La Divina Commedia

308 Canto I 106-111 Poi il vostro viaggio di ritorno non avvenga di qui; il sole che ormai sta sorgendo vi mostrerà come affrontare il monte per una salita più agevole . Così scomparve e io mi alzai in silenzio, e mi strinsi tutto alla mia guida e rivolsi gli occhi verso di lui. (vv. 112-136) Dante e il rito di purificazione 112-137 Virgilio cominciò: «Figliuolo, segui i miei passi, torniamo indietro perché di qua la pianura discende verso il suo punto più basso . La luce dell alba vinceva l oscurità dell ultima ora della notte che si dileguava davanti ad essa, così che potei vedere di lontano il tremolare del mare. 118-120 Noi procedevamo per la spiaggia deserta come colui che ritorna sulla strada che aveva smarrita cui sembra di camminare invano, finché non l ha raggiunta. 121-129 Quando giungemmo là dove la rugiada resiste al sole, poiché si trova in un punto dove all ombra evapora poco, il mio maestro posò delicatamente le mani aperte sull erba, per cui io che compresi l intenzione del suo gesto gli porsi le guance segnate di lacrime; egli riportò completamente alla luce quel colorito che l Inferno mi aveva nascosto. 130-136 Giungemmo poi sulla spiaggia deserta, che non vide mai navigare sulle sue acque nessun uomo, che poi riuscisse a tornare indietro. Qui mi cinse come Catone aveva ordinato: oh, meraviglia! perché identica all umile pianta che egli colse rinacque immediatamente un altra nel luogo in cui l aveva strappata. Poscia non sia di qua vostra reddita; lo sol vi mosterrà, che surge omai, 108 prendere il monte a più lieve salita . Così sparì; e io sù mi levai sanza parlare, e tutto mi ritrassi 111 al duca mio, e li occhi a lui drizzai. El cominciò: «Figliuol, segui i miei passi: volgianci in dietro, ché di qua dichina 114 questa pianura a suoi termini bassi . L alba vinceva l ora mattutina che fuggia innanzi, sì che di lontano 117 conobbi il tremolar de la marina. Noi andavam per lo solingo piano com om che torna a la perduta strada, 120 che nfino ad essa li pare ire in vano. Quando noi fummo là ve la rugiada pugna col sole, per essere in parte 123 dove, ad orezza, poco si dirada, ambo le mani in su l erbetta sparte soavemente l mio maestro pose: 126 ond io, che fui accorto di sua arte, porsi ver lui le guance lagrimose: ivi mi fece tutto discoverto 129 quel color che l inferno mi nascose. Venimmo poi in sul lito diserto, che mai non vide navicar sue acque 132 omo, che di tornar sia poscia esperto. Quivi mi cinse sì com altrui piacque: oh maraviglia! ché qual elli scelse l umile pianta, cotal si rinacque 136 subitamente là onde l avelse. 107-108. lo sol ... salita: la luce del sole, che all alba illumina le pendici della montagna del Purgatorio, è simbolo della Grazia che guida d ora in poi il pellegrino in un cammino di purificazione. 109-111. Così sparì ... drizzai: Catone scompare d improvviso così come era apparso. Dante durante il colloquio tra Virgilio e Catone è sempre rimasto in ginocchio e a capo chino; poi si avvicina al maestro e, pronto a obbedire, ne cerca il conforto con lo sguardo. 115. l ora mattutina: è l ultima ora della notte in cui si recitava il mattutino, la prima preghiera della giornata ( Parole in chiaro). 121-122. la rugiada ... col sole: la rugiada non ancora evaporata cerca di resistere al sole (lat. pugnare = combattere), il cui colore si fa sempre più intenso. 123. ad orezza: l espressione è stata variamente interpretata: ad orezza, all ombra (da rezzo: luogo fresco ed ombroso), oppure adorezza, presente indicativo del verbo adorezzare coniato da Dante con il significato di «spira un venticello (da aura: vento). 124-127. ambo le mani ... le guance lagrimose: Virgilio con la rugiada di cui è intrisa l erbetta pulisce le guance di Dante rigate dalle lacrime versate durante il viaggio nell Inferno; oppure le lacrime come commozione del poeta per il rito di purificazione che si accinge a compiere. Si preferisce la prima interpretazione, perché il rito si presta a una lettura solenne ma gioiosa e perché Dante nel Purgatorio non piange mai. 130-133. Venimmo poi ... com altrui piacque: Dante ribadisce l eccezionalità della sua esperienza nel mondo ultraterreno: a nessuno mai, vivo e per di più con la possibilità di tornare nell emisfero delle terre, fu mai permesso di navigare le acque dell emisfero australe. evidente l allusione all avventura di Ulisse: la volontà divina restaura il suo ordine, quando viene infranto dalla «follia .

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato