Personaggi principali: Nino Visconti, Corrado Malaspina,

Personaggi principali Nino Visconti Nino è diminutivo di Ugolino, degli Ubaldini Visconti, di nobile famiglia pisana di parte guelfa, e nipote di Ugolino della Gherardesca, che Dante colloca nella seconda zona del cerchio nono tra i traditori della patria ( Inferno XXXIII). Onesto e generoso, fu governatore («giudice ) di Gallura, la provincia della Sardegna in mano ai Pisani. Nel 1285 fu associato al governo di Pisa dal conte Ugolino. Col prevalere della fazione avversa, favorita dall arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, fu esiliato, riparò nella guelfa Lucca e divenne un acceso antighibellino. Tra il 1288 e il 1293 fu a Firenze, dove conobbe Dante. Non poté rientrare in patria dopo la pace di Fucecchio (1293), che vide prevalere a Pisa i ghibellini, per l ostilità dei Pisani contro i guelfi e contro la sua famiglia. Soggiornò a Genova e poi in Sardegna, dove morì nel 1296. Aveva sposato Beatrice, figlia del marchese Obizzo d Este, da cui nel 1291 ebbe una figlia, Giovanna. Corrado Malaspina Corrado Malaspina era di antica famiglia feudale, di cui si hanno notizie fin dal IX secolo. Nel 1221 il casato si era diviso in diversi rami; egli appartenne a quello chiamato di Mulazzo o dello Spino Secco, a cui aveva dato vita Corrado Malaspina il Vecchio (v. 119). Da Federico, uno dei quattro figli di Corrado il Vecchio (morto nel 1250), era nato Corrado, protagonista di questo episodio, che risulta morto nel 1294. Da Manfredi era nato Moroello Malaspina, padre di quel Franceschino Malaspina, presso il quale Dante fu ospite nel 1306, durante il suo esilio. Giovanna Visconti Alla morte di Nino Visconti, la figlia Giovanna fu privata dai ghibellini di tutti i beni, per cui dovette riparare insieme alla madre prima a Ferrara, poi a Milano. Sposò giovanissima Rizzardo da Camino nel 1308, ma rimase vedova quattro anni dopo. Ritornata a Firenze nel 1323, visse in povertà, sostenuta dalle sovvenzioni che il Comune le elargiva in memoria delle benemerenze guelfe del padre. Beatrice d Este Beatrice d Este, dopo soli tre anni di vedovanza, intorno al 1300, contrasse nuove nozze con Galeazzo, figlio di Matteo Visconti, signore di Milano. Costui due anni dopo fu cacciato insieme alla sua famiglia dai Torriani, che si impadronirono della città. Coinvolto nella disgrazia della sua famiglia, Galeazzo riparò in Toscana e Beatrice ne condivise la sorte finché, rimasta vedova nel 1328, poté rientrare a Milano col figlio Azzo, che ne riconquistò la signoria. Morì nel 1334. Parole in chiaro Squilla (v. 5) Il termine squilla (nel Trecento, dal gotico skilla, tedesco skelle) indica il suono della campana dei conventi che scandiva le ore degli uffici liturgici. In questo verso annuncia l ora canonica della compièta, così chiamata perché compie (conclude) le ore canoniche. Il termine ritorna in una celebre lirica scritta nel 1829 da Giacomo Leopardi: Or la squilla dà segno / della festa che viene... (Il sabato del villaggio, vv. 20-21). La campana della sera suona per annunciare la fine di una settimana lavorativa, l attesa di una sperata ma improbabile felicità da conseguire nella festa della domenica. S annerava (v. 49) Derivato di nero, significa oscurare, far diventare nero . In alcuni codici al posto di s annerava è invece riportato il termine serenava o asserenava, termine rifiutato dal critico letterario Giorgio Petrocchi in quanto comprometterebbero la rispondenza con il successivo dichiarisse (v. 51) che significa non si rivelasse, non si scorgesse chiaramente e con tutta l immagine suc- cessiva. Il termine viene ripreso nella forma intr. pron. Anche da D Annunzio l alta scala che s annera contro il fusto (D Annunzio) e senza la particella pronominale anche da Leopardi: La luna... in mezzo al prato Si spegneva annerando a poco a poco. L incontro con Malaspina, miniatura XIV sec., Bodleian Library. Purgatorio Nino Visconti 379

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato