Personaggi principali: Jacopo del Cassero, Buonconte da

350 Canto V Personaggi principali Jacopo del Cassero Figlio di Uguccione, il nobile marchigiano Jacopo del Cassero (Fano, 1260) fu un valente uomo d armi di parte guelfa. Appoggiò, nel 1288, i Fiorentini contro i ghibellini di Arezzo. Nel 1296 fu podestà di Bologna e difese il Comune dai tentativi espansionistici del marchese di Ferrara, Azzo VIII d Este, accusandolo di tradimento. Nel 1298 fu chiamato a reggere come podestà il Comune di Milano. Per raggiungere la Lombardia evitò i territori estensi (Modena e Reggio) e, costeggiando l Adriatico, pervenne a Venezia ma, raggiunto nel territorio di Padova dai sicari del marchese, fu assassinato tra i canneti del Brenta. Sarebbe stata uccisa, intorno al 1297, da un sicario del marito per gelosia o per essere libero di sposare Margherita Aldobrandeschi. Buonconte da Montefeltro Buonconte, figlio di Guido (collocato nell Inferno tra i consiglieri fraudolenti: XXVII, 19-132), fu tra i capi ghibellini e morì mentre guidava l esercito di Arezzo contro la guelfa Firenze nella battaglia di Campaldino (11 giugno 1289), alla quale partecipò anche Dante. Pia de Tolomei La gentildonna di Siena Pia de Tolomei, sposa di Nello dei Pannocchieschi, podestà di Volterra e di Lucca, fu relegata dal marito nel castello della Pietra (in Maremma). Gustave Dorè, Pia de tolomei, Illustrazioni per la Commedia Parole in chiaro Rampolla (v. 16) Dante deriva il verbo rampollare da rampollo, propriamente il nuovo germoglio che cresce alla base del tronco (dalla locuzione latina rami pullu(m), «germoglio del ramo ) e che deve essere eliminato. Il verbo metaforicamente è riferito al pensiero che cambia di continuo e che disperde l attenzione della mente. Oggi si usa il nome «rampollo per indicare il discendente di una famiglia. Insolla (v. 18) Dante conia il verbo insolla, con il significato di «indebolisce , dall aggettivo sollo, che in toscano significa «molle , «cedevole (riferito al sabbione dei sodomiti in Inferno XVI, v. 28). Qui indica che il sovrapporsi di nuovi pensieri rende debole il primo (la foga l un de l altro insolla). Miserère (v. 24) Termine latino che significa, abbi misericordia . Il termine, che appartiene al linguaggio liturgico, deriva dall incipit del Salmo 51, con il quale re David chiede perdono a Dio dei suoi peccati e che comincia, nella versione latina, colle voci Miserere mei, Deus abbi pietà di me, Dio. Il salmo è uno dei più noti dei sette salmi penitenziali ed è recitato, o cantato, nella liturgia romana in circostanze di dolore pubblico o privato, in particolar modo negli uffici funebri. Per questa ragione è passato in espressioni figurate per significare l essere in fin di vita essere giunto al miserere . Guati (v. 58) Il verbo guatare (dal francese medie- vale wathen, «essere di guardia ) significa «guardare con intensità , «fissare . uno dei sinonimi del verbo «vedere , usato oggi molto raramente col significato di «guardare con sospetto . Giogo (v. 116) Il termine giogo (dal latino iugum, dalla radice iug- del verbo iungere, «unire ) indica l arnese di legno che si colloca sul collo dei buoi e degli animali da tiro, per attaccarli al carro o all aratro. Nel verso è la sommità tondeggiante di un monte, un «valico . In senso figurato esprime uno «stato di soggezione, di schiavitù . Nella Roma antica era l asta, posta orizzontalmente su altre due piantate nel terreno, sotto la quale si facevano passare i popoli vinti in segno di sottomissione.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato