere la disposizione all amore a seconda che sia buona o cattiva; Beatrice, conclude Virgilio, chiama questa facoltà libero arbitrio, e suggerisce a Dante di ricordarsene quando la incontrerà. « (vv. 76-105) La pena degli accidiosi Soddisfatta la sua ansia di sapere, Dante si sente vacillare per il sonno è infatti ormai mezzanotte. All improvviso, la schiera degli accidiosi irrompe correndo vorticosamente. Le due anime in testa gridano esempi di sollecitudine: il primo si riferisce a Maria, che si affrettò dalla parente Elisabetta; il secondo ricorda la fulminea campagna di Spagna di Giulio Cesare. Le altre rispondono spronandosi a vicenda a far presto, affinché lo zelo dimostrato nell espiazione della pena ravvivi in loro la grazia divina. « (vv. 106-145) L abate di San Zeno. Esempi di accidia punita Virgilio interpella la schiera per sapere da quale parte si trova l ingresso alla quinta cornice. Un anima invita i due pellegrini a seguire la loro corsa, scusandosi di non poter rallentare, pungolata com è dalla giustizia divina; dice poi di essere stata l abate di San Zeno al tempo dell imperatore Federico Barbarossa, e rivela che Alberto della Scala presto si pentirà di aver abusato del suo potere nominando abate di quel monastero suo figlio Giuseppe, deforme, corrotto e illegittimo. Sopraggiungono le ultime due anime della schiera, che gridano due esempi di accidia punita: quello degli Ebrei, morti prima di raggiungere la terra promessa perché ribellatisi a Mosè; e quello dei Troiani che non vollero continuare il viaggio con Enea e preferirono fermarsi in Sicilia, condannandosi così ad avere una discendenza priva di gloria. Quando le anime sono ormai svanite nel buio, Dante sente che gli si affollano nella mente pensieri confusi, che si trasformano in sogno. 4a Cornice ACCIDIOSI

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato