La Divina Commedia

422 Canto XVI (vv. 1-24) La densa nube di fumo e la preghiera degli iracondi 1-9 Il buio dell Inferno e quello di una notte senza stelle, sotto un cielo spoglio (perché privo degli astri), oscurato quanto più possibile dalle nuvole, non stese mai dinanzi ai miei occhi un velo così fitto come il fumo che lì ci avvolse, né così pungente al contatto (di così aspro pelo), tanto che gli occhi non sopportarono di stare aperti; per cui la mia guida saggia (saputa) e fedele mi si avvicinò e mi offrì l appoggio della spalla. 10-15 Così come un cieco segue la sua guida per non perdersi e per non urtare in qualche ostacolo che possa fargli del male, o magari ucciderlo (ancida), così procedevo io attraverso quel fumo acre e nero, ascoltando Virgilio che continuava a ripetere: «Sta attento a non staccarti da me (non sia mozzo) . 16-21 Io sentivo delle voci e ognuna sembrava pregare, per ottenere pace e misericordia, l Agnello di Dio che toglie i peccati. Le parole d inizio delle loro preghiere erano sempre Agnus Dei ; tutti dicevano le stesse parole con uguale intonazione, cosicché si rivelava tra loro un pieno accordo. 22-24 Io chiesi: «Maestro, sono spiriti quelli che io odo? . Ed egli mi rispose: «Hai intuito il vero e si tratta delle anime che vanno espiando il peccato d ira . (vv. 25-51) Marco Lombardo 25-27 «Chi sei tu, dunque, che attraversi il nostro fumo, e parli di noi proprio come se tu dividessi ancora il tempo con il calendario (per calendi)? 28-30 Così ci fu detto da una voce; perciò il mio maestro disse: «Rispondi e chiedi se da questa parte si sale (al girone successivo) . 1-2. notte privata ... sotto pover cielo: la notte buia, priva della luna e delle stelle che la illuminano, è immagine che rappresenta la ragione oscurata dall ira. Alcuni commentatori interpretano pover come limitato, angusto, di cui si ha una visione parziale. Nella parafrasi è stata preferita l interpretazione che insiste sul buio: il cielo impoverito della luce degli astri rafforza il messaggio della mente priva della luce della ragione. 4-6. grosso velo aspro pelo: l immagine del fumo, che, come un velo grosso, spesso e ruvido, si pone davanti agli occhi (viso dal lat. visus, sguardo, vista) di Dante-personaggio, viene completata dalla sensazione tattile pungente dei ruvidi peli. Alla sensazione di quanto acre sia il fumo che avvolge gli iracondi si associa il messaggio metaforico di quanto fastidiosa e pungente sia l ira. 7. che l occhio ... sofferse: il pellegrino Dante, che rappresenta l umanità peccatrice, è coinvolto nella pena delle anime: per esempio procede curvo e lentamente insieme con i superbi (Purgatorio XI). 8-9. onde la scorta mia ... m offerse: l unico soccorso per uscire dall accecamento dell ira viene dalla ragione: saputa, perché conosce i mezzi per dominare gli istinti e modera- Buio d inferno e di notte privata d ogne pianeto, sotto pover cielo, 3 quant esser può di nuvol tenebrata, non fece al viso mio sì grosso velo come quel fummo ch ivi ci coperse, 6 né a sentir di così aspro pelo, che l occhio stare aperto non sofferse; onde la scorta mia saputa e fida 9 mi s accostò e l omero m offerse. Sì come cieco va dietro a sua guida per non smarrirsi e per non dar di cozzo 12 in cosa che l molesti, o forse ancida, m andava io per l aere amaro e sozzo, ascoltando il mio duca che diceva 15 pur: «Guarda che da me tu non sia mozzo . Io sentia voci, e ciascuna pareva pregar per pace e per misericordia 18 l Agnel di Dio che le peccata leva. Pur Agnus Dei eran le loro essordia; una parola in tutte era e un modo, 21 sì che parea tra esse ogne concordia. «Quei sono spirti, maestro, ch i odo? , diss io. Ed elli a me: «Tu vero apprendi, 24 e d iracundia van solvendo il nodo . «Or tu chi se che l nostro fummo fendi, e di noi parli pur come se tue 27 partissi ancor lo tempo per calendi? . Così per una voce detto fue; onde l maestro mio disse: «Rispondi, 30 e domanda se quinci si va sùe . re gli effetti distruttivi dell ira; fida, perché non tradisce mai, indicando sempre la retta via per conseguire il bene. Virgilio svolge la funzione di soccorrere Dante come quando gli apparve nella selva oscura (ché la dritta via era smarrita, Inferno I, 3). 10-12. Sì come cieco ... ancida: con la similitudine del cieco Dante confessa il suo peccato d ira, come nella cornice precedente aveva confessato quello di superbia (Purg. XI, 118119). La similitudine anticipa l immagine dei due soli e la tematica centrale sviluppata da Marco Lombardo: come la mente umana ha bisogno della guida della ragione per ritrovare la strada del bene così il mondo ha bisogno delle due guide, il Papa e l Imperatore, per un corretto esercizio della vita morale e sociale. 13. aere amaro e sozzo: sta a indicare le violente conseguenze dell ira. 16-18. Io sentia ... leva: come nelle altre cornici, le anime intonano un canto di preghiera che esalta la virtù o le virtù opposte al peccato commesso. La preghiera di questa terzina riprende i Vangeli (Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi, «Ecco l Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo Giovanni 1, 29 e la liturgia della messa (Agnus Dei qui tollis peccata mundi miserere nobis; Agnus Dei qui tollis peccata mundi dona nobis pacem «Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi, Agnello di Dio che togli i peccati del mondo dona a noi la pace ). Si noti al v. 18 il latinismo peccata, neutro plurale. L agnello è simbolo per eccellenza di Cristo che placò l ira del Padre. L ira in vita ha spinto questi peccatori a cercare guerra e vendetta, ecco perché ora pregano per pace e per misericordia, le due virtù contrarie all ira, che rendono disponibili e tolleranti nei confronti degli altri. 19. essordia: latinismo exordia, inizi, principi. 24. solvendo il nodo: considerare il peccato come un nodo in cui è avviluppata l anima del peccatore, e da cui ci si libera attraverso l espiazione, è metafora frequente nel linguaggio religioso. Benvenuto riferisce l espressione esplicitamente al peccato d ira, definendola «un forte nodo che lega l uomo, togliendogli la libertà di discernimento . Si noti il latinismo solvendo da solvere, sciogliere. 25-27. «Or tu ... calendi? : all improvviso, la voce di un anima, che evidentemente ha seguito il dialogo tra Virgilio e Dante, irrompe nella scena, creando un effetto di intensa drammaticità, in quanto il personag-

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato