Personaggi principali: Lucifero, Giuda Iscariota, Marco

Personaggi principali Lucifero Giuda Iscariota Lucifero (in latino, lucem fero, «portatore di luce ) apparteneva all ordine dei Serafini (il primo dei nove cori angelici che ruotano intorno a Dio) ed era l angelo più luminoso, più bello. Ribellatosi per superbia e cacciato dall Empireo, assunse un aspetto spaventoso (tre facce di diverso colore, tre paia d ali di pipistrello) e precipitò al centro della Terra (secondo la cosmologia geocentrica), nell Inferno, il luogo più lontano da Dio (simbolo del Male). Le conseguenze provocate dalla sua caduta (formazione della voragine dell Inferno e della montagna del Purgatorio) sono spiegate da Virgilio nei vv. 88-126. Il poeta latino lo chiama anche Dite (v. 20), nome del re degli Inferi nella mitologia pagana (corrispondente al greco Ade). Al v. 127 è chiamato Belzebù (in ebraico Baalzabub «signore delle mosche , e Baalzabul «signore del regno degli inferi ), appellativo che compare nei Vangeli. In Inferno VII il suo nome è Satana (v. 1 Satàn). La compresenza della tradizione evangelica e della memoria classica accresce la solennità della rappresentazione dantesca che, nei caratteri mostruosi del demonio, intende raffigurare la presenza del Male nel mondo. Originario del villaggio Qeriy-yot (da cui Iscariota), nella Giudea meridionale, è l apostolo traditore che consegnò Gesù Cristo ai Romani per un compenso di trenta denari d argento: guidò i soldati fino a Lui, nell orto di Getzemani, consentendone il riconoscimento con un bacio. Colpito dal rimorso, restituì la somma e poi disperato si impiccò. Marco Giunio Bruto Marco Giunio Bruto (85-42 a.C.), uno dei congiurati che con Caio Cassio Longino uccise Giulio Cesare (44 a.C.), perché vedeva in lui un nemico dei valori della Roma repubblicana. Si racconta che alle Idi di marzo (15 del nostro calendario) del 44 a.C., Cesare, convocato in Senato con un pretesto, fu pugnalato da Bruto, che egli amava come un figlio, tanto che pronunziò le famose parole: Tu quoque, Brute, fili mi! (Anche tu, Bruto, figlio mio!). Bruto, sconfitto da Ottaviano, nella battaglia di Filippi (42 a.C.), si suicidò. Esaltato dai Romani fedeli alla tradizione repubblicana, nel Medioevo era considerato il traditore dell autorità dell Impero, di cui Cesare era stimato l instauratore. Dante lo colloca nella Giudecca perché da Cesare beneficato come un figlio. La figura di Bruto fu celebrata da Giacomo Leopardi che nei versi della canzone, il Bruto Minore (1821), ne fa il simbolo dell eroe che combatte fino al sacrificio della vita per i propri ideali di libertà e di giustizia, errori magnanimi che abbelliscono la vita. Gaio Cassio Longino Gaio Cassio Longino, anch egli beneficato da Cesare, partecipò con Bruto alla congiura, fu sconfitto da Antonio nella battaglia di Filippi, e si fece uccidere da un servo. Lucifero, miniatura XIV sec., Bodleian Library Parole in chiaro Un molin che l vento gira (v. 6) I mulini potevano essere a vento o ad acqua. I mulini a vento introdotti in Occidente dopo le crociate erano molto diffusi nei paesaggi medievali: nelle campagne attraversate da venti forti e costanti si potevano vedere le grandi pale o braccia di legno, montate su piccole torri, e utilizzate come macchine agricole. Burella (v. 98) Dante usa il termine (in latino tardo burius, in provenzale burel, «rosso bruno , in italiano «buio ) per indicare un luogo angusto e sotterraneo tra le rocce, naturale perché non costruito dall uomo (natural burella). I sotterranei delle carceri di Firenze si chiamavano «burelle . Erro (v. 102) Il termine erro usato come sostantivo «errore, dubbio deriva dal verbo errare. Nel significato di «dubbio è ancora oggi usato in Toscana. Famosa è l espressione Erràre humànum est, perseveràre diabòlicum, «sbagliare è umano, perseverare è diabolico . Ciò significa che gli errori, intellettuali e morali, sono strettamente connessi alla condizione umana. L aggettivo «diabolico non deve far suppore che i Latini credessero nel diavolo; assertori della razionalità, essi ritenevano una scelta da ignoranti perseverare nell errore. Giudecca (v. 117) Il nome dell ultima zona infernale dove sono puniti nel ghiaccio i traditori dei benefattori è riferito a Giuda iscariota, il traditore di Cristo, il più grande dei benefattori. Nel Medioevo il termine Iudaica o Iudecca designava in alcune città il ghetto ebraico, cioè il quartiere abitato dagli ebrei, o giudei. Inferno Lucifero 295

La Divina Commedia
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