La Divina Commedia

42 Canto II 37-42 E come accade a chi non vuole più (disvuol) ciò che voleva prima e a causa di successive riflessioni cambia parere, tanto che si allontana completamente dal proposito iniziale, così divenni io in quel pendio buio, perché, riflettendo sulle difficoltà, distrussi (nel pensiero) l impresa che all inizio avevo rapidamente accettato. (vv. 43-114) Le tre donne benedette 43-48 «Se ho ben compreso il tuo discorso rispose l ombra di quel nobile animo «la tua anima è indebolita dalla viltà; la quale spesso ostacola l uomo così che lo allontana da un impresa degna d onore, come una ingannevole visione fa allontanare un animale quando si spaventa. 49-51 Affinché tu ti liberi (solve) da questo timore, ti dirò perché io sono venuto qui e quello che ho udito la prima volta in cui ho provato pietà per te. 52-54 Ero tra le anime (del Limbo), che sono sospese (tra il desiderio di vedere Dio e il dolore di non poterlo vedere), e mi chiamò una donna beata e bella tanto che io subito le chiesi di ordinarmi (ciò che volesse). 55-57 I suoi occhi splendevano più che le stelle; e nel suo discorso (in sua favella) cominciò a dirmi in modo dolce e pacato, con voce angelica: 58-66 O gentile anima mantovana, la cui fama perdura ancora nel mondo e durerà a lungo, l amico mio, ma non della fortuna, lungo il pendio deserto (del colle) è tanto ostacolato nel cammino che per la paura sta tornando indietro; e temo che sia già così smarrito che io mi sia mossa tardi per soccorrerlo, secondo quanto ho udito di lui nell Empireo. 67-72 Adesso affrettati e aiutalo con la tua parola eloquente e con tutto ciò che è necessario (c ha mestieri) alla sua salvezza, così che io ne sia consolata. Io che ti faccio andare sono Beatrice e vengo dal luogo (Empireo) dove desidero tornare: mi ha spinto l amore a parlare con te. 42. cotanto tosta: l allitterazione della -t- rende aspra questa parte finale del verso, quasi a ribadire la difficoltà dell impresa e lo sgomento del pellegrino. 43. parola: dal latino parabola. 44-45. magnanimo viltade offesa: magnanimo è contrapposto al termine viltade (v. 45): l uno indica lo stato d animo sicuro di Virgilio, l altro i dubbi e le incertezze di Dante. Dante difetta di magnanimità e per non essere «folle (ovvero presuntuoso, come ha detto al v. 35) incorre nella viltà. 49. tema: paura. uno di quei nomi che cambiano significato a seconda del genere (il tema = l argomento; la tema = la paura). solve: lat. solvere, sciogliere. 51. dolve: forma arcaica impersonale del passato remoto, 3ª sing. del verbo dolere. E qual è quei che disvuol ciò che volle e per novi pensier cangia proposta, 39 sì che dal cominciar tutto si tolle, tal mi fec o n quella oscura costa, perché, pensando, consumai la mpresa 42 che fu nel cominciar cotanto tosta. «S i ho ben la parola tua intesa , rispuose del magnanimo quell ombra, 45 «l anima tua è da viltade offesa; la qual molte f ate l omo ingombra sì che d onrata impresa lo rivolve, 48 come falso veder bestia quand ombra. Da questa tema acciò che tu ti solve, dirotti perch io venni e quel ch io ntesi 51 nel primo punto che di te mi dolve. Io era tra color che son sospesi, e donna mi chiamò beata e bella, 54 tal che di comandare io la richiesi. Lucevan li occhi suoi più che la stella; e cominciommi a dir soave e piana, 57 con angelica voce, in sua favella: O anima cortese mantoana, di cui la fama ancor nel mondo dura, 60 e durerà quanto l mondo lontana, l amico mio, e non de la ventura, ne la diserta piaggia è impedito 63 sì nel cammin, che vòlt è per paura; e temo che non sia già sì smarrito, ch io mi sia tardi al soccorso levata, 66 per quel ch i ho di lui nel cielo udito. Or movi, e con la tua parola ornata e con ciò c ha mestieri al suo campare, 69 l aiuta sì ch i ne sia consolata. I son Beatrice che ti faccio andare; vegno del loco ove tornar disio; 72 amor mi mosse, che mi fa parlare. 52. Io era son sospesi: nel discorso di Virgilio c è un flashback che racconta (fino al v. 93) il colloquio da lui avuto con Beatrice nel Limbo. La perifrasi color che son sospesi indica la condizione delle anime del Limbo: non soffrono pene corporali, ma desiderano invano di vedere Dio ( La topografia morale dell Inferno, p. 22). 53. donna ... beata e bella: è Beatrice, la donna amata da Dante e ispiratrice della sua poesia ( Personaggi). La sua bellezza e la sua beatitudine sono delineate in base a connotazioni stilnovistiche. 55. Lucevan li occhi stella: la luminosità degli occhi è frequente negli stilnovisti (Guido Guinizzelli: Vedut ho la lucente stella diana oppure ... più che stella d ana splende e pare; Guido Cavalcanti: Veggio negli oc- chi della donna mia; che dà per li occhi una dolcezza al core. Il termine stella si riferisce alla stella Diana, la prima a comparire la sera con il nome di Vespero o Venere e l ultima a scomparire al mattino col nome di Lucifero (lucem fero = porto la luce). 56. soave e piana: in modo dolce e umile. Coppia di aggettivi ricorrente nel lessico stilnovista . 70-71. I son Beatrice disio: Beatrice è il simbolo della teologia, che è al di sopra della ragione umana rappresentata da Virgilio. L eccezionalità della sua discesa dall Empireo nel Limbo sottolinea la contrapposizione tra le anime dei beati, eternamente appagate dalla visione di Dio, e quelle del Limbo, dove è collocato lo stesso Virgilio, che inutilmente aspirano a vedere Dio.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato