Dante maestro di retorica – La perifrasi, l’antonomasia e

348 Canto V 112-114 Quella volontà malvagia (il diavolo), che desidera soltanto il male con la sua intelligenza, unì e mosse il vapore e il vento con quel potere che gli conferì la sua natura (di angelo degradato). 115-129 Poi, appena fu tramontato il sole, coprì di nebbia tutta la valle, da Pratomagno fino agli alti monti (la catena principale dell Appennino), e rese gli strati più alti del cielo così densi di nuvole, che l aria satura (di umidità) si trasformò in acqua; la pioggia cadde e quella parte di essa che non fu assorbita dalla terra si riversò nei fossati; e quando confluì nei torrenti, si scaricò tanto impetuosamente nel fiume principale (l Arno) che nulla poté trattenerla. L Archiano in piena trovò sulla foce il mio cadavere gelato e lo sospinse nell Arno e sciolse sul mio petto la croce che io avevo fatto con le mie braccia (di me) quando il dolore (dei miei peccati) mi aveva sopraffatto; mi fece rotolare per le rive e sul fondo, poi mi ricoprì e circondò con i suoi detriti . (vv. 130-136) L incontro con Pia de Tolomei 130-136 «Oh, quando tu sarai ritornato nel mondo e ti sarai riposato del lungo viaggo , fece seguito un terzo spirito alle parole del secondo, «ricordati di me che mi chiamo Pia; nacqui a Siena, morii in Maremma: lo sa bene colui che, prima dichiarando la sua volontà di sposarmi (disposando), mi aveva messo al dito l anello nuziale . Giunse quel mal voler che pur mal chiede con lo ntelletto, e mosse il fummo e l vento 114 per la virtù che sua natura diede. Indi la valle, come l dì fu spento, da Pratomagno al gran giogo coperse 117 di nebbia; e l ciel di sopra fece intento, sì che l pregno aere in acqua si converse; la pioggia cadde, e a fossati venne 120 di lei ciò che la terra non sofferse; e come ai rivi grandi si convenne, ver lo fiume real tanto veloce 123 si ruinò, che nulla la ritenne. Lo corpo mio gelato in su la foce trovò l Archian rubesto; e quel sospinse 126 ne l Arno, e sciolse al mio petto la croce ch i fe di me quando l dolor mi vinse; voltòmmi per le ripe e per lo fondo, 129 poi di sua preda mi coperse e cinse . «Deh, quando tu sarai tornato al mondo e riposato de la lunga via , 132 seguitò l terzo spirito al secondo, «ricorditi di me, che son la Pia: Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che nnanellata pria 136 disposando m avea con la sua gemma . Dante maestro di retorica La perifrasi, l antonomasia e l antifrasi La perifrasi è la sostituzione di una parola propria con una circonlocuzione ovvero con un giro di parole. Si tratta di una figura retorica di contenuto, per cui l idea viene espressa in maniera più evocativa utilizzando un immagine che ha con essa una relazione di somiglianza; ad esempio come quando Dante scrive: di costui l etterno in sostituzione della parola anima (Purgatorio V, v. 106) o del cul fatto trombetta per indicare una flatulenza Inferno XXI, v. 139). Talvolta, la perifrasi può essere un antonomasia, quando ad esempio sostituisce un nome proprio che lo identifica inequivocabilmente, ad esempio: colui che tutto move (Paradiso I, v. 1) al posto di Dio . L antifrasi, a differenza della perifrasi, è invece una figura retorica che consiste nell usare una espressione, un giro di parole, per significare l opposto di ciò che in realtà si vuol dire. Dante la usa per rendere più evidente il suo sdegno quando si rivolge a Firenze per denunciarne le infelici condizioni cui si è ridotta a causa delle guerre intestine: Or ti fa lieta, ché che tu hai ben onde: / tu ricca, tu con pace e tu con senno (Purgatorio, VI, vv. 136-137). 112-113. Giunse ... lo ntelletto: la perifrasi quel mal voler che pur mal chiede con lo ntelletto è soggetto di giunse come indicato nella parafrasi. 116. da Pratomagno ... coperse: Pratomagno è un monte tra Valdarno e Casentino e la catena degli Appennini, che delimitano a destra e a sinistra la piana di Campaldino(giogo Parole in chiaro). 120. sofferse: sopportò (dal latino sufferre, «sopportare ). 122. fiume real: l Arno. L espressione era attribuita a tutti i fiumi che sfociano al mare, dopo aver raccolto le acque degli affluenti. 124-129. Lo corpo ... cinse: alla bufera scatenata dall ira demoniaca per sciogliere quelle braccia incrociate sul petto, segno di un anima rappacificata con Dio, si contrappone il corpo gelido e dissanguato, che trova sepoltura nel letto dell Arno, coperto dai detriti (sua preda). 132-133. seguitò l terzo spirito al secondo son la Pia: Pia de Tolomei, nobile senese, è il terzo spirito che parla dopo Jacopo del Cassero e Buonconte da Montefeltro (secondo). Il nome solo è sufficiente, perché la morte della donna risaliva al 1297 e doveva aver avuto eco in Toscana ( Personaggi). 135. salsi: forma sincopata di sallosi = se lo sa. 136. disposando ... gemma: disposare indica il manifestare la propria promessa di nozze; dare l anello confermava tale volontà con il matrimonio vero e proprio. Queste due fasi delle nozze avvenivano in momenti successivi.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato