Parole in chiaro: Lonza, leone, lupa – Volume – Maestro –

32 Canto I Parole in chiaro Lonza (v. 32), leone (v. 45), lupa (v. 49) La lonza è la prima delle tre fiere che si presentano a Dante, per impedirgli di salire il dilettoso monte (v. 77). Dal latino lynx o dal francese lonce, la lonza è un felino dal pelo maculato (simile a una lince o un leopardo), ma non precisamente identificabile con le specie che conosciamo. Si racconta che nel 1285 a Firenze una lonza fosse tenuta in gabbia nei pressi del palazzo del Comune. Secondo la convenzione è simbolo della lussuria, cioè della sensualità sfrenata; il leone terribile alla vista è simbolo della superbia e della violenza; la lupa dell avidità e della cupidigia, come suggerito dalla magrezza. La lussuria appartiene ai peccati d incontinenza, che consistono nel «non contenere , nel non saper porre un freno razionale alle passioni carnali. Lussuriosi sono definiti coloro che la ragion sottomettono al talento (Inferno V, 39). La superbia è l «amor excellentiae (ovvero il desiderio di primeggiare non riconoscendo il valore altrui, secondo la definizione data da san Tommaso). La cupidigia, ovvero la brama di essere sempre più potenti, più prestigiosi, più ricchi, non permette ad alcuno di intraprendere la via del bene e della felicità, ché [ ] non lascia altrui passar per la sua via,/ ma tanto lo mpedisce che l uccide (vv. 95-96). Volume (v. 84) L etimologia del termine volume, dal latino volumen, «rotolo (derivato di volvere, «volgere ), rimanda agli ingombranti rotoli di papiro che nell antichità classica bisognava svolgere e riavvolgere per potervi scrivere o leggere. Nel latino tardo il termine volumen assunse anche il significato più generale di «corpo , «oggetto , da cui per metonimia quello di «spazio occupato da un corpo o da un oggetto . Da volume, in questa accezione, deriva l aggettivo voluminoso nel senso di «ingombrante . Dante riferisce il termine all opera di Virgilio; oggi volume può indicare anche la suddivisione interna di un opera. Maestro (v. 85) Dante definisce Virgilio «maestro e «autore . Il nome maestro deriva dal latino magister, letteralmente «più importante di un altro (composto dall avverbio magis, «più , e dal suffisso oppositivo -ter, «tra due ), quindi «capo . Nell antica Roma il magister poteva essere a capo di un gregge (magister pecoris), di una flotta navale (magister classis), di un esercito a cavallo (magister equitum), di uno o più allievi di scuola elementare (magister ludi), o anche di un collegio di sacerdoti (magister sacrorum): per questo motivo, nei Vangeli, Gesù è chiamato «Maestro dai suoi discepoli. L uso ininterrotto del termine ha determinato attraverso le epoche cambiamenti nella forma (la perdita della -g- e il passaggio dalla -i- alla -e-) e nel significato (nel latino tardo passò a indicare il «padrone di casa , per poi diventare titolo onorifico). Oggi maestro ha il significato più ristretto di «persona che eccelle in una particolare disciplina tanto da poterla insegnare , quindi «insegnante . Autore (v. 85) Il termine autore deriva dal latino auctoritas = «autorità , «influenza . Ai tempi dell erudito latino Aulo Gellio (II sec. d.C.) i classici auctores erano gli autori appartenenti alle classi agiate, che per la loro posizione economica godevano di grande prestigio, di dignitas e di auctoritas, degni di essere presi come modello. Dante nel Convivio definisce autore «ogni persona degna di essere creduta e obedita (IV, VI, 4-5). VOLVERE rotolo volume VOLUMEN VOLUMEN + -OSUS voluminoso

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato