La Divina Commedia

Da ogne bocca dirompea co denti un peccatore, a guisa di maciulla, 57 sì che tre ne facea così dolenti. A quel dinanzi il mordere era nulla verso l graffiar, che talvolta la schiena 60 rimanea de la pelle tutta brulla. «Quell anima là sù c ha maggior pena , disse l maestro, «è Giuda Scar otto, 63 che l capo ha dentro e fuor le gambe mena. De li altri due c hanno il capo di sotto, quel che pende dal nero ceffo è Bruto: 66 vedi come si storce, e non fa motto!; e l altro è Cassio che par sì membruto. Ma la notte risurge, e oramai 69 è da partir, ché tutto avem veduto . Com a lui piacque, il collo li avvinghiai; ed el prese di tempo e loco poste, 72 e quando l ali fuoro aperte assai, appigliò sé a le vellute coste; di vello in vello giù discese poscia 75 tra l folto pelo e le gelate croste. Quando noi fummo là dove la coscia si volge, a punto in sul grosso de l anche, 78 lo duca, con fatica e con angoscia, volse la testa ov elli avea le zanche, e aggrappossi al pel com om che sale, 81 sì che n inferno i credea tornar anche. «Attienti ben, ché per cotali scale , disse l maestro, ansando com uom lasso, 84 «conviensi dipartir da tanto male . 53-54. Con sei ... bava: gli unici segni di vita di questo essere sconfitto, ridotto all impotenza dalla morsa del ghiaccio in cui è confitto, sono il movimento delle ali, il pianto, che può essere indice di rabbia, di impotenza, ma non di pentimento, e il continuo movimento delle bocche, da cui cola bava sanguinolenta. Questi particolari repellenti conferiscono un forte realismo. 55-57. Da ogne bocca dolenti: Lucifero «dirompe con i denti Giuda, Bruto e Cassio. Il paragone con una macchina indica la meccanicità dell azione di Lucifero: maciulla è la gramola, una macchina che serviva a triturare gli steli della canapa e del lino, separandoli dalla fibra. La mostruosità descrittiva del gesto di Lucifero (Da ogne bocca dirompea co denti / un peccatore, a guisa di maciulla) rinvia a Ugolino che rode il teschio dell arcivescovo Ruggieri (Inf. XXXIII, 76-78). 58-60. A quel dinanzi brulla: Giuda Iscariota, nominato al v. 62, è maciullato nella faccia centrale di Lucifero (la vermiglia, v. 39). Tradì Cristo, venuto a riconciliare l umanità serve a frantumare gli steli della canapa) e così riusciva a tormentarne tre contemporaneamente. Per quello stritolato dalla bocca sulla faccia anteriore i morsi erano addirittura meno dolorosi dei graffi (di Lucifero) che in alcuni punti gli scuoiavano la schiena. 61-69 Virgilio disse: «Quell anima là in alto che subisce una pena più grave è Giuda Iscariota, che ha la testa dentro la bocca (di Lucifero) e fuori agita le gambe. Degli altri due che hanno la testa fuori penzoloni, quello che pende dalla faccia nera è Bruto; guarda come si contorce in silenzio; e l altro, è Cassio che appare così robusto. Ma la notte sorge di nuovo e ormai è tempo di partire, perché abbiamo visto tutto . (vv. 70-99) Discesa lungo il corpo di Lucifero: uscita dall Inferno 70-75 Come Virgilio volle, mi avvinghiai al suo collo; ed egli scelse il momento e il luogo giusto, e quando le ali furono aperte abbastanza, si attaccò alle costole pelose; poi, discese da una ciocca all altra, muovendosi tra il folto pelame e le incrostazioni ghiacciate del Cocìto. 76-81 Quando arrivammo nel punto dove la coscia si articola con il bacino (all altezza del femore), Virgilio, con fatica e con il respiro affannoso, volse la testa dove Lucifero teneva le gambe, e si aggrappò al pelo come un uomo che si arrampica, così che io credevo di ritornare di nuovo nell Inferno. 82-84 «Tieniti ben stretto, perché per scale di questo genere disse il mio maestro, ansimando come chi è stanco bisogna allontanarsi da questo luogo che contiene tutto il male dell universo . con Dio dopo il peccato originale, e quindi anche la Chiesa, fondata da Cristo per sancire e perpetuare questa nuova alleanza ( Personaggi). La sua pena è più pesante rispetto a quella degli altri due traditori, perché vi sono aggiunti i graffi di Lucifero, che con le mani unghiate gli scuoia in eterno la schiena (v. 60). 64-67. De li altri due par sì membruto: Marco Giunio Bruto e Caio Cassio Longino, i traditori di Cesare ( Personaggi), sono maciullati nel corpo (Dante e Virgilio ne vedono la testa che pende dalle altre due bocche di Lucifero). Dunque sono in posizione contraria a quella di Giuda. 68-69. Ma la notte ... veduto: sono passate esattamente ventiquattro ore da quando Dante-personaggio ha intrapreso il viaggio ultramondano nell Inferno. Sulla Terra, il sole sta tramontando di nuovo. 70-81. Com a lui ... anche: Virgilio aspetta che le ali di Lucifero siano aperte al massimo per non essere colpiti e poi si aggrappa al suo pelo per iniziare la discesa; aggrappato a Virgilio, Dante comincia il viaggio di uscita dall Inferno. Allegoricamente significa che, aggrappato saldamente alla ragione, l uomo può superare gli ultimi ostacoli che lo separano dal bene. I due poeti passano nello spazio tra il corpo di Lucifero e la ghiacciata in cui è infisso, spazio determinato dal fatto che la terra rifugge per ribrezzo dal toccare Satana. Secondo la cosmologia dantesca, Lucifero, precipitato dall Empireo, si è infisso a testa in giù nel centro della Terra e dell universo; quando Virgilio arriva all anca di Lucifero (grosso de l anche, dove c è l articolazione delle cosce col bacino), che è il centro della Terra, deve capovolgersi, per risalire verso l emisfero australe più alto rispetto a quello boreale. Dante umanizza Virgilio e gli attribuisce le sensazioni di fatica e affanno (con fatica e con angoscia) che proverebbe un uomo: è il punto del massimo sforzo perché, secondo le teorie aristoteliche, nel centro della Terra vi è il massimo della forza di gravità; allegoricamente è rappresentato lo sforzo massimo dell uomo guidato dalla ragione per avviarsi al bene. Inferno Lucifero 291

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato