La Divina Commedia

410 Canto XIII 94-105 «Fratello mio, qui siamo tutti cittadini dell unica vera città, ma tu intendi dire, chi abbia vissuto da pellegrino in Italia . Mi parve di udire questo, come risposta, alquanto più avanti rispetto a dove mi trovavo, per cui avanzai facendomi sentire (con il rumore dei passi). Tra le altre vidi un ombra che, a quanto si vedeva (in vista), era in atteggiamento di attesa, e se qualcuno volesse chiedere Come? , il mento levava in alto, come fanno i ciechi (a guisa d orbo). «Spirito , io dissi, «che al fine di salire (in cielo), ti mortifichi (ti dome), se sei tu quello che mi ha risposto, fatti conoscere (fammiti conto) o per la tua patria, o con il tuo nome . 106-132 «Io fui senese , rispose, «e con questi altri purifico qui la vita maligna, supplicando in lacrime Dio (colui) perché si conceda a noi (sé ne presti). Non fui saggia, benché fossi chiamata Sapia (Salvani, nobildonna senese, zia di Provenzan Salvani), e fui assai più lieta delle sventure altrui che della mia fortuna. E perché tu non debba credere che ti sto ingannando, ascolta se fui, come ti dico, folle, quando ero in età già avanzata. I miei concittadini erano scesi in campo contro i loro avversari, presso Colle Val d Elsa. Qui furono sconfitti (rotti) e ricacciati dolorosamente in fuga; e vedendo l inseguimento (la caccia) provai una gioia diversa da tutte (a tutte le altre dispari), tanto che rivolsi la faccia superba (ardita) verso l alto gridando: Ormai non ti temo più! (cioè, dopo questa gioia non temo alcuna sventura), come disse il merlo quando, visto un po di bel tempo, credette di essere già fuori dall inverno. Mi riconciliai con Dio in punto di morte; e il mio debito di penitenza non sarebbe ancora calato (non sarebbe lo mio dover per penitenza scemo; cioè, sarei ancora nell Antipurgatorio), se non fosse che nelle sue sante preghiere si ricordò di me (a memoria m ebbe) Pier Pettinaio. Ma tu chi sei, che chiedi la nostra condizione, e hai gli occhi aperti, come mi sembra, e parli respirando? . 133-154 «Gli occhi , io dissi, «mi saranno tolti qui (cioè, saranno cuciti anche a me), ma per breve tempo, perché poco è il peccato che ho commesso per averli rivolti con invidia. Troppa è la paura che mi tiene l animo in sospeso per il tormento della cornice di sotto, tanto che sento già pesare il carico . E lei a me: «Chi ti ha dunque condotto qui, se pensi di ritornare giù (fatto impossibile in Purgatorio)? . E io: «Costui che è con me e non parla. E sono vivo; perciò chiedimi, spirito eletto, se vuoi che io muova ancora i miei piedi mortali sulla Terra (di là) per te per cercare qualcuno che preghi in tuo favore . «O frate mio, ciascuna è cittadina d una vera città; ma tu vuo dire 96 che vivesse in Italia peregrina . Questo mi parve per risposta udire più innanzi alquanto che là dov io stava, 99 ond io mi feci ancor più là sentire. Tra l altre vidi un ombra ch aspettava in vista; e se volesse alcun dir Come? , 102 lo mento a guisa d orbo in sù levava. «Spirto , diss io, «che per salir ti dome, se tu se quelli che mi rispondesti, 105 fammiti conto o per luogo o per nome . «Io fui sanese , rispuose, «e con questi altri rimendo qui la vita ria, 108 lagrimando a colui che sé ne presti. Savia non fui, avvegna che Sapìa fossi chiamata, e fui de li altrui danni 111 più lieta assai che di ventura mia. E perché tu non creda ch io t inganni, odi s i fui, com io ti dico, folle, 114 già discendendo l arco d i miei anni. Eran li cittadin miei presso a Colle in campo giunti co loro avversari, 117 e io pregava Iddio di quel ch e volle. Rotti fuor quivi e vòlti ne li amari passi di fuga; e veggendo la caccia, 120 letizia presi a tutte altre dispari, tanto ch io volsi in sù l ardita faccia, gridando a Dio: Omai più non ti temo! , 123 come fé l merlo per poca bonaccia. Pace volli con Dio in su lo stremo de la mia vita; e ancor non sarebbe 126 lo mio dover per penitenza scemo, se ciò non fosse, ch a memoria m ebbe Pier Pettinaio in sue sante orazioni, 129 a cui di me per caritate increbbe. Ma tu chi se , che nostre condizioni vai dimandando, e porti li occhi sciolti, 132 sì com io credo, e spirando ragioni? . «Li occhi , diss io, «mi fieno ancor qui tolti, ma picciol tempo, ché poca è l offesa 135 fatta per esser con invidia vòlti. Troppa è più la paura ond è sospesa l anima mia del tormento di sotto, 138 che già lo ncarco di là giù mi pesa . Ed ella a me: «Chi t ha dunque condotto qua sù tra noi, se giù ritornar credi? . 141 E io: «Costui ch è meco e non fa motto. E vivo sono; e però mi richiedi, spirito eletto, se tu vuo ch i mova 144 di là per te ancor li mortai piedi .

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato