La Divina Commedia

404 Canto XII La prima parte di questo canto, l ultimo dei tre dedicati alla cornice dei superbi, è occupata dalla descrizione degli esempi mitologici e biblici di superbia punita che Dante vede istoriati al suolo. Il percorso del pellegrino, in questo tratto, è tutto di riflessione e meditazione sulla vanità della superbia: alla fine, Dante-autore prorompe in una seconda invettiva (per la prima Purgatorio X) a carico degli uomini, irridendo l alterigia con cui ignorano il cattivo sentiero da loro imboccato. Nella seconda parte del canto il tono si addolcisce: Dante-pellegrino viene accolto dall angelo dell umiltà, figura sensibile (vv. 1-69) Esempi di superbia punita 1-15 Di pari passo, come buoi sotto il giogo, io procedevo con quell anima gravata dal macigno, fino a che lo permise il dolce maestro. Ma quando disse: «Lascialo e passa oltre; perché qui è bene che ciascuno, per quanto può, sospinga la propria barca con gli strumenti della grazia (l ali) e con le possibilità umane (remi) , mi rimasi diritto nella persona, come è naturale camminare per l uomo (come andar vuolsi), benché (avvegna che) i miei pensieri rimanessero umili e privi di superbia (chinati e scemi). Io mi ero mosso, e seguivo volentieri i passi del mio maestro, ed entrambi dimostravamo di essere privi di pesi sulle spalle (leggeri); ed egli mi disse: «Rivolgi gli occhi a terra: sarà bene per te, per rasserenarti nel cammino (tranquillar la via), guardare il suolo che i tuoi piedi calpestano (lo letto de le piante tue) . 16-24 Come le tombe incassate nel pavimento (terragne) portano il ritratto del defunto quand era in vita (quel ch elli eran pria), perché la sua memoria si perpetui (di lor memoria sia), per cui spesso si piange di nuovo (ripiagne), colpiti (punti) dal dolore del ricordo, il quale ferisce soltanto le anime devote (solo a pii dà de le calcagne); così io vidi lì, ma scolpita in modo tecnicamente (secondo l artificio) migliore, la superficie sporgente dalla costa del monte. 25-30 Vedevo, da un lato del pavimento, colui che fu creato nobile più di ogni altra creatura, precipitare dal cielo come la folgore (Lucifero). Accanto (da l altra parte) vedevo Briareo trafitto dalla folgore di Giove (fitto dal telo celest al), gravare sulla terra immobile nel gelo della morte. 31-36 Vedevo Timbreo (Apollo), vedevo Pallade Atena e Marte, ancora armati, vicino al loro padre, osservare le membra dei giganti sparse a terra. Vedevo Nembròt, ai piedi del grande lavoro, guardare sperduto gli uomini che a Sennaàr furono superbi insieme a lui. 37-42 O Niobe, quali occhi addolorati vedevo raffigurati nella tua effigie scolpita sulla strada, tra sette e sette dei tuoi figli morti. della Grazia (sarà presente a ogni passaggio da una cornice all altra), che gli cancella la prima P dalla fronte. La meravigliosa sensazione di leggerezza che Dante prova nel proseguire la salita viene chiarita da Virgilio, il quale spiega al discepolo che a ogni passaggio di purificazione, simboleggiato dall eliminazione di una P, tale sensazione aumenterà. Il canto soave dell angelo, che celebra la virtù dell umiltà, sancisce il progresso spirituale, lasciando un eco di inesprimibile dolcezza che si riverbera nel sorriso con cui Virgilio guarda il pellegrino mentre si tocca, incredulo, la fronte. Di pari, come buoi che vanno a giogo, m andava io con quell anima carca, 3 fin che l sofferse il dolce pedagogo. Ma quando disse: «Lascia lui e varca; ché qui è buono con l ali e coi remi, 6 quantunque può, ciascun pinger sua barca ; dritto sì come andar vuolsi rife mi con la persona, avvegna che i pensieri 9 mi rimanessero e chinati e scemi. Io m era mosso, e seguia volontieri del mio maestro i passi, e amendue 12 già mostravam com eravam leggeri; ed el mi disse: «Volgi li occhi in giùe: buon ti sarà, per tranquillar la via, 15 veder lo letto de le piante tue . Come, perché di lor memoria sia, sovra i sepolti le tombe terragne 18 portan segnato quel ch elli eran pria, onde lì molte volte si ripiagne per la puntura de la rimembranza, 21 che solo a p i dà de le calcagne; sì vid io lì, ma di miglior sembianza secondo l artificio, figurato 24 quanto per via di fuor del monte avanza. Vedea colui che fu nobil creato più ch altra creatura, giù dal cielo 27 folgoreggiando scender, da l un lato. Ved a Br areo fitto dal telo celest al giacer, da l altra parte, 30 grave a la terra per lo mortal gelo. Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, armati ancora, intorno al padre loro, 33 mirar le membra d i Giganti sparte. Vedea Nembròt a piè del gran lavoro quasi smarrito, e riguardar le genti 36 che n Sennaàr con lui superbi fuoro. O N obè, con che occhi dolenti vedea io te segnata in su la strada, 39 tra sette e sette tuoi figliuoli spenti!

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato