La Divina Commedia

346 Canto V del sole i lampi attraversare le nuvole d agosto, così rapidamente che quelli non tornassero su in minor tempo; e, giunti lì, si diressero di nuovo verso di noi insieme alle altre anime, come una schiera di gente che corre sfrenatamente. 43-45 Virgilio disse: «Queste anime che si accalcano intorno a noi sono numerose e vengono a pregarti; perciò continua a camminare, e ascoltale mentre procedi . 46-57 «O anima che compi questo viaggio per raggiungere la beatitudine con quel corpo con il quale sei nata , si avvicinavano gridando, «rallenta un poco il passo. Guarda se hai mai visto qualcuno di noi, cosicché tu possa portarne notizia nel mondo dei vivi: deh, perché continui a camminare? deh, perché non ti fermi? Noi siamo stati tutti uccisi in modo violento e siamo stati peccatori fino all ora della morte; in quel momento una luce del cielo ci rese consapevoli così che, pentendoci e perdonando (le offese subite), uscimmo dalla vita in pace con Dio, che adesso ci strugge per il desiderio di vederlo . 58-63 Ed io: «Sebbene guardi attentamente i vostri volti, non riconosco nessuno, ma se voi desiderate qualcosa che io possa fare, o spiriti destinati alla beatitudine, ditelo e io lo farò in nome di quella pace che mi spinge a cercarla attraverso i mondi ultraterreni, dietro ai passi di una tal guida . (vv. 64-84) Il racconto di Jacopo del Cassero 64-66 E una di quelle anime cominciò a dire: «Ciascuno di noi si fida di ciò che prometti senza che tu lo giuri, a meno che una impossibilità (una causa di forza maggiore) non annulli la tua volontà. 67-72 Perciò io, che parlo da solo davanti agli altri, ti prego che, se mai visiterai quella regione che si estende tra la Romagna e il regno di Carlo (d Angiò), tu mi usi la cortesia di pregare a Fano (i miei cari), in modo che io possa espiare le mie colpe. 73-84 Io provengo da qui (da Fano), ma le profonde ferite da cui uscì il sangue in cui la mia anima aveva sede, mi furono fatte nel territorio 39. sol calando: costruzione latina dell abla- tivo assoluto. 45. in andando: preposizione + gerundio, è costruzione dell italiano antico. 49. unqua: dal latino unquam = mai. 51. deh ... deh ...: Dante continua a camminare e le anime pensano che sia insensibile alle richieste di portare notizie di loro nel mondo dei vivi; di qui l implorazione ripetuta. 52. per forza morti: uccisi (morti è usato transitivamente) per mezzo della violenza (dal latino per vim). 55. pentendo: l uso di questo verbo in senso assoluto è molto raro; di solito è riflessivo pronominale (pentendoci gerundio da pentirsi). 57. di sé veder: costruzione latineggiante. 58-63. Perché ... face: Dante risponde gentil- 39 né, sol calando, nuvole d agosto, che color non tornasser suso in meno; e, giunti là, con li altri a noi dier volta, 42 come schiera che scorre sanza freno. «Questa gente che preme a noi è molta, e vegnonti a pregar , disse l poeta: 45 «però pur va, e in andando ascolta . «O anima che vai per esser lieta con quelle membra con le quai nascesti , 48 venian gridando, «un poco il passo queta. Guarda s alcun di noi unqua vedesti, sì che di lui di là novella porti: 51 deh, perché vai? deh, perché non t arresti? Noi fummo tutti già per forza morti, e peccatori infino a l ultima ora; 54 quivi lume del ciel ne fece accorti, sì che, pentendo e perdonando, fora di vita uscimmo a Dio pacificati, 57 che del disio di sé veder n accora . E io: «Perché ne vostri visi guati, non riconosco alcun; ma s a voi piace 60 cosa ch io possa, spiriti ben nati, voi dite, e io farò per quella pace che, dietro a piedi di sì fatta guida, 63 di mondo in mondo cercar mi si face . E uno incominciò: «Ciascun si fida del beneficio tuo sanza giurarlo, 66 pur che l voler nonpossa non ricida. Ond io, che solo innanzi a li altri parlo, ti priego, se mai vedi quel paese 69 che siede tra Romagna e quel di Carlo, che tu mi sie di tuoi prieghi cortese in Fano, sì che ben per me s adori 72 pur ch i possa purgar le gravi offese. Quindi fu io; ma li profondi f ri ond uscì l sangue in sul quale io sedea, 75 fatti mi fuoro in grembo a li Antenori, mente alle anime anche se non riconosce volti noti (guati Parole in chiaro). Egli riferisce anche a se stesso le parole dei suoi interlocutori: la pace che le anime hanno raggiunto e la beatitudine cui aspirano (vv. 56-57) è quella che Dante cerca faticosamente di conquistare (e io farò per quella pace, v. 61) attraverso i regni dell Oltretomba. 65. sanza giurarlo: Dante ha in precedenza pronunciato l espressione per quella pace (v. 61) che, nel Medioevo, era una formula di giuramento. 66. nonpossa: il termine usato come sostantivo nel linguaggio filosofico della Scolastica deriva dal verbo latino non posse = non potere; qui nonpossa è soggetto del verbo ricida. 69. tra Romagna e quel di Carlo: è la Marca Anconetana, situata tra la Romagna e il regno di Napoli, governato da Carlo II d Angiò. 71. Fano: città delle Marche. 73. io: è Jacopo del Cassero ( Personaggi). L allitterazione del verso precede l immagine del corpo trafitto e fa trapelare la tragedia nel pacato racconto di Iacopo. 74. l sangue ... sedea: nel Medioevo c era la convinzione che nel sangue ci fosse la forza vitale. Tale concezione fisiologica era tratta dal Levitico, il terzo libro della Bibbia (Anima omnis carnis in sanguine est, «La vita di tutta la carne risiede nel sangue ; VIII, 14). 75. in grembo a li Antenori: è il territorio di Padova che, secondo un antica leggenda diffusa nel Medioevo, si riteneva fondata dall esule troiano Antenore.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato