CANTO VI – Sordello

Canto 6 Canto VI Sordello TEMPO Ore 15 circa, Domenica 27 marzo (o 10 aprile) LUOGO Antipurgatorio: morti violentemente PECCATORI Negligenti: morti violentemente PENA Devono attendere nell Antipurgatorio per un periodo di tempo corrispondente a quanto vissero- PERSONAGGI Virgilio - Dante - Benincasa da Laterina - Ghino di Tacco - Guccio de Tarlati - Federico Novello - Farinata (o Gano) degli Scornigiani - Orso degli Alberti - Pierre della Broccia - Sordello Sommario « (vv. 1-24) L affollarsi delle anime La scena iniziale si collega alla fine del canto precedente dove Dante ha incontrato i pentiti dell ultima ora: le anime fanno ressa intorno a lui per essere ricordate sulla Terra e per ottenere tramite lui suffragi dai vivi. Dante riconosce molti personaggi della società comunale e signorile del suo tempo, promette preghiere per la loro salvezza e si libera dalla ressa. « (vv. 25-57) Il dubbio di Dante sulla efficacia delle preghiere Dante allora chiede spiegazioni a Virgilio su un verso dell Eneide che sembra negare l efficacia della preghiera dei vivi in favore dei morti, mentre quelle anime chiedono proprio questo. Virgilio risponde che quella spiegazione era vera allora (prima della redenzione), quando la preghiera dei pagani non poteva giungere a Dio. Aggiunge che la complessa questione sarà spiegata da Beatrice, quando Dante la incontrerà in cima alla montagna del Purgatorio. Dante chiede di affrettare il passo ma il poeta latino lo avverte che il cammino è lungo durerà più giorni. « (vv. 76-126) L apostrofe all Italia Dante-autore, dinanzi a questa manifestazione di così grande attaccamento per il luogo natio, prorompe in un invettiva contro l Italia lacerata dalle lotte tra fazioni, contro la negligenza dell imperatore e contro la Chiesa che usurpa il potere politico. Invita l imperatore stesso a scendere in Italia, «giardino dell Impero , per rendersi conto dello stato di rovina in cui sono cadute le contee imperiali, da lui abbandonate, e per risolvere le dispute. « (vv. 127-151) L apostrofe a Firenze Virgilio e Dante sono incerti sulla via da prendere per salire al monte, quando vedono un anima che se ne sta solitaria e silenziosa. Sordello da Goito (celebre trovatore italiano del Duecento), il quale, sentendo che Virgilio è mantovano, lo abbraccia fraternamente. Il poeta conclude la sua invettiva rivolgendosi a Firenze, i cui cittadini accettano gli incarichi pubblici non per il bene della comunità, ma mostrando superficialità e avidità: ne consegue che nella città si verifica un continuo rivolgimento di leggi e di cariche. Ant ipu rga tor io « (vv. 58-75) L incontro con Sordello 3ª schiera di negligenti morti per violenza

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato