Personaggi principali: Benincasa da Laterina, Ghino di

360 Canto VI Personaggi principali Benincasa da Laterina Conte Orso L Aretin è Benincasa da Laterina (XIII secolo), originario di Arezzo, giudice che rivestì importanti incarichi nel Comune di Siena. Condannò a morte dei parenti di Ghino di Tacco (v. 14), che lo fece uccidere nell aula del tribunale a Roma, dove era passato a esercitare la sua funzione. Il conte Orso (v. 19), della famiglia toscana degli Alberti di Mangona, fu ucciso dal cugino Alberto, nel 1286, nel corso di una catena di vendette familiari. I padri dell uccisore e dell ucciso si erano ammazzati tra di loro per questioni di eredità (Dante li colloca nella Caina, Inferno XXXII, 55-62), e Alberto sarà assassinato nel 1325 dal nipote Spinello. Ghino di Tacco Ghino di Tacco è un nobile senese vissuto nella seconda metà del Duecento. Spietato, ma fiero e generoso, fu scacciato da Siena e si dette alla macchia diventando una specie di brigante. Si stabilì nel feudo di Radicòfani che aveva fatto ribellare alla Chiesa. Il personaggio è protagonista anche di una novella del Decameron di Boccaccio (X, 2). Guccio de Tarlati Il ghibellino Guccio di Pietramala de Tarlati, aretino della seconda metà del Duecento, annegò in Arno durante un combattimento contro la famiglia guelfa fuoriuscita dei Bostoli (correndo in caccia, v. 15). Secondo i commentatori antichi, invece, morì inseguito dai nemici nella battaglia di Campaldino (cui partecipò anche Dante nel 1289). La duplice interpretazione è legata al significato dell espressione correndo in caccia: con valore attivo significa «inseguendo ; con valore passivo significa «essendo inseguito , quindi in fuga. Federigo Novello Federigo Novello, dei conti Guidi del Casentino, fu ucciso nel 1289 o nel 1291 da uno dei Bostoli fuoriuscito da Arezzo, in uno scontro tra famiglie rivali. Gano e Marzucco degli Scornigiani Farinata o Gano, figlio di Marzucco degli Scornigiani di Pisa (quel da Pisa, v. 17) fu ucciso, secondo alcuni commentatori, nel 1287 dal conte Ugolino della Gherardesca, durante le lotte per il potere a Pisa che portarono alla vittoria dell arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini ( Inferno XXXIII). La morte di Gano dette al buon Marzucco la possibilità di dimostrare la sua forza d animo. Marzucco degli Scornigiani ricoprì importanti incarichi a Pisa, prima di entrare nell ordine dei Francescani. In un epoca rissosa e violenta soffrì dignitosamente per l uccisione del figlio senza meditare vendette. Secondo alcuni commentatori antichi (Boccaccio, Benvenuto e l Anonimo fiorentino) Marzucco, travestitosi, senza mostrare alcun dolore, si recò da Ugolino per riscattare la salma del figlio, che il conte della Gherardesca aveva ordinato di lasciare insepolta. Pier della Broccia Pier della Broccia, di umili origini, divenne famoso come chirurgo, tanto da essere chiamato alla corte del re di Francia, Filippo III l Ardito. Accusò Maria di Brabante, seconda moglie del re, di aver avvelenato il figliastro per assicurare il trono al proprio figlio Filippo il Bello. Ciò gli attirò l odio della regina che, nel 1278, durante la guerra tra Filippo III e Alfonso X, re di Castiglia, lo accusò di alto tradimento per intese con il nemico, e lo fece impiccare. Pier della Broccia si protestò innocente e Dante lo annovera come vittima dell astio e dell invidia della corte (vv. 22-24). Sordello Sordello da Goito (in provincia di Mantova) visse nel XIII secolo e fu trovatore in lingua provenzale1. Visse a Verona, presso la corte del signore Riccardo da San Bonifacio. I biografi dell epoca, però, lo descrivono come un avventuriero che, ospite dei da Romano a Treviso, fuggì con Cunizza da Romano (collocata da Dante nel Paradiso IX, 31-36), sorella di Ezzelino e moglie di Riccardo da San Bonifacio. In seguito si rifugiò presso Raimondo Berengario IV di Provenza, dove gareggiò con i più famosi trovatori del tempo in rime d amore e satiriche, per poi passare al servizio del conte francese Carlo d Angiò, che seguì nella sua spedizione in Italia contro Manfredi, nel 1266. Ammalatosi, si ritirò in Abruzzo, dove morì nel 1269. Sordello, nel Compianto in morte di ser Blacatz, fustiga con sarcasmo l inettitudine dei principi del tempo e li invita a mangiare ognuno un pezzo del cuore del compianto cavaliere provenzale per ereditarne il valore. Ecco perché Dante lo sceglie per denunciare il degrado morale e politico dell Italia e per passare in rassegna, nel canto VII, una folta schiera di principi negligenti. 1. trovatore in lingua provenzale: i trovatori sono i poeti lirici in lingua d oc (provenzale) che diedero vita a una grande tradizione letteraria a partire dalla seconda metà del secolo XI e sino al XIII. Il termine deriva dal verbo trobar, «comporre versi . Le composizioni dei trovatori erano sempre accompagnate da musica, cantate dai giullari, e il soggetto principale di questa produzione fu l amore, inteso secondo le regole della «cortesia . La zona in cui operavano, principalmente nell ambito delle corti del sud della Francia, è compresa fra Provenza, Limousin, Poitou, Alvernia, Linguadoca e Catalogna. La lirica provenzale trovò molti estimatori e imitatori anche in Italia, tra cui Sordello.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato