La Divina Commedia

Io era già da quell ombre partito, e seguitava l orme del mio duca, 3 quando di retro a me, drizzando l dito, una gridò: «Ve che non par che luca lo raggio da sinistra a quel di sotto, 6 e come vivo par che si conduca! . Li occhi rivolsi al suon di questo motto, e vidile guardar per maraviglia 9 pur me, pur me, e l lume ch era rotto. «Perché l animo tuo tanto s impiglia , disse l maestro, «che l andare allenti? 12 che ti fa ciò che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla 15 già mai la cima per soffiar di venti; ché sempre l omo in cui pensier rampolla sovra pensier, da sé dilunga il segno, 18 perché la foga l un de l altro insolla . Che potea io ridir, se non «Io vegno ? Dissilo, alquanto del color consperso 21 che fa l uom di perdon talvolta degno. E ntanto per la costa di traverso venivan genti innanzi a noi un poco, 24 cantando Miserere a verso a verso. Quando s accorser ch i non dava loco per lo mio corpo al trapassar d i raggi, 27 mutar lor canto in un «oh! lungo e roco; e due di loro, in forma di messaggi, corsero incontr a noi e dimandarne: 30 «Di vostra condizion fatene saggi . E l mio maestro: «Voi potete andarne e ritrarre a color che vi mandaro 33 che l corpo di costui è vera carne. Se per veder la sua ombra restaro, com io avviso, assai è lor risposto: 36 fàccianli onore, ed esser può lor caro . Vapori accesi non vid io sì tosto di prima notte mai fender sereno, 1-4. Io era ... non par che luca: il canto si ricollega a quello precedente: mentre Dante si allontana le anime dei pigri osservano stupefatte che il suo corpo fa ombra. mezzogiorno, Dante volge le spalle a est, il sole lo colpisce da destra e forma alla sua sinistra un ombra, perché il suo corpo non lascia passare i raggi. Ve è apocope per «vedi ; luca: da lùcere, forma rara. 8-9. e vidile ... pur me: come nel canto III (vv. 88 sgg.) le anime meravigliate si fermano e fissano con insistenza Dante, a sua volta incuriosito. 10-12. Perché ... pispiglia: Dante si è voltato e ha rallentato il passo, di qui il rimprovero di Virgilio: nessun indugio è concesso a chi ha intrapreso il cammino della purificazione. (vv. 1-63) Colloquio di Dante con le anime 1-6 Io mi ero già allontanato da quelle anime (dei pigri) e seguivo le orme della mia guida, quando dietro a me una di esse, indicandomi con il dito, gridò: «Guarda, sembra che il raggio (del sole) non illumini la parte sinistra a quello che sta più in basso (Dante sale dietro a Virgilio) e che egli si comporti come un vivo! . 7-9 Rivolsi lo sguardo al suono di queste parole e vidi le anime guardare stupite solo me, solo me e la luce che era interrotta (dalla mia ombra). 10-18 «Perché il tuo animo si lascia così facilmente distrarre disse il mio maestro, «che rallenti il cammino? Che t importa di quello che qui si mormora? Segui me e lascia parlare quelle anime (senza preoccupartene): sta come una torre solida che non scuote mai la cima a causa del soffiare dei venti; perché sempre l uomo in cui un pensiero nasce continuamente sopra un pensiero precedente, allontana da sé la meta, poiché la forza dell uno indebolisce quella dell altro . 19-30 Che cosa potevo rispondere, se non «Vengo ? Lo dissi, un po cosparso di quel rossore che talvolta rende l uomo degno di perdono. E intanto lungo il fianco del monte avanzava di traverso (rispetto a me e a Virgilio) una schiera di anime un po innanzi a noi, cantando Miserere a versetti alternati. Quando si accorsero che io non facevo passare i raggi del sole attraverso il mio corpo, mutarono il loro canto in un «Oh! lungo e fioco; e due di loro in veste di messaggeri corsero incontro a noi e ci domandarono: «Informateci della vostra condizione . 31-36 E il mio maestro: «Voi potete tornare a riferire a coloro che vi hanno mandato che il corpo di costui è carne vera. Se si sono fermati perché hanno visto la sua ombra, come io credo, questa risposta è sufficiente: gli facciano onore ed egli potrà essere loro utile . 37-42 Io non ho mai visto stelle cadenti attraversare il cielo sereno all inizio della notte, né al calar 16-21. ché sempre ... degno: Virgilio, ricorda a Dante che qualunque ritardo o deviazione indebolisce le energie come i germogli che nascono ai piedi di un albero ne ritardano la crescita; Dante arrossisce per la vergogna, sinceramente pentito (rampolla, insolla vv.16 e 18: Parole in chiaro). 22-24. E ntanto a verso a verso: Dante e Virgilio stanno salendo lungo la costa della montagna e vedono avanzare le anime (rispetto a loro procedono orizzontalmente nella cornice), che per ogni gruppo cantano un verso del Miserere ( Parole in chiaro), salmo con cui invocano la pietà di Dio. Il Chimenz interpreta a verso a verso «un verso dopo l altro , e non «a versi alternati , perché le anime nel Purgatorio cantano in coro. 25-29. Quando s accorser ... dimandarne: ancora meraviglia delle anime per il fatto così eccezionale dell ombra proiettata da Dante vivo; il canto cessa e due di loro corrono a chiedere informazioni ai pellegrini. 31-36. E l mio maestro caro: Virgilio risponde alla domanda delle anime, spiega che a Dante è concesso di tornare sulla Terra e di far pregare i vivi, per i suffragi che abbrevieranno il tempo di attesa nell Antipurgatorio. 37-40. Vapori ... in meno: le stelle cadenti e i fulmini erano formati, secondo la teoria scientifica medievale, dall accensione di vapori secchi che salgono verso l alto (i vapori umidi, causavano la pioggia nota ai vv. 109-111). Purgatorio Pia de Tolomei 345

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato