La Divina Commedia

E qui convien ch io questo peso porti per lei, tanto che a Dio si sodisfaccia, 72 poi ch io nol fe tra vivi, qui tra morti . Ascoltando chinai in giù la faccia; e un di lor, non questi che parlava, 75 si torse sotto il peso che li mpaccia, e videmi e conobbemi e chiamava, tenendo li occhi con fatica fisi 78 a me che tutto chin con loro andava. «Oh! , diss io lui, «non se tu Oderisi, l onor d Agobbio e l onor di quell arte 81 ch alluminar chiamata è in Parisi? . «Frate , diss elli, «più ridon le carte che pennelleggia Franco Bolognese; 84 l onore è tutto or suo, e mio in parte. Ben non sare io stato sì cortese mentre ch io vissi, per lo gran disio 87 de l eccellenza ove mio core intese. Di tal superbia qui si paga il fio; e ancor non sarei qui, se non fosse 90 che, possendo peccar, mi volsi a Dio. Oh vana gloria de l umane posse! com poco verde in su la cima dura, 93 se non è giunta da l etati grosse! Credette Cimabue ne la pittura tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, 96 sì che la fama di colui è scura. Così ha tolto l uno a l altro Guido la gloria de la lingua; e forse è nato 99 chi l uno e l altro caccerà del nido. Non è il mondan romore altro ch un fiato di vento, ch or vien quinci e or vien quindi, 102 e muta nome perché muta lato. Che voce avrai tu più, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto 105 anzi che tu lasciassi il pappo e l dindi , pria che passin mill anni? ch è più corto spazio a l etterno, ch un muover di ciglia 73. Ascoltando ... faccia: Dante è costretto a chinarsi per ascoltare le anime, il che segnala la sua partecipazione simbolica alla pena dei superbi. 79-84. Oderisi ... in parte: Oderisi da Gubbio ( Personaggi) fu un famoso artista di miniature, pitture con cui nel Medioevo si ornavano i libri; questa arte a Parigi è chiamata enluminer, cioè alluminare. La tecnica consisteva nell uso del minio, un ossido di piombo di colore rosso. Oderisi riconosce i propri meriti ma si rende conto che disegnava con colori meno brillanti e con una tecnica (proveniente dai monaci bizantini di Costantinopoli) diversa da quella di Franco da Bologna, realizzata attraverso pennellate di colori vivi, e al quale ora spetta il primato. E ora devo portare questo peso per causa sua, affinché qui io dia piena soddisfazione a Dio, poiché non l ho fatto tra i vivi . (vv. 73-101) L artista Oderisi da Gubbio 73-78 Mentre ascoltavo quell anima abbassai il volto, e un altra di loro, non quella che parlava, si girò sotto il peso che ne impacciava i movimenti, mi vide, mi riconobbe e mi chiamò, tenendo gli occhi faticosamente rivolti verso di me, che procedevo tutto chino insieme a loro. 79-81 «Oh! gli dissi, «non sei tu Oderisi, l onore di Gubbio e l onore di quell arte che a Parigi è chiamata alluminare (la miniatura)? . 82-87 «Fratello , mi rispose, «sono più luminose le carte che dipinge Franco di Bologna; adesso l onore è tutto suo, e mio solo in parte. Certo io non sarei stato così benevolo (nel giudizio) quando ero in vita per il gran desiderio di eccellere, a cui tutto il mio cuore fu rivolto. 88-90 Qui si paga il fio di tanta superbia, e non sarei già qui se non fosse che mi pentii quando potevo ancora peccare (prima dell ultima ora). 91-99 Oh quant è vana la gloria che gli uomini conseguono con le loro forze. Quanto poco rimane verde sul suo ramo, a meno che non sia seguita da epoche di decadenza! Cimabue credette di dominare il campo nella pittura, e ora Giotto ha fama (maggiore) così che ha oscurato la fama di quello. Così un Guido (Cavalcanti) ha tolto all altro (Guinizzelli) il primato della poesia, e forse è già nato chi supererà entrambi. 100-108 La gloria terrena non è altro che un soffio di vento che spira ora da una parte ora dall altra, e cambia nome perché cambia la direzione. Che fama maggiore conseguirai tu, se muori vecchio più di quella che avresti se fossi morto prima di aver smesso di dire pappo (o pappa per cibo) e dindi (per denaro), quando saranno trascorsi mille anni? i quali, rispetto all eternità, sono uno spazio di tempo più breve di un battito di ciglia 85-90. Ben non sare ... Dio: il peccatore confessa la propria superbia, di cui si è pentito per tempo, non all ultimo istante della sua vita, evitando così l attesa nell Antipurgatorio. 91. Oh ... posse!: il verso sulla vanità della fama conseguita sulla Terra riecheggia un passo della Bibbia (Vanitas vanitatum, et omnia vanitas, «Vanità delle vanità, tutto è vanità , Ecclesiaste I, 2). L uomo è il tramite attraverso cui Dio realizza l opera d arte, è, pertanto, il tramite della superiore volontà divina: la gloria terrena dell artista è effimera (il valore eterno resta nell opera d arte) perciò l uomo deve impegnare tutte le sue forze per conseguire la beatitudine celeste. 93. se non ... grosse!: Dante osserva che la fama di alcuni grandi artisti dura più a lungo solo quando intervenga un periodo di decadenza e barbarie. 94. Cimabue: è il pittore Cimabue ( Personaggi). 95. Giotto: è Giotto figlio di Bondone dal Colle ( Personaggi). 97-99. l uno a l altro Guido nido: la fama di Guido Cavalcanti, ricordato dal padre nel canto X dell Inferno (v. 60), ha soppiantato quella di Guido Guinizzelli, iniziatore del Dolce Stilnovo (collocato nella cornice dei lussuriosi Purg. XXVI), ma forse è già nato chi supererà entrambi. 103-108. Che voce ... torto: tutto ciò che è terreno deve essere valutato alla luce dell eternità: anche mille anni rispetto all eterno sono meno di un battere di ciglio, rispetto al Purgatorio Oderisi da Gubbio 393

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato