Analisi e interpretazione

296 Canto XXXIV Analisi e interpretazione La costruzione del canto L ultimo canto dell Inferno, prevalentemente descrittivo, si sviluppa in due momenti fondamentali. Anzitutto l apparizione di Lucifero, confitto nell oscuro centro del mondo e rappresentato come un orrida macchina che raggela tutto quanto ha intorno e maciulla i dannati che si trovano nelle sue tre bocche. Poi l uscita dei due poeti dal regno sotterraneo, dell oscurità e delle tenebre, a riveder le stelle. Nella costruzione del canto questi due momenti sono raccordati dal passaggio dall emisfero boreale a quello australe e dalla spiegazione di Virgilio a Dante sulla formazione dell Inferno e del Purgatorio, coincidente con la caduta di Lucifero dal cielo: una parentesi didascalica che fornisce in ossequio ai procedimenti della scienza medievale le coordinate morali dell intera cosmologia dantesca. Lucifero personificazione del Male Su tutto domina Lucifero, presentato come la personificazione stessa del male. Dante riassume e, al tempo stesso, supera tutte le tradizionali immagini del diavolo. Le tre facce di Lucifero si congiungono tra loro sulla parte posteriore del cranio: la faccia anteriore centrale, rossa, corrisponde all odio; quella di destra, metà bianca e metà gialla, è il simbolo dell invidia; quella di sinistra è nera e simboleggia l ignoranza. Le tre bocche emergono dal ghiaccio della Giudecca (dove sono puniti i traditori dei benefattori) e le tre paia di ali che sollevano il vento fanno ghiacciare il fiume Cocìto. «Nel gran Caduto ogni particolare è singolarmente significativo della sconfitta sua e della vittoria divina. Egli è l ironia o la parodia di quello che fu o volle essere. A lui che pensò di pareggiarsi a Dio, Dio ha dato, a scherno, tre facce in una, deformazione della Unità e Trinità divina. Il Bellissimo è diventato il Mostro; l Intelligente un ebete. Il Cherubino, che delle sei ali si faceva schermo ai fulgori di Dio, ha ancora le sue sei ali, ma di pipistrello: del più immondo e impotente dei volanti: a suo ludibrio. In nessun dannato è così pienamente adempiuta, per antitesi, la legge del contrappasso (E. Donadoni). Bruto e Cassio traditori della maestà imperiale Le lacrime che scendono dai sei occhi di Lucifero si mescolano alla bava sanguinolenta che esce dalle tre bocche, in ognuna delle quali Lucifero maciulla con i denti un dannato. Virgilio spiega che il peccatore che penzola dalla bocca centrale, e viene anche orrendamente graffiato sulla schiena, è Giuda; quelli che spuntano dalle altre due bocche sono Bruto e Cassio, gli uccisori di Giulio Cesare e, quindi, traditori della maestà imperiale. Coppo di Marcovaldo, Giudizio Universale (1260-1261) particolare dal Battistero di San Giovanni, Firenze.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato