Analisi e interpretazione

362 Canto VI Analisi e interpretazione Per approfondire P apato e Impero cronaca di un duello Sordello, simbolo dell amor di patria L invettiva come compianto Il mantovano Sordello, fiero e sdegnoso, si scuote improvvisamente dalla immobilità non appena sente il dolce suono del nome della sua città, Mantova, e si affretta ad abbracciare Virgilio, quando scopre che è un suo concittadino. Il contrasto con quanto succede sulla Terra, dove invece i fratelli si combattono e i concittadini si uccidono, è stridente. L Italia, ostello di dolore, è come una nave priva di comandante in balia della tempesta delle passioni e appare a Dante come una realtà da compiangere rispetto a quella ultraterrena in cui Sordello e Virgilio, pur separati da secoli di distanza, sono uniti da uno spirito di fratellanza per avere una patria comune. Il mondo dell aldilà è quello vero, in cui si è compiuta la giustizia divina, rispetto al mondo terreno dominato dalla discordia e dall ingiustizia. La serie di immagini dell invettiva (nave senza nocchiere, cavallo senza guida, vedova inconsolabile) ribadisce l idea centrale: i mali dell Italia risiedono nella mancanza di un ordine imperiale (lo stesso imperatore non assolve alla sua funzione) e nei disordini che da ciò derivano. La profetica invettiva all Italia, al clero e all imperatore L apostrofe rivolta all Italia in tono di profetica invettiva esprime la concezione politico-morale di Dante-autore che conduce una spietata analisi del presente, in simmetria con il canto VI dell Inferno (dove Ciacco ha parlato di Firenze al futuro) e il VI del Paradiso (dove Giustiniano volgerà lo sguardo sul passato, ricostruendo le vicende millenarie dell Impero in un ottica per cui la storia, anche quella della classicità, è da ricondurre a un disegno divino). Libertà e monarchia universale La libertà per Dante si attua attraverso la monarchia universale che instaura un ordine e pone rimedio alla degenerazione dei regimi feudali e comunali: la forza espansionistica dei Comuni è aggressiva nei confronti della nobiltà feudale; i signori feudali che derivavano il proprio potere dalla nomina imperiale mirano a sottrarsi alla guida dell imperatore, unica legittima sede di sovranità. Solo l Impero può combattere la cupidigia, eliminare la corruzione e le violenze che rendono servi i liberi cittadini. Ma Alberto d Asburgo, attento alle lotte del mondo tedesco più che alle rivendicazioni universalistiche, si disinteressa dell Italia, trascura il suo dovere, che è quello di far rispettare le leggi e garantire a tutti i suoi sudditi la felicità terrena. La Chiesa in lotta con l Impero, corrotta e avida di beni materiali, contende all imperatore il potere politico e non assolve al compito, conferitogli direttamente da Dio (ciò che Dio ti nota, v. 93), di preparare l uomo alla patria celeste. L umanità priva delle due guide è in preda alla degenerazione morale e al disordine civile, alla schiavitù spirituale dell individuo si accompagna la schiavitù politica del cittadino. Invettiva contro Firenze Le condizioni dell Italia richia- mano al cuore di Dante la situazione di Firenze (Fiorenza mia, v. 127), città dominata dall ambizione, dalle lotte civili e dalle passioni partigiane, resa instabile dalla fragilità delle leggi e delle istituzioni. Tra anacronismo e attualità Più che un invettiva è un compianto, un amara presa di distanza da un mondo che il poeta considera perduto, per continuare a vivere in un mondo ideale: il ruolo dell Impero garante della pace universale dei popoli era già tramontato nel Trecento (le signorie italiane e le monarchie nazionali europee costituiscono la nuova realtà politica); l idea dell Italia, vista come parte integrante dell Impero, e non come nazione autonoma, è estranea alla sensibilità moderna. Eppure sempre viva e attuale è la rievocazione del legame di coloro che sono nati nello stesso luogo e la condanna delle lotte fratricide che in ogni tempo pongono gli uni contro gli altri. Il tono medio del messaggio politico Il tono polemico dell invettiva è più contenuto di quello delle rime politiche dell Inferno (si pensi all invettiva del canto XIX contro la Chiesa corrotta, l idolatria del denaro e il potere temporale dei papi). Le tecniche retoriche (metafora, perifrasi, anafora, antifrasi) trovano la loro misura nel tono medio tipico del Purgatorio: basti pensare all Italia, di dolore ostello (v. 76), che dà inizio all invettiva. Le figure retoriche La metafora della nave senza nocchie- re rappresenta lo stato di disordine morale della penisola in balia di ambizioni sfrenate (v. 77). L immagine del cavallo senza guida (la sella è vòta?, v. 89) rappresenta il disordine civile senza imperatore; il cavallo non corretto dagli sproni e guidato per la briglia, che diventa sempre più ribelle perché in sella non c è il cavaliere, indica il sostituirsi del potere spirituale a quello temporale (vv. 94-96). Molto bella è la perifrasi dell Italia, la parte più bella e più nobile di tutto l Impero ( l giardin de lo mperio, v. 105). L anafora del Vieni, all inizio di quattro terzine, per accusare ironicamente l imperatore, è rafforzata dall antifrasi che intende dire il contrario di quanto apparentemente rivela: vieni a vedere quanto le genti d Italia si odiano (Vieni / Vien / Vieni / Vieni a veder la gente quanto s ama!, vv. 106-115). La metafora della vedova inconsolabile ruota intorno alla personificazione di Roma, che piange l abbandono del suo sposo (l imperatore), invocandone la presenza (Vieni a veder la tua Roma [...] / Cesare mio, perché non m accompagne?, vv. 112-114).

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato