La Divina Commedia

Ma vedi già come dichina il giorno, e andar sù di notte non si puote; 45 però è buon pensar di bel soggiorno. Anime sono a destra qua remote; se mi consenti, io ti merrò ad esse, 48 e non sanza diletto ti fier note . «Com è ciò? , fu risposto. «Chi volesse salir di notte, fora elli impedito 51 d altrui, o non sarria ché non potesse? . E l buon Sordello in terra fregò l dito, dicendo: «Vedi? sola questa riga 54 non varcheresti dopo l sol partito: non però ch altra cosa desse briga, che la notturna tenebra, ad ir suso; 57 quella col nonpoder la voglia intriga. Ben si poria con lei tornare in giuso e passeggiar la costa intorno errando, 60 mentre che l orizzonte il dì tien chiuso . Allora il mio segnor, quasi ammirando, «Menane , disse, «dunque là ve dici 63 ch aver si può diletto dimorando . Poco allungati c eravam di lici, quand io m accorsi che l monte era scemo, 66 a guisa che i vallon li sceman quici. «Colà , disse quell ombra, «n anderemo dove la costa face di sé grembo; 69 e là il novo giorno attenderemo . Tra erto e piano era un sentiero schembo, che ne condusse in fianco de la lacca, 72 là dove più ch a mezzo muore il lembo. Oro e argento fine, cocco e biacca, indaco, legno lucido e sereno, 75 fresco smeraldo in l ora che si fiacca, da l erba e da li fior, dentr a quel seno posti, ciascun saria di color vinto, 78 come dal suo maggiore è vinto il meno. Non avea pur natura ivi dipinto, ma di soavità di mille odori 81 vi facea uno incognito e indistinto. Salve, Regina in sul verde e n su fiori quindi seder cantando anime vidi, 84 che per la valle non parean di fuori. «Prima che l poco sole omai s annidi , cominciò l Mantoan che ci avea vòlti, 87 «tra color non vogliate ch io vi guidi. Di questo balzo meglio li atti e volti conoscerete voi di tutti quanti, 90 che ne la lama giù tra essi accolti. Colui che più siede alto e fa sembianti d aver negletto ciò che far dovea, 93 e che non move bocca a li altrui canti, Ma vedi come declina la luce del giorno, e non è possibile salire di notte; perciò è bene individuare un luogo dove passare gradevolmente la notte. A destra vi è un gruppo appartato di anime: se me lo consenti, ti condurrò da loro, e ti farà piacere conoscerle . 49-63 «Come avviene questo fatto? , fu la risposta (di Virgilio). «Chi volesse salire di notte, non potrebbe perché sarebbe impedito da altri, o perché non ne avrebbe la forza? . Il buon Sordello tracciò una linea a terra dicendo: «Vedi? Dopo il tramonto del sole non riusciresti a superare nemmeno questa riga; non avresti tuttavia altro impedimento a salire che la tenebra notturna, la quale, generando impotenza (nonpoder), impedisce di volere. Con la tenebra potresti ritornare indietro, o camminare a questo stesso livello, finché l orizzonte imprigiona la luce del giorno . Allora il mio signore, meravigliandosi, «Portaci dunque , disse, «là dove ci hai detto che si può stazionare in modo piacevole e proficuo . (vv. 64-90) La valletta fiorita 64-69 Ci eravamo allontanati di poco da lì quando mi accorsi che il monte era incavato, come qui (sulla terra) i fianchi delle montagne sono incisi dai valloni. «Andremo là , disse quell ombra (di Sordello), «dove la parete si affossa creando una cavità (face di sé grembo); là aspetteremo il nuovo giorno . 70-81 Tra la parete della montagna e il piano correva un sentiero obliquo che ci condusse sull orlo dell avvallamento, là dove il suo argine digradava di più che la metà della sua altezza (cioè, era più agevole scendere). Polvere d oro e d argento puro, carminio (cocco) e bianco di zinco (biacca), indaco, lignis (pietra preziosa orientale) lucente e chiara, smeraldo vivido come quando viene spezzato (in l ora che si fiacca), ciascuno (di questi colori smaglianti) sarebbe superato dall erba e dai fiori di quella valletta, come il minore è vinto dal maggiore. La natura non aveva solamente cosparso di colori quel luogo, ma di mille profumi soavi ne faceva uno solo sconosciuto e indistinto (perché non era più possibile riconoscere i singoli aromi che lo componevano). 82-90 Dall argine dell avvallamento (da qui, quindi), vidi anime che sedute tra l erba e i fiori cantavano Salve, Regina , impossibili a vedersi al di fuori della conca a causa dell abbassamento del terreno. «Prima che il poco sole rimasto si cali dietro il monte come nel suo nido , cominciò il Mantovano che ci aveva guidato (Sordello), «non vogliate che io vi guidi tra coloro. Da questo argine riconoscerete i volti e i gesti di tutti più agevolmente che non scendendo nella conca in cui siedono . (vv. 91-136 I principi negligenti 91-102 «Colui che siede più in alto e mostra di aver trascurato il suo dovere, e non canta insieme con gli altri, Purgatorio La valletta dei principi 371

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato